R Recensione

9/10

Afterhours

Ballate per Piccole Iene

Il 2005 italiano ci regala un grande disco.

Dopo un 2003 che ha premiato la svolta adulta dei Marlene Kuntz ed un 2004 che ha posto sul piedistallo il furore giovanile dei Verdena, tocca ai milanesi Afterhours imporsi nell’annata in corso con il disco più bello, compiuto, maturo e ben suonato della propria carriera.

Mai prima d’ora avevano raggiunto un simile equilibrio fra aggressività e melodia, pur restando fermamente ancorati alla scena indipendente.

Gli Afterhours hanno fatto una lunga ed impegnativa gavetta, dagli inizi in cui optarono per il cantato in inglese all’affermazione di “Hai paura del buio?”, il disco giudicato finora come il loro manifesto.

La strada è stata lunga e difficile ma ora permette ad Agnelli & co. di ideare soluzioni stilistiche originali per un sound che è accostabile solo agli Afterhours stessi.

Manuel Agnelli oltre che crescere la propria creatura ha negli anni dato vita al più importante festival itinerante alternativo italiano (il Tora! Tora!) e conferito il proprio contributo all’affermazione dei Verdena producendo il loro secondo disco “Solo un grande sasso”.

Ballate per piccole iene” è un disco senza speranza, dark (già dai cupi colori di copertina), dove i protagonisti restano disillusi e condannati nel migliore dei casi a vivere in un piccolo mondo dove anche il sole sorge solo se conviene

Regna la solitudine (“Sarai sempre sola ora che mi hai”), l’amore rende soli e se l’amore esiste, serve solo per usarsi.

L’immagine della fine regna sovrana; cito a caso: “Quello che hai appena fatto ti ha fatto stare meglio, ti uccide ma non vuoi morire”, “Ora stringi fra le mani le tue lame stanche, e ricorda che la fine è la più importante”, “Ogni alba avrà un po’ di morte dentro sé”, “Tutto ciò che hai sempre amato giace in una fossa, che han scavato le tue stesse ossa”, “È quello che sai che ti uccide o è quello che non sai”, “Quando il dolore è più grande, poi non senti più e per sentirti vivo ti ucciderò”, “Cerca e troverai spegniti e vedrai per adesso ti hanno perso”.

Per avere indietro la propria vita si può unicamente scendere a compromessi, tradire, assumersi i propri rischi con i cento demoni che giocano con noi, imparare a barare per sembrare più veri, raddoppiando così la propria miseria.

A volta capita di non farcela, a volte capita di essere il coltello ed allo stesso tempo la ferita, perché a volte il male cui si assise è altrui (“C’era un male in lei che non si cura mai, solo male in polvere”)

A questa infinita rassegnazione (“Anche il tuo mondo prima o poi invecchierà, ora sei il verbo che nessuno userà”) restano pochi, miseri barlumi di speranza, accennati in mezze frasi quali “Torneremo a scorrere” e “Sopravviverai”.

C’è tutto sommato la considerazione che “Se una vita finisce qua, quest’altra vita presto comincerà” e l’invocazione a fare “ciò che devi, non guardare mai giù perchè sei ciò che vedi se c'è un senso sei tu

A questo scenario apocalittico realizzato con una scrittura ispiratissima corrisponde una ricchezza musicale che può provenire solo da artisti in stato di grazia.

C’è chi per scrivere una canzone come queste ci impiega una carriera, gli Afterhours ne hanno scritte dieci in un colpo solo, delle quali almeno tre fra le più belle della propria discografia: “Carne fresca”, “Ballata per la mia piccola iena”, e “La sottile linea bianca”.

Basterebbero queste per giustificare l’acquisto del disco.

Ballate per piccole iene” (presto anche in versione inglese) non è un tassello nel panorama indie rock nostrano, è lo stato dell’arte nell’anno di grazia 2005.

E per una volta pubblico e critica vanno a braccetto.

Una dolcissima carezza ed un montante in pieno mento.

Fra i dischi italiani più belli di sempre.

V Voti

Voto degli utenti: 7,2/10 in media su 30 voti.

C Commenti

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fabfabfab (ha votato 9 questo disco) alle 9:34 del 24 febbraio 2009 ha scritto:

"Fra i dischi italiani più belli di sempre"

Chissà perchè a molti non piace....

REBBY (ha votato 7 questo disco) alle 10:40 del 24 febbraio 2009 ha scritto:

Il problema della musica rock italiana è che se un

appassionato musicofilo arriva a pensare che questo è uno dei dischi italiani (beninteso per me un buon disco degli Afterhours) più belli di sempre e poi si mette a pensare a tutto il ben di dio che il mercato internazionale gli offre in quel sempre...beh per me non c'è match (infatti

il problema è mio). E il discorso per me sarebbe

stato lo stesso se il disco in questione fosse

stato il migliore dei CCCP, dei Marlene Kuntz,...

