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R Recensione

7/10

Flat Earth Society

13 (The Most Unreliable Music Since 1999)

Fab, non pensavo potesse esistere una cosa del genere, anche se l'America è la terra dove contraddizioni e idiozie proliferano e spesso vanno a braccetto, però ecco questo album mi ha consentito di scoprire che nel Nuovo Mondo (ma le radici sono ben salde oltremanica) esiste una società che da anni, forse da secoli, cerca di dimostrare ai miscredenti che la Terra è piatta. 

Dedicare il nome della propria band ad un'associazione simile non è proprio normale nè salutare, volendo, ma quantomeno ha stuzzicato la mia curiosità. La musica, poi, per qualche oscura ragione sembra veramente provenire da un pianeta diverso, forse piatto per davvero. 

Questi musicisti eclettici e fantasiosi di stanza in Belgio sono una fra le tante creature deformi del jazz moderno. Come i Mostly Other People, che due anni orsono hanno omaggiato - e preso a calci in culo - il mito di Keith Jarrett, come i tedeschi della Andromeda Mega Express Orchestra (anche qui lo spettro mitteleuropeo che prende forma), anche i Flat Earth Society da tempo si occupano di trattare la storia del jazz come fosse un puzzle, smontandola e ricomponendola a piacimento. 

Sempre seguendo traiettorie non convenzionali. Gli anni '40 che corteggiano i contorsionismi intellettualoidi degli anni 2000, sordine wah-wah materializzano la jungla di Elligton e poi risvegliano fibrillazioni simil-elettroniche. Mingus e gli altri geni del pentagramma vivisezionati e riproposti in chiave giocosa. Le piste da ballo sconnesse degli anni '40 (da Benny Goodman fino ad Artie Shaw, i belgi sembrano volersi appropriare di tutto) in salsa avant-jazz. Ok non sempre tutto brilla di luce propria, ma il risultato rimane convincente...Tu che ne dici Fab, condividi?

Se la Terra è davvero piatta voglio vivere sul bordo. Per capirci, se la Terra ha la forma della pizza il mio posto è sul lato croccante e rialzato. Questo potrebbe conferirmi due vantaggi: il primo è che scrutando l'orizzonte potrei vedere cosa succede in mezzo pianeta, e decidere quanto addentrarmi, quale parte del condimento scegliere. Il secondo è che lì, sul bordo, potrei fare quello che mi pare: andare sul lato inferiore o su quello superiore, spostarmi lungo la circonferenza. Oppure, perché no, saltare giù e tanti saluti a tutti. 

E' proprio su quel bordo, sul crinale tra follia e rigore, tra gioco e impegno, tra dissacrazione e omaggio, che i Flat Earth Society suonano la loro insolente versione della storia del jazz. Una storia che non è prigioniera degli elitari club cittadini, ma che da un lato manifesta le sue radici binarie ragtime (la cover di “Stoptime Rag” di Scott Joplin) e le sue precoci contaminazioni con la musica elettronica (“Intersections”, ovvero la “Twilight Ozone” di Tom Dissevelt), mentre dall'altro non rinuncia alle moderne contaminazioni “spoken” (“Patsy”), “free” (“Fast Forward”), etniche (“Six Pine Trees”) o “rock” (“Raincheck”). Non tutto brilla alla stessa maniera, ovviamente, ma se troverete i vostri momenti chiave (io all' handclap e alle sordine di “Betwix & Between” proprio non resisto) scoprirete un disco (e una discografia, perché questo è il loro tredicesimo lavoro) molto interessante. Che magari non riuscirà a convincervi che la terra sia piatta, ma che sia bizzarra, questo di sicuro.

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Voto degli utenti: 7,3/10 in media su 2 voti.
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ciccio 8/10

C Commenti

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bill_carson alle 10:24 del 18 aprile 2013 ha scritto:

voglio ascoltarlo il prima possibile

skyreader alle 19:02 del 21 aprile 2013 ha scritto:

Flat Heart (cuore, unque non terra) Society è il titolo del migliore brano dei Giardini di Mirò sul loro ultimo "Good Luck". Questo "13" sembra davvero interessante.

Marco_Biasio (ha votato 6,5 questo disco) alle 12:36 del 19 maggio 2013 ha scritto:

Tredicesimo lavoro?!? Ohibò, e io non ne sapevo nulla! Questo mi sembra proprio un discone. Sono ancora ai primi ascolti, ma chi nella stessa tracklist mi piazza Stoptime Rag e gli assalti furibondi di Fast Forward non può che riscuotere tutta la mia ammirazione... (e bravi, bravissimi voi!)