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R Recensione

6/10

Šajzerbiterlemon

Iza Naših Zidova

Non è (solo) un fan di Repetitor e Vlasta Popić chi, oggi, si permette di segnalare il conciso ed infuocato debutto lungo del trio belgradese Šajzerbiterlemon: a parlare è, prima di tutto, un acerrimo nemico di muri e barriere, un atomizzato oppositore di qualsiasi cosa – simbolicamente o fisicamente – divida e discrimini e, per diretta conseguenza, un sincero apprezzatore di chiunque si proponga di aggirare ed abbattere l’ostacolo (il titolo del disco, “Iza Naših Zidova”, si traduce con “dietro i nostri muri”: anche nella Serbia di Vučić la minoranza, vessata e spesso silenziosa, non si dà comunque per vinta). Un messaggio naturale e spontaneo che, nel quotidiano che di naturale e spontaneo non ha più nulla da un pezzo, assurge quasi a tesi rivoluzionaria.

Anche se non si sapesse che il nucleo originario della band si incontrò e formò tra le fila della controcultura studentesca belgradese di sinistra, i brani di “Iza Naših Zidova” suonano esattamente come dovrebbe suonare uno stereotipo di questo tipo: essenziali, sgraziati, crudi nell’impatto e acerbi nella presentazione tecnica. Le chitarre di Jovan Sibinović sono spesso affilate come lame (il riff a scomparsa di “Zidovi”, per quanto semplicissimo, fa la sua degna figura), il basso di Mario Marković alterna accenti shellachiani a calchi quasi post punk (lo si sente bene nell’urticante jugo-rock in levare di “Kroz Dim”, quasi dei Šarlo Akrobata sull’orlo della crisi di nervi) e la batteria di Ana Đurović, per quanto tendente ad un primitivismo un po’ monocromo, ben supporta il lavoro di (de)costruzione melodica dei compagni (come nell’intontita cantilena del singolo trainante, “Sneg”, dove interviene anche un coro di voci bianche). Di tanto in tanto la costruzione rimane pedante e schematica (noiosetta “O Idolima”) e la varietà stilistica non alberga ancora in casa Šajzerbiterlemon (la frase chitarristica di “Mrak” recupera parte delle dinamiche di quella di “Zidovi”), ma il senso d’urgenza (“Jači”) e alcune idee eterodosse (interessante la fascinazione per la ripetizione di “Metak”) premiano l’ascolto.

Oggi è una semplice segnalazione. Domani, speriamo, una luminosa conferma.

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