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R Recensione

10/10

Television

Marquee Moon

Basterebbe una riga di recensione piena di aggettivi ammirati per descrivere Marquee Moon dei newyorchesi Television: inutile dilungarsi in chiacchiere, per trovare album d’esordio illuminati (e illuminanti) paragonabili a questo è necessario scomodare la banana dei Velvet Underground o il pifferaio dei Pink Floyd. Marquee Moon è sicuramente il documento più importante della scena gravitante intorno al CBGB di New York, culla del post punk e della new wave per ambo i lati dell’oceano.

Più compatto e più ispirato dell’esordio dei Talking Heads, più fresco ad oggi rispetto al Patti Smith Group, più colto dei Ramones, categoria superiore rispetto ai Cars e Blondie, più ponderato e meno drogato dei Pil, Marquee Moon è, senza retorica, un autentico spartiacque, ed impone Tom Verlaine come uno dei più arguti songwriters di sempre. Nondimeno, il disco consacra Tom Verlaine e Richard Lloyd come i nuovi eroi della sei corde.

Dall’iniziale See No Evil, che suona come avrebbero dovuto/potuto evolversi i Rolling Stones nel 76/77 invece di continuare a replicare la solita canzone all’infinito, a Friction, un boogie con break soul (ma non troppo) e le chitarre pseudo-virtuose in continua evoluzione, passando per Venus, che si nutre di umori sixties e west coast lisergica, con le due chitarre nuovamente avviluppate tra loro in dialoghi superlativi.

L’album, a conti fatti, non soffre mai momenti di stanca e vi si affastellano melodie squisite su chitarre sempre pulite, nessun effetto e poche distorsioni: un marchio di fabbrica che fa di Elevation una sorta di singolo per l’album, e di Torn Curtain l’ideale epilogo dal mood epico e solenne, arricchito da tristi tocchi di piano e ornato da minimali accordi chitarristici giocati su due tre corde, un uso di armonici che si incastona perfettamente nell'incedere indolente della traccia, ed un solo chitarristico finale che sembra sempre sul punto di collassare su se stesso (e che può ricordare dei Clapton o Gilmour vagamente sgangherati).

Per non parlare dei dieci minuti (abbondanti) della titletrack. Molto semplicemente il Manifesto del nuovo rock: chitarre ritmiche che si alternano soliste in un reiterato botta e risposta di grande impatto emotivo, una lunga jam strumentale nella parte centrale che suona new wave come avrebbero potuto fare i Velvet Underground se fossero sopravvissuti al loro triste destino, il basso in evidenza di Fred Smith e la batteria (di Billy Ficca) senza riverbero, asciutta, talmente attuale che sembra registrata la scorsa settimana, a suggellare un album che va a posizionarsi al fianco dei mostri sacri di sempre per importanza storica, e nondimeno si fa apprezzare come semplice delizia per le papille uditive. I Television sono l'anello di congiunzione tra la concezione rock old school.....e il nuovo che avanza, giustappunto di lì a poco la generazione dei padri del rock cadrà in disuso!

Un disco dopo il quale gli aspiranti chitarristi hanno dovuto rivedere molte cose del loro approccio allo strumento: semplicemente sbalorditivo.

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Voto degli utenti: 9,1/10 in media su 60 voti.

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Gimmy (ha votato 10 questo disco) alle 12:16 del 21 maggio 2007 ha scritto:

Certo...

Uno dei capolavori massimi della new wave, ma non sminuirei in questo modo Patti Smith, i Talking Heads o i Ramones...

Cas (ha votato 9 questo disco) alle 13:18 del 8 giugno 2007 ha scritto:

Questo album è proprio un gioiello...Raffinato e rivoluzionario allo stesso tempo!

Gabs (ha votato 10 questo disco) alle 1:26 del 18 giugno 2007 ha scritto:

beh, non dimentichiamoci di Richard Hell

Tom Verlaine è un genio della chitarra; perfino lo schivo Robert Fripp (che a tecnica non scherza) si è mosso da casa e lo ha seguito diverse volte in concerto con ammirazione.

Marquee Moon è un capolavoro di cesello e trama chitarristica, dall'indubbia e delicata sensibilità dei testi. Qui c'è tutto, si coniugano alla perfezione tecnica e poesia.

Nemmeno il grande Brian Eno riuscì alla fine a produrli, ed è tutto dire.

Nei Television con Tom Verlaine c'era (prima di questo disco) un certo Richard Hell che cantava e suonava il basso. L'attitudine di Hell era più punk e così il sodalizio finì e anche piuttosto male. Sinceramente e senza strombazzamenti considero i veri Television quelli che si possono ascoltare nel CD "Poor Circulation", che abbraccia il periodo fine 1974/inizio 1975: sono più vicini ai -Neon Boys- la precedente formazione di Verlaine e Hell... Questo disco invece è -puro- Tom Verlaine.

