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R Recensione

6/10

Weezer

Red Album

Il ritorno dei Weezer è segnato da un ennesimo album senza nome, identificabile solo dal colore della copertina (rossa in questo caso).

Uscita molto attesa dagli amanti del rock alternativo e solare della band californiana: il sipario si apre su “Troublemaker”, e già ti ritrovi trasportato su una cadillac nella Los Angeles più freak e festosa che tu possa immaginare (del resto questo è il pane con il quale è cresciuta questa band): il passo sembra non allontanarsi dal precedente “Make Believe”, ma già la seguente, stralunatissima, “The Greatest Man That Ever Lived” ci sorprende con la sua armoniosa e cupa coralità aperta anche esplicitamente agli anni '70 ma comunque avvolta dalle ottime aperture delle chitarre à la Weezer. Sulla stessa scia giunge la trascinante e curiosa “Pork And Beans”, già una hit, con un ritornello che ti si piazza in testa e non ti molla più.

La band continua a giocare con i nuovi pezzi spiazzando ancora con l’acustica e romantica “Heart Song” che precede la danzereccia “Everybody Get Dangerous”, pezzo che per certi versi rientra appieno nel famigerato mainstream americano. “Dreaming” è un'altra canzone "tipica", dischiusa dal solito riff prorompente di chitarra e sfociante nel ritornello melodico della ottima voce di un Rivers Cuomo sempre in gran forma: uno scarto, seppur lieve, rispetto al passato è costituito dalla ricerca di melodie che guardano verso l’acustico e alla ballad semi romantica con quel pizzico di vena melodica in pieno stile Pixies ma con molta meno ironia rispetto a quanto prodotto sinora.

La band rischia anche canzoni “difficili” come l’oscura “Cold Dark World” che comunque non si fa affatto disdegnare.

Un album altalenante e con parecchi picchi “chiaro/scuri”, qualche bel singolone che si fa apprezzare, poco o nulla di nuovo, un pizzico di ripetitività nelle canzoni più lente e nel complesso un lavoro discreto, ma piuttosto opaco rispetto ai fasti passati .

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Voto degli utenti: 5,5/10 in media su 5 voti.
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ThirdEye 1,5/10

C Commenti

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Alessandro Pascale (ha votato 5 questo disco) alle 23:50 del 16 giugno 2008 ha scritto:

Finiti i tempi di Pinkerton e blue album da un bel pezzo. Questo e Make believe sono album decisamente inutili e poco ispirati. Se ne poteva fare a meno. Il mio voto non è neanche troppo basso perchè cmq qualche pezzo discreto c'è e la stima per Cuomo e soci è cmq notevole per ciò che han fatto in passato

Carli (and Mikel) (ha votato 10 questo disco) alle 17:43 del 3 maggio 2009 ha scritto:

The red album

è, secondo me, uno dei primi album che racchiude diversi generi in solo 10 canzoni. Per me le canzoni sono tutte belle orecchiabili e piene di novità nella musica rock. Adoro gli Weezer e questo album e la conferma di come sappiano sempre reinventarsi e variare il loro repertorio. E' rock. Da ascoltare!!!!

Marco_Biasio (ha votato 6 questo disco) alle 19:18 del 11 dicembre 2017 ha scritto:

Disco simpatico, ma con in nuce già tutte le criticità che esploderanno in Raditude e che inaugureranno de facto la china discendente del gruppo.