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R Recensione

7/10

Marmore

Cars Were Supposed To Fly By Now [EP]

Chi è deluso dal tempo in cui vive ha a disposizione due scelte: rinunciarvi o rifugiarsi altrove. Sarebbe bello e stimolante entrare ed uscire a piacimento da un wormhole per riuscire a collocare un gruppo come i Marmore nella precisa congiuntura storico-culturale cui sarebbero dovuti appartenere: la memorabile, (non troppo) fugace rinascita del noise tricolore che, appena dieci anni fa, sembrò aprire nuovi ed innovativi fronti per certo underground italiano. Se non fosse che il power trio in questione (che del mitico Canalese condivide, sebbene parzialmente, anche l’ubicazione geografica: citofonare Torino) si è formato nel 2013: decisamente troppo fuori tempo per parlare, pur con tutta la circospezione del mondo, di “ondata tardiva”. Poco male: aldilà di corsi e ricorsi storici, “Cars Were Supposed To Fly By Now” (a tre anni di distanza dal primo EP “Paura Della Luce”, a quasi due da un 4/way split con Pastel, Regarde e Saudade) rimane un lavoro breve di nitore e qualità assoluta.

I Marmore, per certi versi, sembrano ripartire da dove gli straordinari (e ahinoi poco conosciuti) Lago Vostok di “Decorso Infausto” si erano prematuramente fermati: ad un crocevia in cui post rock (per non dire -core), noise e math sono rifrazioni di uno stesso prisma, linguaggi paritari di un unitario codice strumentale in cui la tradizione viene innervata dalla ricerca personale. Così non stupisce, al termine di un quarto d’ora percorso a rotta di collo tra i calcinacci più taglienti degli anni ’90, che il sipario cali sulle ombrose, imperfette acustiche di “Agua Caliente”, lambite da slide di grande fascino (tra i Mastodon di “Joseph Merrick” e certo desert rock allucinogeno): è solamente una delle tante direzioni in cui i Marmore scelgono di diversificare il loro messaggio, per il resto cullato in vigorose progressioni armoniche tra Fuh e Fog In The Shell (ma “And So It Was You From Afar!” si pone ad un livello tecnico ancora superiore), disintegrato da sbilenche ripartenze su semitoni e tempi dispari (“Luna Senza Chip”) e carezzato da vaghe malinconie emocore (“Just When You Think You Know A Wave” è forse l’episodio più telefonato).

La speranza è che questi quattro pezzi possano gettare solidissime fondamenta per un futuro radioso.

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