V Video

R Recensione

8/10

Interpol

Our Love to Admire

Gli Interpol sono probabilmente il gruppo peggio vestito al mondo, e i suoi componenti hanno delle facce da schiaffi mica da ridere. Copertine e videoclip sono orrendi, il loro palese amore per i santini new wave ha dato il fiato a tutta una genia di cui non si sentiva il bisogno ( Editors in testa). Infine, il loro contributo alla crescita del rock rasenta probabilmente lo zero e, in fondo, gli scarti stilistici non solo tra i loro album, ma tra le stesse canzoni all’interno dei medesimi, sono minimi.

Tutte argomentazioni che si sentono spesso, e che spesso centrano il bersaglio. Tuttavia, non ce ne può fregare di meno:”Our Love to Admire” è un album imponente, fatto di canzoni che lasciano il segno. Come per il suo predecessore “Antics”, non mancherà di dividere: da una parte chi lo considererà niente più che un esercizio di manierismo, dall’altra chi penserà esclusivamente a godersi una scrittura che schiude universi lascivamente e incisivamente cupi. Dote non comune in questi tempi di stagnazione in ambito mainstream.

Si apre nel modo più piacevolmente prevedibile la terza fatica di questi inguaribili gaglioffi: la fosca e dilatata marcia onirica di “Pioneer to the falls” sciorina in quasi sei minuti da brividi le potenzialità della band newyorchese, il cui suono è enfatizzato da una produzione smagliante, che aggiorna le magiche atmosfere del debutto “Turn on the bright lights”. 

La seziona ritmica, come sempre ancorata al cavernoso basso di Carlos Dengler, pulsa come le è consueto e il batterista Sam Fogarino ricuce con gelida precisione le lacerazioni di un tessuto sonoro decadente e maestoso ( tastiere e archi si incastrano alla perfezione). La sei corde di Daniel Kessler forgia trame velvettiane capaci di trasformare le melodie in ferite aperte mentre Paul Banks gorgheggia da par suo: cinico e sprezzante, per poi sciogliersi in un “You fly straight into my heart” da brividi.

Gli episodi immediatamente successivi presentano Banks e soci sostanzialmente appiattiti sul loro sound, benchè non manchino adrenalina e sfumature in grado di far luccicare il consueto canovaccio al crocevia tra il post punk e il goth. Le poderose aritmie di “All fired up” e “Mammuth" e gli intrecci chitarristici in accordi sospesi su reiterate figure di basso di “The scale” e “Pace is the trick” si guadagnano spazio tra i classici della formazione, riscattando il mezzo pazzo falso del decadentismo un pò ridondante di “No I in threesome” o l’innocuo numero radio-friendly di “The Heinrich maneuvre”.

Ma il fulcro di “Our Love to Admire”è sbilanciato verso l’epilogo. “Rest my chemistry” presenta la circolarità e il crescendo armonico delle migliori ballate alla Afghan Whigs, grazie a uno spleen aureo e dandy che accomuna Banks al Greg Dulli dei tempi d’oro. “Wrecking ball” approda in una remota e fumosa zona della forma canzone, ma è con la conclusiva “Lighthouse” che gli Interpol si superano. La scogliera a strapiombo sul mare in tempesta come rappresentazione dell’istante mistico ed effimero del vissuto, resa da una schitarrata soffusa, mantrica e psichedelica che sfocia in un crescendo tenebroso, solcato dal magistrale cantato di Banks.

D’altronde si sa: è nell’oscurità che il diadema Interpol preferisce brillare, immutato.

V Voti

Voto degli utenti: 7,5/10 in media su 43 voti.

C Commenti

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target (ha votato 8 questo disco) alle 14:42 del 10 luglio 2007 ha scritto:

A dark summer

E bravo donju! E bravi pure gli Interpol: come te, io mi schiero tra i pro. Il disco è intenso, torna alle sonorità più cupe di Turn On The Bright Lights, ha pochi momenti di fiacca. Wrecking Ball, Lighthouse, Pace Is The Trick sulle altre. In compenso, la copertina può essere archiviata senza molti dubbi tra le più tremende della storia. E vabbeh che è un dettaglio, ma neanche tanto; vabbeh che è la musica che conta, ma in tempi di scaricamento selvaggio conta un po' anche il contorno. E questo fa paurosamente sboccare.

