Katy B
On A Mission
Riepilogando velocemente: presta la voce per due brani ormai classici (As I con Geeneus e Tell Me con DJ NG) e diventa la "first lady del funky". Produce la hit Katy On A Mission con Benga ed è subito la reginetta delle UK charts. Collabora per un paio di tracce nei Magnetic Man e viene proclamata "the voice of dubstep" (da qualcuno che non aveva ancora inteso la fine del genere). Tutto questo accade a Kathleen Brien, una "normale" studentessa londinese con un talento vocale che non passa inosservato e un karma particolarmente accanito: è compagna di classe di James Blake e Adele.
Arriva finalmente il suo primo album, e viene fuori la sua vera abilità, quella di divincolarsi da qualsiasi etichetta e genere fisso, muovendosi a pieno agio nel crossover della scena britannica. Perché dentro On A Mission non sono le evoluzioni degli stili i protagonisti, ma lei: Katy B, una star della dance nel suo momento di forma più smagliante. Un'artista giovane ma completa, che sa raccogliere in sé i frutti della UK garage del decennio passato, filtrandoli attraverso un background fatto di moderno r'n'b. Un nuovo volto femminile, dichiaratamente ispirato a figure soul come Faith Evans e Erykah Badu, con grosse potenzialità per il futuro (parole già spese recentemente, non a caso, per Janelle Monàe, con la quale è opportuno il confronto: chi delle due vedrà spegnersi per prima l'entusiasmo?)
Prodotto da DJ Zinc e dallo stesso Geeneus, On A Mission è la perfetta panoramica del fermento dance UK di inizio anni '10. Baby Katy può permettersi di svariare in piena libertà tra il funky classico di Why You Always Here e il popstep di Go Away, che non nasconde le affinità con l'ultimo Skream. Senza disdegnare una hit per i palchi rave come Lights On, featuring con l'altra attrice coprimaria Ms. Dynamite, ma soprattutto ridisegnandosi in pezzi squisitamente pop come Broken Record e Witches Brew, ottimi per le classifiche e per il successo di pubblico. E ovviamente non si dimentica di includere le hit che l'hanno resa famosa, Katy On A Mission e Perfect Stranger, pronte testimoni di versatilità e carisma.
Partendo dalla svolta dei Magnetic Man, passando per Darkstar e James Blake, fino alla Katy B di oggi, la regola che se ne ricava è che non c'è più alcuna regola: il dubstep è acqua passata, e chi prova ancora a riesumarlo corre forte il rischio di suonare datato (rischio dal quale non sono esonerati nemmeno i mostri sacri, vedi Burial e il suo recente Street Halo EP). Al suo posto rimane un campo aperto sconfinato, in cui a dominare non è più una tendenza collettiva marcata, ma la personalità dei singoli, ognuno con la propria peculiare visione. E' lo spazio dei creativi, il vero terreno in cui si giocherà la partita dell'originalità nel decennio appena iniziato.
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