V Video

R Recensione

6,5/10

The Murlocs

Old Locomotive

Aussiemania o Gizzmania che sia, è sempre l’ora di parlare di un buon disco garage. Il fatto che l’oggetto del contendere provenga da un gruppo che include strategicamente due settimi dei King Gizzard & The Lizard WizardAmbrose Kenny-Smith a voce, armonica e chitarra ritmica, Cook Craig a chitarra ritmica e basso: ma attenzione alla comparsata alle tastiere del capo burattinaio Stu Mackenzie nel sognante psych pop di “Far From Fine” – è un fatto incidentale, che conferma solamente (se ancora ce ne fosse bisogno) lo straordinario stato di salute della scena psichedelica australiana e dei suoi rappresentanti principali. L’aspetto curioso di tutta la vicenda è che si sarebbe tentati di parlare dei Murlocs come di perfetti esordienti, quando in realtà non lo sono: “Old Locomotive” è il loro terzo parto sulla lunga distanza – dopo “Loopholes” (2014) e “Young Blindness” (2016) – e, senza alcun dubbio, il loro migliore.

Le domande strategiche da farsi, arrivati a questo punto, sono: il gioco vale la candela? Si tratta del classico spin-off che duplica l’originale, o c’è di più? I Murlocs reggono il confronto con, per dirne uno, Ty Segall? Non si pensi al solito puntiglio autoreferenziale da critichini: sono questioni perfettamente dotate di senso. A cui bisogna rispondere con altrettanta onestà: non è il miglior disco di genere che vi può capitare di ascoltare. È, più semplicemente, un disco la cui schiettezza è pari solamente alla sua derivatività. Va preso, pertanto, per quello che è: un calderone démodé in cui i Nuggets, la psichedelia californiana, il revival fuzz degli anni ’80 e il classico r’n’r si saldano in un amalgama indistruttibile e relativamente vario (si va dalle combustioni mediorientali di “Empty Nester” alla rasoiata garage di “Shit Storm”, dalle dinoccolate indolenze slacker di “Violent Dreams” ai 13th Floor Elevators di “Daily Agony”). In aggiunta, poi, va menzionato un altro fatto, capitale per questo tipo di produzioni: la qualità media delle canzoni si mantiene sempre generalmente alta – il che, considerato chi le scrive, stupisce solo fino ad un certo punto. La scrittura rimane coesa ed ordinata dall’inizio alla fine, evitando l’effetto filler, a dispetto di una tracklist numericamente corposa. L’ascolto, di conseguenza, non può che ringraziare.

L’interesse maggiore di “Old Locomotive”, aldilà del suo essere scritto e suonato molto bene, sta nella particolare voce di Kenny-Smith – strascicata, indolente, a sprazzi efebica – che, nella band madre, viene generalmente subordinata a quella di Mackenzie e che potrebbe e dovrebbe, invece, avere una più estesa applicazione. Si prendano il Gold Coast sound di “Oblivion” (tiro punk, irresistibile cuore jingle jangle), le slide da Summer of Love di “Household Hermit”, gli Assemble Head In Sunburst Sound di “Noble Soldier” e le sezioni in 2/4 della spassosa title track: tutti brani di buona caratura, che l’interpretazione sonnolenta di Kenny-Smith trasforma in piccole gemme di garage moderno. Che possa essere il punto di partenza per un rinnovamento degli equilibri anche in casa Gizzard?

Aspettando la prossima maratona discografica, trastullarsi con i Murlocs è, comunque, qualcosa di più e di meglio che un semplice diversivo.

V Voti

Nessuno ha ancora votato questo disco. Fallo tu per primo!

C Commenti

Non c'è ancora nessun commento. Scrivi tu il primo!
Effettua l'accesso o registrati per commentare.