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R Recensione

9/10

Smashing Pumpkins

Siamese Dream

Siamese Dream” è uno degli album che sintetizza al meglio il suono degli anni ‘90. Un hard rock moderno e variegato, in cui l’impeto del dirigibile targato Page-Plant e certe tenebrosità di matrice sabbathiana sono filtrate attraverso la freschezza del grunge e soprattutto intarsiate da schegge psichedeliche e new wave, come da lezione Jane’s Addiction. A ciò si aggiunge il talento e la personalità del leader Billy Corgan, capace di plasmare il tutto con un’attitudine compositiva di ampio spettro, baciata da oceanici consensi, e di forgiare chiaroscuri che travalicano i generi mantenendo una cifra omogenea. Il successivo e mastodontico “Mellon Collie And The Infinite Sadness” confermerà la statura del gruppo di Chicago, benché sia qualitativamente più frammentario.

Siamese Dream” esce nel 1993, due anni dopo il dirompente debutto “Gish”. Siamo in piena ondata grunge, e il gruppo si inserisce alla perfezione in questo filone: sia confermando in cabina di regia Butch Vig, nel frattempo salito agli onori della cronaca con “ Nevermind”, sia propinando testi e immaginario impregnati da quel “teenage angst” reso nel frattempo dominante da Kurt Cobain.

Buona parte dei brani di “Siamese Dream” si snoda dunque sui binari di un hard vibrante, nel quale melodie insidiose e la pulita produzione di Vig non sottraggono nulla in termini di impatto: esemplari in tal senso i primi due brani, “Cherub Rock” e “Quiet”. La martellante batteria di Jimmy Chamberlain fornisce scansioni ritmiche magistrali, su cui si inseriscono parti di chitarra al crocevia tra riverberi heavy, frammenti prog e dinamismo indie. Notevoli sono anche “Rocket”, in cui la voce dai tocchi glam di Corgan giostra perfettamente clangori metallici e fermentazioni gotiche, e “Geek U.S.A”, in cui intense tempeste chitarristiche si infrangono sulla risacca di un break centrale estatico e sognante, impreziosito da echi shoegaze. Meno riuscita, per quanto ammaliante, è la lunga sinfonia “Silverfuck”, evidente embrione della “Porcelina Of The Vast Oceans” che illuminerà il disco successivo: il debito verso i Jane’s Addiction di “Ritual De Lo Habitual” per quel modo di incastonare oniriche partiture ispirate ai Cure e dissolvenze lisergiche in un possente scheletro zeppeliniano è qui troppo evidente.

L’anima più schiettamente romantica di Corgan emerge felicemente in alcune ballate, che spezzano la tensione nei punti giusti. Sia negli acquerelli a lume di candela “Luna” e “Sweet Sweet”, sia nel toccante requiem acustico di “Spaceboy” Billy conferma la sua versatilità di autore, mentre la barocca “Disarm”, per quanto suadente, stabilisce uno standard un po’ retorico che il gruppo riproporrà spesso in seguito, con molta meno efficacia.

Siamese Dream” tocca però probabilmente il suo zenith in quei momenti in cui si compenetrano alla perfezione le componenti selvagge ed elegiache del gruppo: ciò accade in “Hummer”, i cui scintillanti turgori sfociano in un soffuso affresco di solitudine, nel calore anthemico cobainiano di “Today” ( chi non ricorda quell’intro di chitarra?), là dove le strepitose “Mayonaise” e “Soma” alternano sontuose vibrazioni elettriche a toccanti sussurri. Una carezza in pugno: questo è sempre stato il segreto di Billy Corgan, in fondo.

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Lux 7/10
Cas 9/10
Vikk 9/10
4AS 7/10
bart 8/10
giovanna 10/10
Miro 8/10
leax 8/10
NDP 10/10
poser 9/10
KSoda 8,5/10
luca.r 8,5/10
max997 10/10
zagor 8,5/10

C Commenti

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ozzy(d) (ha votato 6 questo disco) alle 19:34 del 23 aprile 2007 ha scritto:

non impazzisìco in generale per gli smashing pumpkins, in quanto credo difetti loro il substrato punk..sonostati un gruppo che ha sfruttato certe cose del grunge ( lo spirito,los tile) per riesumare il cadavere del rock agli steroidi degli anni 70, come si verificherà sopratutto nel successivo mellon collie...nel quale però l'ambizione almeno pagava, questo album invece mi sembra un po' troppo pulito nella produzione, e sostanzialmente meno importante di quanto si reputi.

ulanbator86 alle 12:12 del 24 febbraio 2019 ha scritto:

la tua descrizione per me è fuori strada....

Vikk (ha votato 9 questo disco) alle 1:03 del 29 maggio 2007 ha scritto:

qui raggiungono il massimo splendore gli Smashing Pumpkins, ma sarà anche il canto del cigno, con il disco successivo si trasformeranno per sempre in qualcosa di enorme. Un disco generazionale che pecca leggermente di una produzione non troppo efficace e a tratti caotica

thin man (ha votato 9 questo disco) alle 18:36 del 22 luglio 2007 ha scritto:

Le zucche vere sono queste

Splendido lavoro, superiore a Mellon Collie, molto bello ma decisamente più confusionario e ambizioso in termini non proprio positivi. Pezzi storici che designano uno dei più sound più caratteristici degli interi anni novanta. Peccato vederli e sentirli così al giorno d'oggi

Lux (ha votato 7 questo disco) alle 16:52 del 10 aprile 2008 ha scritto:

Un disco sopravvalutato forse...

ma comunque valido. Corgan ha un voce, come dire, asettica.

