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8/10

Royal Headache

Royal Headache

Ed ecco che l’aria revival garage punk che dall’Australia soffiava sempre più forte solleva il suo stendardo più glorioso con questa band da Sydney al suo debutto sulla lunga distanza. Pubblica la RIP Society, già dietro il precedente singolo dei Royal Headache (“Eloise”/“Girls”), e grande movimentatrice di questa renaissance punk made in AU (cfr. Circle Pit, Bad Wettin’ Bad Boys, Straight Arrows, Boomgates). Ma dietro c’è anche Mikey Young dei ‘veterani’ Eddy Current Suppression Ring, coproduttore del disco e, con la sua band, modello di un recupero che non rinuncia a qualche gustoso incrocio, senza esagerare nell’abbassare il livello della fedeltà (niente shit-gaze, ecco).

In questi 12 pezzi fulminanti, allora, si trovano schegge della rabbia rappresa del garage recente (Reigning Sound, Tyvek) sublimate al pop, ma anche malinconie surf ‘60, virate power pop, tirate Ramones di un minuto e mezzo, melodie da inneggiare stile Buzzcocks in gloria, proto-punk spedito, cazzeggi college rock. C’è, soprattutto, un mucchio di canzoni da instant-classic del genere, roba da spararsi a volumi folli almeno una volta al dì, roba esaltata dalla voce calda, come se fosse la prima volta che si suona punk, del leader Shogun. È lì dove nasce il fascino di questi pezzi – che sa di piccoli locali sfasciati (pare che live i Royal Headache siano eccellenti) ma anche di lungomare al tramonto, sui saliscendi vocali leggermente sgranati che sprigionano energie e anni giovani. Credendoci davvero.

Sicché, alla fine, quanto spingono a fare questi pezzi è uscire e sbattere contro l’aria, dalle travolgenti pennate in minore di “Never Again” ai Replacements in versione nostalgica di “Down the Lane” (con un ritornello, diomio, persino sentimentale), dalla carica anthemica di “Psychotic Episode” e “Back and Forth” (voto totale: 20) alla sparata tutto-pogo di “Girls”. Ma non ci sarebbe nulla da passare sotto silenzio, neppure i due momenti strumentali (“Two Kinds of Love”, “Wilson Street”, che sa quasi di Ducktails) o dove si gioca al revivalismo surf più in voga (“Distant and Vague”).

L’album esce per tre etichette diverse (RIP Society: Australia; Goner: America; XVIII Records: Europa). Per chi ama il genere, un must-have dell’anno. Per chi non lo ama, forse il modo migliore, oggi, per avvicinarvisi.

V Voti

Voto degli utenti: 7/10 in media su 2 voti.
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REBBY 6/10

C Commenti

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Alessandro Pascale (ha votato 8 questo disco) alle 11:38 del 15 novembre 2011 ha scritto:

splendido dischetto! Bravissimo Target a segnalarlo con la solita perizia.

target, autore, alle 11:00 del 11 maggio 2012 ha scritto:

Ed ecco che dopo l'8 di SdM arriva l'8 di Pitchfork! Ascoltatelo, ragà, 'sto disco. Canzoni di massimo due minuti che puoi ascoltare mille volte. Non stancano mai. Anzi, tirano sempre di più. E una voce che è un dono: averla regalata al punk è gesto che commuove.