The Books
The Way Out
È estate ancora per poco. Fa caldo, molto caldo. Si sta in spiaggia, si esce la sera, si canta e si balla. Ebbene, in un mondo ideale, anzi nel mio mondo ideale, quest’estate è l’estate dei The Books: in spiaggia, in questo mio mondo parallelo, tutti cantano le loro nuove canzoni! Come dite, sono troppo complicate, complesse, destrutturate, articolate, insomma difficili da digerire? Assolutamente in disaccordo. Questo disco traborda di potenziali hit, nel mio mondo ideale.
Personalmente ho seguito poco e da lontano la carriera di questo duo. Anni fa acquistai il loro disco di debutto, incensato ovunque, “Thought For Food”, ma evidentemente non ero ancora pronto per le loro innovative sonorità, fatte di certosini incastri acustici-elettronici, di arditi cut-up sonori, che giudicai freddi ed intelletualoidi. Riposi dopo alcuni ascolti il cd e lo lasciai deliberatamente ad accumulare polvere. Per tanti anni non ho più osato riprendere il discorso con l’arte di questo gruppo. Ciò fino ad alcune settimane fa, quando ho posto l’orecchio ad alcune tracce del nuovo disco: folgorazione immediata! Un suono travolgente, trame elettroniche-acustiche miracolose, un piacere di ascolto raro ed intellettualmente stimolante. Da lì ho capito che ero infine pronto. D’altronde non si invecchia soltanto per perdere i capelli, imbruttirsi ed ingrassare (attenzione, a ME non succede niente di tutto questo, sia chiaro). Si invecchia anche per raccogliere i buoni frutti di tanti anni di ascolti. Adesso sono in grado di decriptare e decifrare questa musica, di goderne appieno il genio e l’originalità.
Cosa vi capiterà se deciderete di procurarvi questo dischetto? Sarete immediatamente precettati per una (anzi due) seduta di gruppo di training autogeno (“Group Autogenics I” apre le danze, e “Group Autogenics II” le chiude). Le migliori sedute che possiate avere in tutta la vostra vita. La musica è indescrivibilmente morbida e cullante: I’m relaxed and relaxed and relaxed. Wow! In piscina, mentre tutti urlano e sgomitano, potrete restare a bordo vasca e mettere in cuffia i suoni ideali e definitivi per il relax! I suoni targati The Books. Vi siete rilassati abbastanza? Avete dimenticato le ansie accumulate durante un anno di patimenti? Benissimo, vi servirà essere freschi ed in forma perché ora vi travolgerà un’esplosione di suoni, colori, ritmi, odori: funk, folk, pop, rock, black e tanto altro. Tutto frullato insieme in assurde trame musicali, articolate e travolgenti.
“I didn’t know that” è Prince resuscitato e proiettato nel 3.000. Irresistibile e goduriosa. Pagherei per sentirla realmente in spiaggia, con la gente che la balla e la gode. La mia perfetta hit dell’estate. “A Cold Freezin’ Night”: ritmi tribali, basso e vocine. Pazzesca. “I Am Who I Am”: un capolavoro. Chitarrona, vocine funk, suoni disco trance. Splendida. Altrove i suoni si rilassano in pseudo-ballatone struggenti (“All You Need Is a Wall”; “We Bought the Flood”; “Free Translator”), oppure si spezzano e disarticolano in improbabili ritmi black (“The story of hip-hop”). Insomma, è tutto il disco a convincere ed a regalare momenti di pura estasi emozionale ed intellettuale.
È estate ancora per poco. In inverno vedremo di trovare altre motivazioni per ascoltare questo splendido disco. Per adesso lasciatemi cantare “I Am What I Am”, perché in spiaggia, nella spiaggia del mio mondo ideale, si balla. Uh!
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