V Video

R Recensione

6/10

Smashing Pumpkins

Oceania

È opinione condivisa, in specie fra coloro che si sono formati musicalmente in quel decennio, che Billy Corgan, il vero Billy che equivale a dire il migliore, non sia mai uscito vivo dagli anni 90.

Per alcuni è venuto a mancare subito dopo l’uscita di Adore, per altri, i meno affezionati o i più esigenti, il trapasso potrebbe addirittura risalire al secondo lato di Mellon Collie & The Infinite Sadness, stroncato nel fiore degli anni dalle sette fatiche del suo stesso capolavoro. Una dipartita solo metaforica, naturalmente, quella del glabro e stizzoso genietto di Chicago, se si considera che nell’ultimo decennio, fra collaborazioni, colonne sonore, dischi solisti, Zwan, recidivi e redivivi Smashing Pumpkins, non s’è fatto mancare praticamente nulla. Almeno sul piano della quantità, perché la qualità, quella è un altro discorso. Né la reunion della sua creatura prediletta, che di questi tempi puzza sempre un po’ di ultima spiaggia, né l’uscita dell’ep American Gothic e degli album Zeitgeist e Teargarden By Kaleidyscope, quest’ultimo pubblicato solo sulla rete, un brano alla volta, perché Corgan all’epoca sosteneva di non credere più nel tradizionale formato album, hanno saputo dissipare queste ombre. Hanno avuto, semmai, come unico risultato quello di acuire la nostalgia e il rimpianto per quel periodo aureo (tutto diventa d’oro quando tutto è finito e a distanza di anni ci si guarda indietro). Siccome la coerenza non è mai stata il suo punto forte ma la grande capacità e facilità nello scrivere canzoni quella si, eccolo ripresentarsi puntualmente - un Charlie Brown ormai adulto ma pur sempre alle prese con la venuta della sua mitologica Big Pumpkin - con un nuovo album (in formato album, of course): Oceania. Per farlo ha scelto una formazione che è una versione perfettamente speculare e aggiornata dei Pumpkins originali: lui stesso nella parte del fu sé stesso, una bassista sexy dal look (e dal suono) piuttosto aggressivo, la bella Nicole Fiorentino, un secondo chitarrista colto (è laureato in letteratura all’UCLA) e dai tratti orientali, il coreano/americano Jeff Schroeder e un batterista giovanissimo, Mike Byrne (classe 1990), che è un imitatore spudorato (e piuttosto dotato) del grandissimo Jimmy Chamberlin. La buona notizia, rispetto al passato recente, è che la Grande Zucca, una volta tanto, sorride benevola al suo agricoltore/intagliatore, anziché trasformarsi in un incubo degno di “Halloween”. Oceania, infatti, pur lontano dai fasti della prima metà degli anni 90 è tutto sommato un buon disco, senza dubbio una delle cose migliori uscite dalle corde dell’ultimo Corgan.  

Fra rimandi più o meno accentuati al loro sound più classico e riconoscibile, la componente chitarristica e post grunge dei Pumpkins si compenetra ad un uso barocco ed estensivo delle tastiere (synth, moog, mellotron dal sapore vintage) conferendo agli arrangiamenti un respiro epico ed orchestrale, alcuni brani tirati e potenti si alternano a composizioni più aperte ed atmosferiche (su tutte la title-track), la propensione alla grandeur non è fine a se stessa ma si sposa, fortunatamente, con una certa sostanza melodica e di scrittura. Schegge sfolgoranti dei vecchi Pumpkins conferiscono forza ritmica e abrasiva (eccellente il lavoro del giovane batterista) a brani come “Quasar”, ribassata, angolare e avvolta in spire di distorsioni wah, “Panopticon”, che lascia traspirare, al di sotto dell’aggressività e della scorza chitarristica, una melodia agrodolce tipicamente corganiana, fin quasi all’autocitazione del riff “Inkless”, con le chitarre più sature e limate. Ma è forse nei brani più lenti e melodici che i nuovi Pumpkins mostrano di avere ancora diverse frecce al loro arco: a partire dalla nostalgia per archi sintetici e chitarra acustica, poi doppiata dall’elettrica, di “The Celestials”, il mid-tempo dolente, sferzato dalle chitarre pungenti e dai vorticosi giri di tamburi à la Chamberlin di “Violet Rays” (e quando Corgan mormora “Tonight, tonight…” con quel suo tono suadente è facile lasciarsi andare sull’onda dei ricordi), il classicismo elettroacustico sfarzoso, a tratti un po’ eccessivo, di “Wildflower”, “Glissandra” e “My Love Is Winter”. Tuttavia le sorprese più liete, oltre all’iniziale “Quasar”, ce le riserva il trittico composto dalla title track, 9 minuti circa di eleganti cambi d’armonia, generi musicali che si stemperano l’uno nell’altro, partendo come un pop-rock barocco, librandosi a 3 minuti e qualcosa in un giro acustico e soulful quasi west-coast per poi debordare in una lunga corda digressiva e strumentale, da “Pinwheels”, che dopo una solenne ouverture elettronica si dipana anch’essa in una dolce melodia acustica da soft-rock californiano anni 70, e dall’ottima “Pale Horse”, con quell’inciso di tastiere (doppiato dalla chitarra) così soffice, dreamy, quasi anni 80. Il voto finale oscilla piacevolmente fra il 6 e il 7. Provaci ancora, Charlie Brown…ehm…Billy Corgan.