Sarebbe diverso solo se parliamo degli Area di

Demetrio Stratos (sarà un caso che è uno dei miei

gruppi preferiti sin dall'adolescenza?). Discorso a parte per la canzone d'autore italiana (Gaber,

De Andrè, Battisti,...) dove indubbiamente l'aspetto testuale prende il sopravvento (almeno

in chi conosce bene solo l'italiano).

TheManMachine alle 11:13 del 24 febbraio 2009 ha scritto:

Sono talmente d'accordo con il commento di Rebby, che è come se l'avessi postato io. E poi non voglio resistere alla tentazione di parafrasare l'ultima frase della recensione: Afterhours tra le band italiane più sopravvalutate di sempre. Con tutto che qualcosa di buono l'avranno pur fatto, come questo disco, ad es. Mia opinione, beninteso.

fabfabfab (ha votato 9 questo disco) alle 11:36 del 24 febbraio 2009 ha scritto:

Mah, se ci mettiamo a defecare su questo disco e su questa band, di italiano non salviamo niente ...

simone coacci (ha votato 7 questo disco) alle 11:38 del 24 febbraio 2009 ha scritto:

Un buon disco.

Mr. Wave (ha votato 8 questo disco) alle 11:39 del 24 febbraio 2009 ha scritto:

Un buonissimo album, più intimo e tetro, ma meno lacerante e 'carnale' dei (capo)lavori precedenti. Per quanto mi riuarda, il disco non regge il confronto con fli splendidi 'miracoli' dell'indie-rock tricolore del calibro di; 'Germi' e 'Hai paura del buio?'.

Mr. Wave (ha votato 8 questo disco) alle 11:43 del 24 febbraio 2009 ha scritto:

rettifica al voto: [7.5]

Totalblamblam (ha votato 1 questo disco) alle 11:46 del 24 febbraio 2009 ha scritto:

atroci

mai piaciuti loro e i massimo volume

troppo didascalici nei testi (almeno li ricordo così sono secoli che non li sento con un cantante di una lagna assoluta)

non li ressi proprio

lungo i bordi lo gettai dalla finestra tanto era irritante

voto uno perché per me sono proprio atroci LOL

REBBY (ha votato 7 questo disco) alle 11:49 del 24 febbraio 2009 ha scritto:

ref rettifica voto

Ma allora non è meglio 7,37?!?

Mr. Wave (ha votato 8 questo disco) alle 11:56 del 24 febbraio 2009 ha scritto:

RE: ref rettifica voto

no no 7.37... ma 7.50! -.-

Klan 70, autore, (ha votato 9 questo disco) alle 13:00 del 24 febbraio 2009 ha scritto:

Qualche precisazione

Io credo che negli ultimi venti anni l'Italia abbia avuto almeno quattro band di altissimo livello, in grado di competere potenzialmente a livello internazionale: CSI, Afterhours, Marlene Kuntz e Verdena.

Parlo di quelle che si esprimono in italiano, altrimenti il discorso dovrebbe allargarsi almeno a Uzeda e Giardini di Mirò.

Ebbene, trovo indiscutibile che per la qualità del materiale proposto, per l'intelligenza dei testi, per l'impegno profuso nel fare da apripista per l'intera scena indie rock nostrana (penso al Tora Tora, ma anche l'apparizione sanremese serviva proprio a questo), gli Afterhours debbano essere considerati come una delle band italiane più importanti di tutti i tempi.

Al pari di PFM, Area e chi più ne ha più ne metta.

Oltrettutto sono in pista da oltre vent'anni, quindi non parliamo di una meteora passeggera, ma di una realtà ben consolidata, in grado di riunire una quantità di spettatori a propri concerti ben maggiore di qualsiasi altra rock band di casa nostra.

In tutto questo ben di dio, "Iena" rappresenta (secondo il mio modesto parere) il vertice creativo degli Afterhours.

Meno irruenza che in passato (in realtà neanche più di tanto), ma una poesia sublime che si sposa con un suono assolutamente moderno ed efficace.

In più la grande presenza di Greg Dulli nobilita ulteriormente il disco, che ripeto, per me è uno dei più belli di sempre, forse non solo in Italia.

