V Video

R Recensione

7/10

Omega Massif

Karpatia

Si può entrare in una foresta dei Carpazi come vittime sacrificali dell’oscurità, tremanti e obnubilati dal freddo e dalle ombre. Oppure si può attraversare la tenebra, con aria spavalda e su cavalli neri dal passo maestoso e dall’imponente incedere. Senza neanche starlo a pensare, i teutonici Omega Massif, procedono sicuri per questa seconda modalità. Le vibranti note di Aura, stanno subito lì, ad inizio album, ad affermarlo sotto il peso di imperiosi riff di chitarra, scanditi da ritmiche marziali. Non ci sarà da ridere per gli spiriti del bosco vecchio, anche laddove una leggera traccia di poetica evanescente, li indurrà ad illudersi di poter avere il sopravvento. Sarà il loro errore fatale: l'assalto finale che giunge negli ultimi minuti dell’opener-track li ricaccerà definitivamente nel limbo al quale appartengono.

Questo sono gli Omega Massif: una ben ordita macchina da guerra scagliata contro le potenze che infestano i meandri più oscuri dell'animo umano. Ma sanno come gestire la loro potenza evitando di disperdere le energie, sapendo escogitare tregue come trappole. Così, in un brano cardinale come Urus Arctos, procedono in slow-motion e con fare mellifluo fino a metà brano, trattenendo il fiato e lavorando di cesello, costruendo con ingegno le macchine per l'assedio finale che immancabile giunge per non fare prigionieri. Gli Omega Massif, hanno tecnica, genio e senso della strategia: i loro inni strumentali (tutti rigorosamente strumentali), evolvono dalla lezione degli Isis e dei Pelican, ma anche dei Mastodon e ancora di più dei "padri" Neurosis, non intendono in nessun modo essere meno significativi o invasivi. In questo nuovo "Karpatia" (frutto maturo di due anni di scrittura), si confermano tutte le doti che erano parse palesi nel sorprendente debut "Geisterstatd" (2007), ma mutano di poco. Tuttavia un brano come Im Karst, immane ed epico sotto tutti i punti di vista, dovrebbe far fare un passo indietro a tanti gruppi che da molti anni pattugliano questo limine fra doom, sludge “ambientale” e post-metal: dovrebbe far capire che, in caso di battaglia in campo aperto, le sorti sarebbero già segnate, tanta e tale è l'arte della guerra degli Omega Massif. Le mie parole non vi portino a dedurre che questa band è solo un'altra tra quelle che fanno della potenza grossolana il proprio vessillo. Gli undici minuti di Steinernes Meer sanno infatti rivelare tutta la valenza della formazione di Würzburg, capace di finezze architetturali e di attenzione a ogni minimo dettaglio.

Mi auguro che anche per voi, quella degli Omega Massif, sia una scoperta pregna di emozioni, non dico inedite, ma certamente forti.

V Voti

Nessuno ha ancora votato questo disco. Fallo tu per primo!

C Commenti

Non c'è ancora nessun commento. Scrivi tu il primo!
Effettua l'accesso o registrati per commentare.