V Voti

Voto degli utenti: 6,4/10 in media su 9 voti.
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NDP 9/10

C Commenti

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crisas alle 1:23 del 19 giugno 2012 ha scritto:

Billy aveva trovato la porta per uscire dagli anni 90 con Adore, album sopravvalutato più che dalla critica dai suoi fans ed a causa di questo è ritornato con machine in una strada senza uscita, diventando praticamente la macchietta di se steso. A me fa tristezza ascoltare questo video di Oceania e non ho nessuna intenzione di ascoltare il nuovo lavoro, ho troppo rispetto per Corgan.

fabfabfab alle 9:58 del 19 giugno 2012 ha scritto:

Il disco l'ho ascoltato una sola volta e non mi è piaciuto. L'unica cosa che mi piace è la nuova bassista, che è anche l'unico collegamento con il passato: una delle due bambine della copertina di "Siamese Dream" (quella a sinistra) era lei!

fabfabfab alle 9:59 del 19 giugno 2012 ha scritto:

Almeno questo è quello che dice Wikipedia....

luin alle 10:25 del 19 giugno 2012 ha scritto:

Purtroppo c'è anche scritto che è probabilmente tutta una "burla" di Corgan, anche perchè nel '93 la Fiorentino aveva 14 anni.

Leonardo Geronzi alle 10:10 del 19 giugno 2012 ha scritto:

Ho sentito l'ultimo singolo su Virgin e non mi è piaciuto granché. Sembra tutto riscaldato velocemente al microonde. Oltretutto è imbarazzante sentire come il batterista cerchi di imitare Chamberlin scadendo nel ridicolo.....

crisas alle 10:35 del 19 giugno 2012 ha scritto:

"sopravvalutato" --> sottovalutato!

ozzy(d) alle 13:35 del 19 giugno 2012 ha scritto:

che dire, recensione capolavoro di mastro coacci. del disco ho sentito solo alcuni pezzi, non mi hanno impressionato. sempre e comunque corgan>>>>radiohead

simone coacci, autore, alle 13:59 del 19 giugno 2012 ha scritto:

grazie Gull, troppo gentile.

tramblogy (ha votato 7 questo disco) alle 16:26 del 19 giugno 2012 ha scritto:

Troppo buono...a parte le prime due..altre 3 carine...tutto così zwan, Oceania un mare di spezzoni...incasinato, tirato, mescolo di chitarre non melodiche...e i pezzi lenti non certo nelle braccia del sonno....mangiato pesante e velocemente. 6- va!

sickseven alle 17:26 del 19 giugno 2012 ha scritto:

Che "Infinite Sadness"

sickseven alle 17:29 del 19 giugno 2012 ha scritto:

Anche l'allestimento e la scenografia del palco danno tanto l'idea di una band che non ha più niente da dire.

NathanAdler77 (ha votato 6 questo disco) alle 21:20 del 19 giugno 2012 ha scritto:

I tastieroni, i tastieroni...Quasi commuove il modo ossessivo in cui Corgan rincorre lo "zeitgeist" della sua adolescenza, perso ormai in una risacca prog-synth-pop senza via d'uscita. Che testardo Billy. Omaggia i Rush e i Goblin (la lunga "Oceania"), gli Who di "Baba O'Riley" (l'intro di "Pinwheels", molto meglio live come buona parte dei brani qui presenti), i New Order busoni di "One Diamond, One Heart" e se stesso (il rifferama di "Rocket" autocitato in "The Chimera"). Mi viene il magone a pensare che questo rockettone epico e monocromatico, una versione bidimensionale del superbo e raffinato eclettismo dei veri SP, prenda praticamente ovunque voti più alti di "Adore": sarà colpa del caldo o dello spread, mah. Passabile, anche perché il buco nero del 2007 era profondissimo.

tramblogy (ha votato 7 questo disco) alle 22:24 del 19 giugno 2012 ha scritto:

Pero panopticon fa una porca figura!una meraviglia

NathanAdler77 (ha votato 6 questo disco) alle 22:49 del 19 giugno 2012 ha scritto:

"Pale Horse" è anche meglio, probably la miglior ballad corganiana dai tempi di "With Every Light".

tramblogy (ha votato 7 questo disco) alle 0:12 del 20 giugno 2012 ha scritto:

Oddio che pezzo e' with?....

