R Recensione

8/10

Megafaun

Bury the Square

Facciamo un po’ di chiarezza. C’era una volta una band chiamata DeYarmond Edison, formata da Justin Vernon, Joe Westerlund, e i fratelli Brad e Phil Cook. L’intero processo creativo della band era condotto da Vernon, il quale però lasciò la band unendosi ai Ticonderoga, lavorando come produttore per i Rosebuds, e mettendosi poi definitivamente in proprio con il nome di Bon Iver.

I tre superstiti, orfani del loro leader, decidono di portare avanti il discorso interrotto dallo scioglimento dei DeYarmond Edison.

Curiosamente, l’anima folk nuda del gruppo madre si riverbera maggiormente nell’acclamato disco d’esordio di Bon Iver di quanto non si avverta nel debutto dei Megafaun. Per chi ama le definizioni (ma che, lavorate tutti alla Fnac? Dovete sistemare gli scaffali?) “Bury the square” è un piccolo gioiello psych-freak-folk (forza, trovate il casellario “psych-freak-folk”, se ci riuscite).

L’esordio dei Megafaun si apre con un gospel lisergico in perfetto stile Akron/family (“Find your mark”), a metà brano il suono si apre, appaiono chitarre liquide e un coro retro-pop che ricorda i Gastr del Sol , o meglio, i Joan of Arc epoca “The Gap”. In alcune occasioni è semplicemente il rumore di campanelli e bottiglie (!) a sorreggere semplici linee melodiche country-folk (“Tired and troubled”), in altre, banjo, piano, violino e percussioni che profumano di Nord Africa creano ballate scarne quanto deliziose (“Drains” e “Where we belong”, con lunga coda noise-psichedelica).

Il meglio arriva alla fine: “His robe” sembra suonata in un saloon da quattro pistoleri ubriachi armati di batteria, pianoforte ed armonica a bocca, “Lazy suicide” è aperta dal solito banjo (strumento ormai indispensabile per ogni frikettone che si rispetti), e sorretta da un crescendo vocale che sfocia in una specie di orgia blues-elettrica.

Neanche a dirlo, i tre sono stati avvistati in tour con gli Akron Family, che puntualmente raggiungevano sul palco per una breve jam session collettiva. Bravi sono bravi, se sapranno affrancarsi dall’influenza della Famiglia, saranno Mega.

V Voti

Voto degli utenti: 5,5/10 in media su 2 voti.
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rael 5/10

C Commenti

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Alessandro Pascale (ha votato 6 questo disco) alle 19:27 del primo luglio 2008 ha scritto:

Akron family e Bon Iver ci stanno ma per il resto non mi è sembrato tutto sto granchè.