4AS (ha votato 8 questo disco) alle 16:44 del 24 febbraio 2009 ha scritto:

Album molto bello, meno aggressivo e più introspettivo rispetto ai precedenti ma sempre di qualità. Insieme ai marlene kunz, sono uno dei gruppi cardine del rock italiano anni 90, anche se entrambi i gruppi, considerando le ultime uscite del 2008, mi sembrano arrivati alla frutta...

george (ha votato 8 questo disco) alle 17:13 del 24 febbraio 2009 ha scritto:

addirittura buttato dalla finestra??

per me è un bel disco! Rock molto piacevole...

Sapete che la parola esterofilia in inglese non esiste??? A loro manca il concetto.

Noi italiani invece siamo molto bravi a sputare su chi, nella nostra nazione, meritatamente o no, abbia raggiunto il successo!!! Dagli Afterhours a Benigni e Fo.

swansong (ha votato 9 questo disco) alle 18:18 del 24 febbraio 2009 ha scritto:

Ottimo!

Altrove ho scritto parole poco lusinghiere su questo lavoro, che, inizialmente, ho reputato nettamente inferiore al precedente capolavoro "Quello che non c'è". Invece, poi, mi sono ricreduto ed un ascolto più attento ed approfondito (credo che questo sia il disco degli Afterhours che necessiti di maggiori ascolti per apprezzarne in valore), me lo ha fatto rivalutare enormemente (soprattutto alla luce del deludentissimo - questo sì - "I Milanesi..."). Assieme al già citato "Quello..." il migliore della loro, fin qui comunque eccellente, discografia.

target (ha votato 7 questo disco) alle 21:50 del 24 febbraio 2009 ha scritto:

Con Simone.

Dr.Paul (ha votato 6 questo disco) alle 22:12 del 24 febbraio 2009 ha scritto:

bah fuori dal circuito dei fan non hanno mai attecchito, uguale i marlene, peggio ancora i verdena, tutti trascurabili parere mio!

Klan 70, autore, (ha votato 9 questo disco) alle 22:19 del 24 febbraio 2009 ha scritto:

Dimensione Live

Comunque la grandezza degli Afterhours si scopre soprattutto nella dimensione live.

Chi li ha visti nel tour di Iena non può non averli apprezzati.

Parola di chi li ha visti una decina di volte.

bargeld (ha votato 7 questo disco) alle 23:50 del 24 febbraio 2009 ha scritto:

la band che ho visto di più dal vivo, sono fermo a 19 volte, seguita fin dai 3 dischi inglesi, e probabilmente quella che amo di più sulla scena attuale italiana. mi concedo dunque di dissentire parzialmente un po' da tutti e di considerare Ballate uno dei dischi che mi è entrato meno nel cuore della loro carriera. Germi e Hai paura del buio? completamente fuori concorso, gli preferisco anche I Milanesi... sebbene adori La sottile linea bianca, e La vedova bianca è non meno che strepitosa. voto 6,98 ah ah ah

ozzy(d) (ha votato 6 questo disco) alle 17:49 del 25 febbraio 2009 ha scritto:

gli after sono finiti con xabier....fuori lui, ciao ciao agnelli....

hiperwlt (ha votato 8 questo disco) alle 0:29 del 27 febbraio 2009 ha scritto:

per fabio codias

non piace fabio, non piace. e sai perchè?perchè molti hanno questo assurdo stereotipo che gli afterhours siano solo quelli di "hai paura del buio?".ma chi l'ha detto?vi siete accort dell'innovazione musicale nel panorama italiano che questo gruppo ha portato? prima non è per sempre (canzone questa che se fosse stata portata a san remo avrebbe vinto a testa bassa: puro pop, cosa che manco ti azzardavi a immaginare prima dell'uscita. ma un pop coi fiocchi (vedi "tutto fa un pò male" e "cose semplici e banali" per dirne due);Poi cambiano pelle e con "quello che non c'è ribaltano lo scenario e ne esce il loro disco pù cupo di sempre.cambiare così tanto e rimanere coerenti con loro stessi, parlare comunque lo stesso lnguaggio diversificando i generi è un impresa titanica. ballate è davvero bellissimo. non tanto per gi arrangiamenti (belli, a tratti accattivanti, vedi "la vedova bianca", intensi e soffocanti "la sottile linea bianca). io trovo sconvolgente di questo album il dialogo interiore con il proprio io di manuel agnelli che si legge e sente dai testi.inrospezione pura: grida di dolore, verità, pura e semplice. senza fronzoli. ha una dimeticatezza con le parole in questo album che emozionerebbe chiunque. non voglio dilungarmi oltre.u consiglio: ascolatelo. sentirete il vostro io scalpitare pezzo dopo pezzo.