Nadine Otto (ha votato 8 questo disco) alle 16:14 del 10 luglio 2007 ha scritto:

gli animali fieri

Anch'io mi inserisco tra gli ammiratori. Devo ammettere, mi piace sia il disco, sia la copertina trash Complimenti come al solito ad un recensore bravissimo!

Alessandro Pascale (ha votato 5 questo disco) alle 8:41 del 11 luglio 2007 ha scritto:

Sulla bravura di Junio non di discute

ma sul nuovo disco degli Interpol di riserve ce ne sono moltissime. Ho amato alla follia il primo e apprezzato enormemente il secondo disco ma questo l'ho trovato davvero piatto, insipido, pomposo. In generale trovo deprecabile questo slittamento dal proto dark-wave di antics verso sonorità che a tratti ricordano KIllers e Maximo Park. Sono rimasto davvero deluso insomma. Cmq spero che sia solo un'impressione momentanea ma sappia migliorare col tempo.

The_Boy_Racer (ha votato 5 questo disco) alle 9:36 del 11 luglio 2007 ha scritto:

deludente

recensione davvero ben fatta, ma mi trovo in profondo disaccordo... mi è sembrato un disco confuso e decisamente più debole dei primi due soprattutto a livello compositivo...mancano le canzoni che hanno reso grandi gli Interpol

DonJunio, autore, alle 11:32 del 11 luglio 2007 ha scritto:

indagine avviata...

grazie a tutti per i commenti. Come previsto, gli interpol non mancano di dividere, a giudicare dai giudizi espressi dagli aficionados. Spero seguano altre idee per sviluppare il processo!

Dr.Paul (ha votato 9 questo disco) alle 13:47 del 11 luglio 2007 ha scritto:

un buon album, certo se questo è quattro stelle,per turn on the bright lights ne servono sette! album di discreta terapia di mantenimento, ecco continuo a preferire gli interpol agli editors, ma dal prossimo album servirà una scossa!

Luca Morello (ha votato 10 questo disco) alle 17:55 del 11 luglio 2007 ha scritto:

a cold wave summer

"Gli Interpol sono probabilmente il gruppo peggio vestito al mondo, e i suoi componenti hanno delle facce da schiaffi mica da ridere. Copertine e videoclip sono orrendi, il loro palese amore per i santini new wave ha dato il fiato a tutta una genia di cui non si sentiva il bisogno ( Editors in testa). Infine, il loro contributo alla crescita del rock rasenta probabilmente lo zero e, in fondo, gli scarti stilistici non solo tra i loro album, ma tra le stesse canzoni all’interno dei medesimi, sono minimi."...che poveracci i recensori, non c'hanno capito niente...ops, sono un recensore!

davvero ottima la recensione di Junio

Io penso che la copertina invece sia molto elegante, come anche il booklet (per non parlare della versione deluxe)...

Ivor the engine driver alle 10:29 del 12 luglio 2007 ha scritto:

solo per l'incipit....

....meriteresti una lode piena. Per quello che mi riguarda mi fermerei lì. Non commento il disco perchè non l'ho neanche scaricato. Il primo era divertente, li vidi due volte nel 2001 (o 2?), meglio dal vivo che su disco. Ma degli sfigati mostruosi. Ad ogni modo la cosa che mi faceva incazzare (almeno al tempo) era il cantante sbarbato che ottusamente affermava di NON cantare come Ian Curtis.....ma per piacere!

ozzy(d) (ha votato 7 questo disco) alle 11:18 del 12 luglio 2007 ha scritto:

promossi, ma....

hai detto bene: "appiattiti sul loro sound". essendo un sound piacevole, non mi dispiace l'ascolto, anche se ormai hanno un po'stancato.....gli attacchi del pezzo 1 e 6 sono praticamente identici, "mammuth" ricorda molto "not even jail", "rest my chemistry" ricorda invece clamorosamente i Pixies di "where is my mind".....molto mestiere, sono bravi e va bene così in fondo. Vedremo in futuro.

Utente non più registrato alle 15:44 del 18 dicembre 2009 ha scritto:

RE: promossi, ma....

