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R Recensione

7/10

Lento

Live Recording 08.10.2011

La deflagrante poesia dei Lento trova una sua ulteriore fase di espansione in contesto live: quanti li hanno apprezzati nei due album in studio, qui troveranno catturata quella scarica elettrica che incendia le loro performance. Accecanti bagliori e spaventosi crepuscoli si inseguono senza tregua, senza concedere di individuare dove finisce la luce e inizia l'ombra, dove si placa la ferocia e inizia la pace. Questo live, la seconda uscita dei Lento sulla tedesca Denovali, immortala in modo cristallino - registrazione impeccabile - l'essenza dei Lento: ognuno dei membri della formazione da il meglio di sé, sia a livello di perizia strumentale, sia a livello di affiatamento con gli altri.

I brani si susseguono in un flusso continuo, senza interruzioni e, se possibile, risultano ancora più nervosi, ipnotici, irosi delle rispettive versioni in studio. Gli estratti da “Earthen” (2007) si fondono con quelli da “Icon” (2011), accorciando quelle distanze che erano parse più sostanziali dal confronto fra le due prove in studio. Non ha senso dar rilievo a singoli episodi (anche se è impossibile tacere della magistrale magniloquenza di “Need” o della sequenza “Hymen / Hymn”, che è da togliere il respiro, mentre il cervello si perde nell'intricato meandro degli intrecci strumentali), in un live album coeso, teso, urgente. In una qualche zona buia Neurosis, Swans, Tool, Isis e King Crimson (quelli dalla verve improvvisativa: era '73-'74) sembrano essersi dati convegno, partorendo una famelica creatura sonora capace di vivere di vita propria, fiera e astuta, costantemente all’erta. Non sarà il post metal più innovativo di questo mondo (intercorrono certamente parallelismi con gli Omega Massif e i Kodiak, rimanendo nella scuderia Denovali, o con i Cult Of Luna), ma il sapere che una formazione romana si sia creata una credibilità internazionale, riuscendo a stagliare il proprio orizzonte musicale accanto a quello di band ritenute di culto, è una cosa che genera uno strano piacere.

Il vorticoso insinuarsi delle chitarre (Donato Loia, Giuseppe Caputo, Lorenzo Stecconi), il profondo vibrare del basso (Emanuele Massa), l’immane dinamicità della batteria (Federico Colella): sono questi gli elementi che caratterizzano il maelstrom catartico, l’apocalisse in slow motion che evoca la musica dei Lento. Questo “Live Reconding 08.10.2011”, registrato al CSOA Ex-Mattatoio di Ponte San Giovanni (PG), è un torrente emozionale in piena che si dipana fra labirinti sonici e radure di inquieta rarefazione, libero da ogni espressione vocale: e nel mezzo di tutto ciò è bello rimanere lì a vedere cosa accade. Attendendo con fiducia l’alba del nuovo album.

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