NathanAdler77 (ha votato 6 questo disco) alle 0:57 del 20 giugno 2012 ha scritto:

Si trova nel tanto vituperato "Machina-The Machines Of God"... ghghgh

salvatore alle 11:25 del 25 giugno 2012 ha scritto:

Io "Machina" non lo considero un vero e proprio passo falso... Certo non all'altezza dei precedenti lavori, conteneva dei bei brani, a partire dai singoli estratti che funzionavano bene. Poi, scusatemi tanto, "Try try try" è bellissima!!!

"Oceania" non vedo l'ora di ascoltarlo... Gli SP meritano a prescindere... Il miglior gruppo grunge, perché erano grunge e tante altre cose!!!

Bellissima rece Simon

tramblogy (ha votato 7 questo disco) alle 13:55 del 25 giugno 2012 ha scritto:

Io trai trai trai non la sopportavo proprio...

tramblogy (ha votato 7 questo disco) alle 13:55 del 25 giugno 2012 ha scritto:

Io trai trai trai non la sopportavo proprio...

tramblogy (ha votato 7 questo disco) alle 8:09 del 20 giugno 2012 ha scritto:

Cavolo, disco abbandonato e impolverato con gli anni...inascoltabile...il declino...panopticon io la ritengo un pezzo sfuggito a mellon , forse superiore...

Franz Bungaro (ha votato 6 questo disco) alle 16:36 del 21 giugno 2012 ha scritto:

Quando uscì Mellon Collie avevo 15 anni, e pensavo che quella musica l'avesse partorita Dio (non Ronnie James, ma il principale) in persona e che niente di meglio esistesse al mondo. Oggi, 17 anni dopo, così come penso che al mondo esistano ed esisteranno album più belli di Mellon Collie, così penso che questo Oceania è (almeno per i primi ascolti) un album passabile. Della serie, non lo comprerò mai, ma lo ascolto volentieri in streaming. 6,5 il mio voto. Se avessi ancora 15 anni avrei dato 7 o forse qualcosa in più. Sta di fatto che la voce di Billy mi emoziona sempre...eh che ci posso fare...dopo questa indigestione di vocoder e falsetti, qualcuno che urla ancora la sua voce vera nel microfono come used to be quando si ascoltavano le canzoni nei walkman...

ThirdEye (ha votato 3 questo disco) alle 0:54 del 24 giugno 2012 ha scritto:

Quando si deciderà Zio Fester ad appendere la chitarra al chiodo? Finiti, strabolliti...l'ultimo lavoro degno di nota di zio Billy risale oramai a quasi 20 anni fa (il logorroico Mellon Collie, che alternava grandissimi brani a cagate pazzesche). Il meglio resta Siamese Dream..

tramblogy (ha votato 7 questo disco) alle 10:27 del 25 giugno 2012 ha scritto:

Quali sarebbero le cagate pazzesche di mellon?

ThirdEye (ha votato 3 questo disco) alle 23:29 del 7 marzo 2013 ha scritto:

beh forse cagate è esagerato, magari ero di luna storta quel giorno che commentai. Ma intendevo dire che accanto a capolavori assoluti ci sono brani ("Tales of a Scorched Earth", "Lily", "Beautiful"...) che personalmente mi sanno tanto di riempitivi. Rimane comunque un discone. Ma da li in poi...

tramblogy (ha votato 7 questo disco) alle 1:02 del 8 marzo 2013 ha scritto:

Ti rispondo nel 2014. Gh!

tramblogy (ha votato 7 questo disco) alle 20:38 del 3 luglio 2018 ha scritto:

azz...2018....ops

ozzy(d) alle 18:42 del 25 giugno 2012 ha scritto:

try try try farebbe schiattare un intera corsia ospedaliera di diabetici

Franz Bungaro (ha votato 6 questo disco) alle 15:03 del 3 luglio 2013 ha scritto:

Riascoltato oggi ad un anno di distanza dall'ultima volta. E' molto più bello oggi. Sottovalutato, da me in primis.

ulanbator86 (ha votato 6,5 questo disco) alle 13:06 del 20 febbraio 2015 ha scritto:

Pur non essendo un capolavoro ci son pezzi validissimi....e al contrario di quanto dice la recensione per me è il trittico iniziale ad essere sopra la media...e aggiungerei violet rays e inkless tra i pezzi sopra la media, nella loro semplicità...

ulanbator86 (ha votato 6,5 questo disco) alle 13:07 del 20 febbraio 2015 ha scritto:

Pur non essendo un capolavoro ci son pezzi validissimi....e al contrario di quanto dice la recensione per me è il trittico iniziale ad essere sopra la media...e aggiungerei violet rays e inkless tra i pezzi sopra la media, nella loro semplicità...

ulanbator86 (ha votato 6,5 questo disco) alle 13:07 del 20 febbraio 2015 ha scritto:

Pur non essendo un capolavoro ci son pezzi validissimi....e al contrario di quanto dice la recensione per me è il trittico iniziale ad essere sopra la media...e aggiungerei violet rays e inkless tra i pezzi sopra la media, nella loro semplicità...