Shoegrezzo alle 14:00 del 28 settembre 2009 ha scritto:

Non condivido e mai condividerò l'indulgenza verso le band italiane. Sono un gruppo mediocre. Che vuol dire "nel panorama italiano?" Abbiamo forse 3 dita per mano e mezzo cervello ed è lodevole quello che riusciamo a fare con questi mezzi? Ah già, il provincialismo....

hiperwlt (ha votato 8 questo disco) alle 18:15 del 28 settembre 2009 ha scritto:

RE:

panorama ovvero "panorama", la rivista.

a parlare così siamo buoni tutti: simboli noi e loro del provincialismo, non hanno fatto un cazzo di eccezionale a livello nazionale figuriamoci fuori...e riprendetevi rimbecilliti, che ascoltate gli afterhours!è un tuo parere, ma cerca di sparare sentenze stereotipate, specifica meglio la tua tesi.

Shoegrezzo alle 18:32 del 28 settembre 2009 ha scritto:

RE: RE:

Quello che intendevo dire è che non vedo il motivo di usare metri differenti per band italiane e UK/USA. Credo che nessun altro lo faccia (mai sentito dire che i Notwist sono eccezionali "per essere tedeschi"). Valutandoli sulla stessa scala per me sono una band mediocre, che non ha molto da dire, così come anche moltissime band straniere. Questo chiarmente è un giudizio puramente soggettivo, opinabile e criticabilissimo. Quello che invece non comprendo e condivido è questa ossessiva contestualizzazione geografica che spesso sfocia in una campanilistica indulgenza.

hiperwlt (ha votato 8 questo disco) alle 18:22 del 28 settembre 2009 ha scritto:

*cerca di non sparare sentenze stereotipate

hiperwlt (ha votato 8 questo disco) alle 19:12 del 28 settembre 2009 ha scritto:

sì,ma vedi: si può paragonare un prodotto rispetto al contesto culturale in cui si è inseriti,non è una banalità.analizzare l'evouzione di un certa scena artistico-musicale (in questo caso nazionale, ma non necessariamente), fare dei confronti, lodare, criticare sotto vari punti di vista.insomma, "vedere un pò a che punto stiamo rispetto a". non è provincialismo a mio parere: è stato normale, sentirlo come mio "ballate",un disco con il quale identificarmi,paragonandolo a ciò che gravitava intorno alla scena italiana di quel periodo. così come subire la suggestione del suo linguaggio,per di più italiano (anche qui, sembra cosa da poco, ma il grado di gestione e di malleabilità di una lingua è importante, sopratutto se è la tua: riesci a giocarci, a specificare meglio ciò che ascolti,ad ancorare le parole bla bla) il quale ho avuto più affinità nell'intendere i "contenuti",e di conseguenza a farli miei,condividendo con lui il modo di intendere la realtà, interna e sociale.

capisco il tuo modo di intendere la musica con "neutralità" e/o obbiettività assoluta, ci mancherebbe non condivido, personalmente, il tralasciare il contesto cultura in cui è inseritò,però. pura opinione

swansong (ha votato 9 questo disco) alle 19:18 del 28 settembre 2009 ha scritto:

@shoegrezzo

Beh..allora! Messa giù così si capisce un pò meglio, prima avevi generalizzato (parlando dell'indulgenza verso "le band italiane" tout court) e sembrava che tu ci sputassi addosso solo perchè italiani..In ogni caso, provincialismo o meno, rimane un gran disco! Poi, metterlo fra i migliori italiani di sempre: non sò. Fra i loro più belli: eccome!

Emash (ha votato 8 questo disco) alle 22:34 del 28 settembre 2009 ha scritto:

Concordo. Questo è un bel disco e punto, anche venissero dal congo belga. Meglio anche del pur valido precedente, e ovviamente spanne sopra il ben brutto successivo. Tra l'altro su questo gruppo e particolarmente su questo disco devono tipicamente gravare 3 paragoni uno più insignificante dell'altro, 1. quello con hai paura del buio, altra roba in altro contesto, 2. quello con gli altri gruppi italiani meno famosi e più bravi (embè?) 3. quello con gli stranieri che sono più bravi che è proprio il più inutile di tutti

REBBY (ha votato 7 questo disco) alle 9:38 del 29 settembre 2009 ha scritto:

Ma qui si spara tutti sentenze, non solo quello che la pensa diversamente! (eheh) Per conto mio

questo è un album discreto se si guarda alla "musica globale" che conosco, ma sta tra i

migliori di rock-band italiane usciti negli ultimi

anni. Parere personale ovviamente non condivisibile. Pur partendo da "basi diverse di ascolti" concordo, mi sembra, con Swan.

Randolph_Carter (ha votato 10 questo disco) alle 17:35 del 5 luglio 2011 ha scritto:

Grandissimo.

il loro migliore. Un'inquietudine che disturba.