Gulliver hai ragione, ascoltandolo nuovamente ieri ho notato la "citazione" di Where's my mind in Rest my chemistry. Ecco perchè mi piaciucchiava già...perchè ognuno vede ciò che sa.

rael (ha votato 7 questo disco) alle 14:29 del 12 luglio 2007 ha scritto:

interpol si vestono male ma cos'è? cosa si dovrebbero mettere addosso?

album buonino, come diceva qualcuno gli i nterpol sanno lavorare, anche quando non sono al top superano di gran lunga molti altri gruppetti.

Luca Morello (ha votato 10 questo disco) alle 10:25 del 13 luglio 2007 ha scritto:

Assurdi luoghi comuni

avete proprio sfrantumato gli zebedei co sta storia dei joy division, davvero...ora ve lo dico!

Che possano piacere o non piacere gli Interpol è un conto. Ecco Ivor, mai come in questo disco Paul Banks canta in maniera così diversa da quello che dici tu (sfigati mostruosi? Pare che stai parlando dell'ultimo dei gruppi power metal coi merletti)! Il fatto è che si conoscono sono i joy division e ian curtis e non si sa assolutamente nulla dell'ambito coldwave/postpunk/darkwave etc. etc. Appena uno canta con un timbro un po' profondo e un po' da androide ecco subito Ian Curtis. E che dovrebbe cantà come la Ricciarelli dimmelo tu! Cheppalle! Cheppalle! CCheppalle!..............Io continuo ad avere orgasmi multipli quando in Pioneer To The Falls la voce di Paul rimane da sola, oppure qper come pronuncia "Slow decay, I won't stop fighting youuuu!" in Who Do You Think?

Ivor the engine driver alle 10:50 del 13 luglio 2007 ha scritto:

mi spiace per i tuoi zebedei

il mio commento non è omnicomprensivo e non pretende di essere il tuo o di altri punto di vista. è il mio. Se leggi io non l'ho scaricato e il mio giudizio è solo relativo alle impressioni del primo disco (l'unico che ho) e del 2001/2 quando li vidi. E al tempo non ero solo io fra i pochi astanti del Velvet di Rimini a pensarla così sulla voce del biondino. Ciò non toglie che conosco poco la scena dark wave 80 per cui noto poco le sfumature. Ma il fatto che rifiutasse in toto il paragone nelle interviste mi faceva un po' ridere, visto che andai a vederli con gente di 40 anni cresciuta a pane e wave. Poi ovviamente si possono avere punti di vista divergenti. Riguardo a definirli sfigati, mi riferivo soprattutto al bassista (a me l'estetica 80 wave fa abbastanza ribrezzo e così vedendo come andava conciato il bassista 5 anni fa mi faceva ridicolo) e alla copertina dell'ultimo Rumore, in cui mi sembra lo stesso (o è nuovo) bassista è vestito come un proprietario terriero americano dell'800 con tanto di panciotto. Purtroppo un cosa che mi da fastidio in molti gruppi post wave di adesso è l'attenzione al look, e alle pose. Un po' come il look finto zozzo degli strokes e via discorrendo. Poi come detto se a te piace morta lì, non sono qui per farti/vi cambiare idea

Dr.Paul (ha votato 9 questo disco) alle 12:08 del 13 luglio 2007 ha scritto:

ahah be tu stesso ammetti che l'estetica wave ti fa ribrezzo, ovvio quindi che una foto degli interpol per te sia indigeribile, fossero questi i problemi, io preferisco vederli cosi piuttosto che col look alla 99 posse o nu jeans e na majetta o peggio ancora la camicia di flanella, cmq con gli strokes "finto zozzi" ci hai preso! ahaha...

enjolras (ha votato 8 questo disco) alle 12:34 del 13 luglio 2007 ha scritto:

bravo donj.

bravo donj. ero curiosa di sapere come ne avresti parlato in modo impeccabile come sempre..io mi astengo ancora le orecchie devono raggiungerlo.Fremo.

Ivor the engine driver alle 13:05 del 13 luglio 2007 ha scritto:

io preferirei vederli...