ThirdEye (ha votato 8 questo disco) alle 3:27 del primo ottobre 2008 ha scritto:

Un ottimo album....il loro apice creativo..poi verrà il discreto Mellon collie e di li in poi....Corgan non ne azzeccherà piu una.......

swansong (ha votato 8 questo disco) alle 14:51 del 14 novembre 2008 ha scritto:

Per certi versi meglio di Mellon...

...forse perchè meno pretenzioso, ma, sorry, la voce di Corgan mi irrita il sistema nervoso!

Mell Of A Hess (ha votato 9 questo disco) alle 3:43 del 5 marzo 2009 ha scritto:

Il mio disco preferito degli Smashing, o meglio di Corgan visto che, se non ricordo male, la leggenda narra che abbia fatto (quasi) tutto lui. Sarà il legame generazionale/affettivo, ma credo non sia caotico, il fil rouge è un ego "corgiano" completamente messo a nudo, ed anche nei pezzi più "tirati" e di derivazione Jane's, Sabbath etc. riesce a metterci quel tocco in più, il giusto preludio al Mellon Colossal.

Brani ben intercalati e Silverfuck il riassunto: concordo sulla "sinfonia", ché si sa che Corgan è prolisso ed a volte si lascia prendere la mano, però indica il mood dell'album, sempre in bilico tra quella sadness infinita e poi la rabbia improvvisa quando meno te lo aspetti, per questo non lo definirei caotico, piuttosto poliedrico, ma sempre su un punto di partenza fisso.

Per quanto mi riguarda a livello espressivo è un disco completo nella loro (sua?) produzione, sia a livello di sentimenti/situazioni espresse, sia a livello di suoni (che poi si raffineranno in seguito), se dovessi trovare una pecca è l'autoreferenzialità che a volte fa acqua, ma s'asciuga in fretta. La perla?Mayonaise.

Utente non più registrato alle 23:14 del 10 dicembre 2009 ha scritto:

RE:

c'erano anche delle strisce di fumetti su questa storia. zio corgan è di una prolissità a volte, clamorosa. Disco casinaro, frignante e poetico. Rocket!

4AS (ha votato 7 questo disco) alle 16:53 del 29 marzo 2010 ha scritto:

Corgan potrebbe concorrere per diventare il peggior cantante della storia. disco sopravvalutato

tramblogy (ha votato 10 questo disco) alle 19:08 del 29 marzo 2010 ha scritto:

voce bellissima. e proprio in questo contesto!

bart (ha votato 8 questo disco) alle 10:29 del 31 marzo 2010 ha scritto:

Ottimo album: eclettico e non dispersivo come mellon collie..

Roberto Maniglio (ha votato 9 questo disco) alle 23:20 del 18 maggio 2010 ha scritto:

anche secondo me, leggermente migliore di mellon collie

Liuk Pottis (ha votato 8 questo disco) alle 20:52 del 20 novembre 2010 ha scritto:

Gran disco! Pezzi come Cherub Rock, Today, Soma e Mayonaise sono autentici capolavori!

UndoneTheSweaterSong alle 12:54 del 4 luglio 2012 ha scritto:

Un disco fenomenale, il mio preferito in assoluto. Emozionante fino all'ultima canzone. Il miglior lavoro degli SP.

borgian alle 20:33 del 6 dicembre 2012 ha scritto:

Non male ma piccolissimo in confronto a mellon collie

voto 7

poser (ha votato 9 questo disco) alle 23:56 del 4 settembre 2013 ha scritto:

Album meraviglioso, uno dei miei preferiti in assoluto. Billy Corgan è uno dei songwriters più geniali della scena anni 90 e Jimmy Chamberlin dietro le pelli è una macchina da guerra.

ulanbator86 alle 12:10 del 24 febbraio 2019 ha scritto:

Ci sono almeno 5 pezzi clamorosi, stile unico, gruppo enorme, che si è perso qualche anno dopo però. Non capisco i detrattori...vorrei sapere quanti altri gruppi conoscete che abbiano uno stile talmente unico come gli s/p.

zagor (ha votato 8,5 questo disco) alle 13:34 del 24 febbraio 2019 ha scritto:

sì, oggettivamente la loro mistura sonora in questo disco era unica: hard rock ma non appiattiti sul grunge, amanti dello shoegaze ma non svenevoli come molti di quei gruppi, complessi ma senza sbrodolature prog ( come invece succederà in "Mellon Collie"). Irripetibile sogno siamese.

Utente non più registrat alle 14:08 del 24 febbraio 2019 ha scritto:

Sto disco non l'ho ascoltato, ma... Scaruffi gli dà 7,5.

NON può essere brutto.

zagor (ha votato 8,5 questo disco) alle 14:19 del 24 febbraio 2019 ha scritto:

Scaruffi non è proprio il massimo dell'attendibilità, comunque le sue valutazione sugli Smashing Pumpkins sono congrue.

Giuseppe Ienopoli alle 12:50 del 25 febbraio 2019 ha scritto:

Subito!!?? ... lo sconsiglio fermamente, magari più in là o per niente!

Per il fragile quadro psicologico di Adolf potrebbe essere letale, anche il nostro ministro dell'interno si adombrerebbe ...

... "- la santità di cittadinanza prima a chi scrive e vota in italiano e poi ma molto poi a chi pensa straniero e dissemina voti estranei e di bassa lega! -