....vestiti come si vestono tutti i giorni. Non credo che il bassista vada in giro col panciotto giù per la 5th Avenue. La polemica verteva sull'adeguare il vestiario alla musica che si fa. Ma a ben vedere non sono/saranno i soli ad essere così, vedi vestiario metallaro, o punk, o grunge e via discorrendo. Alla fine anche Hendrix curava (e non poco) il suo look

gigiuz (ha votato 7 questo disco) alle 22:27 del 28 luglio 2007 ha scritto:

Certo sono meglio degli Editors, almeno per l'intensità e una certa forza che i loro gemellini inglesi non hanno...e poi sono più originali i video...giustificazione del cazzo.

Non male, ma urgono nuove idee

enjolras (ha votato 8 questo disco) alle 12:53 del 8 agosto 2007 ha scritto:

è splendido!!Banks e tutta la formazione ad alti livelli. Momenti da brividi.Ho quel ritornello che citi ("You fly straight into my heart”)in testa da giorni.E' quando i grandi si dimostrano grandissimi che c'è il vero godimento..

Dr.Paul (ha votato 9 questo disco) alle 18:06 del 27 novembre 2007 ha scritto:

NOTIZIA DI SERVIZIO: IL 3 DICEMBRE ALLMUSIC TRASMETTERà IL CONCERTO DEGLI INTERPOL A MILANO.

Mr. Wave (ha votato 7 questo disco) alle 12:30 del 28 ottobre 2008 ha scritto:

una delle copertine più brutte che abbia mai visto :/

...musicalmente parlando, l'album è discreto, con buoni episodi come: ''Pioneer To the Falls'', ''Pace Is the Trick'', ''All Fired Up'', ''Rest My Chemistry'' e ''The Lighthouse''

tramblogy alle 10:04 del 2 gennaio 2009 ha scritto:

orribilmente noioso e forzato

81Rent (ha votato 8 questo disco) alle 15:33 del 27 aprile 2009 ha scritto:

amori interinali

2. No I In Threesome

cdo

Utente non più registrato alle 18:07 del 9 dicembre 2009 ha scritto:

Sono d'accordo solo con l'ultima parte della recensione (penso che dal voto si capisca) anche riguardo i brani citati. Da quel che ho letto in giro un po' tutti si sono accorti che Rest my chemistry e Wrecking Ball siano i brani con più presa. Per quanto mi riguarda Our love to admire è una ulteriore conferma di quella parabola discendente inaugurata da Antics. Se nel secondo album qualche brano con una certa identità si poteva ancora trovare, in quest'ultimo quei due brani di cui sopra spiccano nella melassa generale. Purtroppo gli Interpol hanno identificato dei canoni e attorno ad essi costruiscono i loro brani. Con Turn on erano riusciti a rivisitare in maniera personale quelle influenze di fine anni '70 inizi '80 riuscendo a darne un'interpretazione più contemporanea - forse anche alla luce di ciò che ha passato NY nel 2001 - facendo sì che il parallelismo con i Joy Division e i Velvet Underground fosse solo formale, "d'ispirazione", ma nulla più. Ora però, ormai al terzo album, gli Interpol si sono fossilizzati su quella sezione aurea e ci costruiscono su tutte le loro composizioni. Un altro gruppo che ha fatto una cosa del genere sono gli Oasis, ma almeno hanno atteso il secondo disco prima di abbandonarsi all'autocannibalismo.

Gli Interpol invece hanno aspettato di meno...a questo punto penso che Turn on sia nato da un 'momento particolare', un lavoro d'istinto che non metodico, almeno la discografia del gruppo mi suggerisce questa ipotesi.

Un gran peccato, bella copertina, metafisica e questo mi piace. Voglio dare al gruppo il beneficio del dubbio ed attendere il prossimo lavoro prima di darli per bolliti definitivamente, intanto l'unico gruppo della medesima scena che ha prodotto qualcosa di buono sono i National che paradossalmente sono partiti da influenze totalmente opposte per poi arrivare ad affiancare gli Interpol fino a doppiarli per ben due volte (Alligator e Boxer). Vincono la regata senza appelli, visto da dove sono parititi.

Quindi 4.

tramblogy alle 20:50 del 18 dicembre 2009 ha scritto:

bhè l'importante che i pixies saranno in italia prossimamente...

ma quanto parlate del disco dell'anno??

NOSAJ THING - DRIFT!!

loson, scusa se ti riscompongo i coglioni...QUINDI?..ops!