Rimangono anche da sentire, giusto per valutare la differenza, i demos prodotti in studio da Brian Eno. Attenzione a parlare della variegata scena del CBGB's e delle sue molteplici manifestazioni... Richard Lloyd no, è una onesta spalla e niente di più, non ha nè la tecnica e la sensibilità di Verlaine, tantomeno il carisma istrionico di Hell. In definitiva Marquee Moon è un disco da avere nello scaffale, da amare, da consumare. Io ho il vinile originale ed è uno dei dieci dischi che porterei sull'isola deserta.

conte max (ha votato 10 questo disco) alle 17:08 del 4 aprile 2008 ha scritto:

CHITARRE E PARADISO A NYC

ASSOLUTAMENTE UNO DEI DISCHI PIU' IMPORTANTI DELLA MUSICA ROCK DI SEMPRE : INNOVATIVO ELEGANTISSIMO PROIETTATO VERSO IL FUTURO .PROPORLO ALL'ASCOLTO DI CHI E' DISPOSTO POTREBBE CONTRIBUIRE A PRENOTARCI UN POSTO IN PARADISO.SEE NO EVIL FOREVER

boy_with_VU_tee (ha votato 10 questo disco) alle 16:57 del 10 aprile 2008 ha scritto:

Il miglior album di sempre?

Potrebbe essere. Un album assolutamente INCREDIBILE in ogni sua componente: chitarre affilatissime ed elegantissime, un cantato meraviglioso e dei testi che sono pura poesia decadente.

Mr. Wave (ha votato 10 questo disco) alle 21:09 del 8 giugno 2008 ha scritto:

Grandioso!

swansong (ha votato 9 questo disco) alle 18:21 del 20 ottobre 2008 ha scritto:

Stupendo!

Un album spettacolare, pieno di intuizioni melodiche, ma mai banali. E le chitarre poi, arrangiamenti deliziosi nella loro (apparente) semplicità. Che classe ragazzi, da scuola del rock!

thin man (ha votato 10 questo disco) alle 4:29 del 9 febbraio 2009 ha scritto:

Epocale

Da tramandare ai posteri

bargeld (ha votato 10 questo disco) alle 20:13 del 21 settembre 2009 ha scritto:

non l'avevo ancora votato?

lev (ha votato 9 questo disco) alle 19:15 del 15 ottobre 2009 ha scritto:

altra mia grande lacuna, a cui ho finalmente provveduto.

zuzzurellone (ha votato 6 questo disco) alle 16:28 del 29 ottobre 2009 ha scritto:

E' indiscutibile l'importanza storica dell'album ed il fatto che sia stato influente ma personalmente non mi fa impazzire: è ancora fermo a certi canoni rock, ancora troppo blues,

troppo virtuosamente guitar-oriented (seppur in maniera originale).

Le canzoni, a parte il picco della title-track, sono piuttosto convenzionali e la voce di Verlaine acerba.

Posso essere d'accordo sul fatto che i Television siano superiori a Patti Smith, ai Blondie o ai Cars, ma se si confrontano con le realtà più innovative della loro epoca ne escono con le ossa rotte, almeno in fatto di originalità (basti pensare ai Suicide o ai gruppi No Wave, solo rimanendo a New York).

Personamente trovo ben più entusiasmante la New Wave dotata di quell'approccio punk/post-punk che manca quasi totalmente ai Television.

REBBY (ha votato 10 questo disco) alle 16:33 del 29 ottobre 2009 ha scritto:

Sei proprio uno zuzzurellone eheh

Luca Minutolo (ha votato 10 questo disco) alle 18:03 del 29 ottobre 2009 ha scritto:

Fondamentale.....E oltretutto Marquee Moon è fra le mie canzoni preferite di sempre.....

synth_charmer (ha votato 9 questo disco) alle 13:39 del 16 febbraio 2010 ha scritto:

uno dei pochissimi album che mi riconcilia con il mondo rock. Che amarezza, il grande rock non c'è più..

alebabbo (ha votato 10 questo disco) alle 21:07 del 22 marzo 2011 ha scritto:

Patrimonio dell'umanità

Nella ristampa CD è presente anche "Little Johnny Jewel (Parts 1&2)", che va a completare questo capolavoro

stefabeca666 (ha votato 9 questo disco) alle 20:11 del 11 giugno 2011 ha scritto:

Definire questo disco più ponderato del debut dei Pil mi sembra sciocco. First Issue è un gioiello senza tempo difficilmente digeribile, uno strappo TOTALE con il punk che John Lydon stesso contribuì a consacrare ed al contempo ad affondare con quella figurina di Nevermind The Bollocks. Il punk voleva distaccarsi totalmente dalla vecchia cultura musicale bianca, e con i Pil Lydon ha trovato il modo di farlo: abbandonando il rock'n'roll più che presente nel lavoro coi Pistols e dando adito alle sperimentazioni sonore (ma soprattutto compositive). Quel disco in musica è quasi sinonimo di libertà totale, anche di prendere in giro l'ascoltatore e la casa produttrice (Fodderstomp ne è l'esempio lampante). Comunque per il resto, ottima recensione davvero. Chiedo scusa per l'appunto fatto ma mi sembrava doveroso prendere le parti di un altro disco a mio avviso fondamentale per l'evoluzione della musica moderna.

Dr.Paul, autore, alle 21:13 del 11 giugno 2011 ha scritto:

E fai bene a “prendere le PIL parti”. I miei paragoni ingombranti (che poi quello fra Television e Pil è il più forzato) volevano appunto stimolare una discussione che alla fine non c’è stata. Intendevo semplicemente dire che questo disco non teme confronti con nessuno... e credo che il tuo 9/10 non sia così distante da quel che penso io. Non sei d’accordo sul “più ponderato” ma sul “meno drogato” credo di sì ed è già qualcosa, no?

I primi due dei Pil sono tra i miei album preferiti di sempre, ma non sottovaluterei neanche l’esordio dei TH, di patti smith….e dico la verità, almeno per quanto mi riguarda, anche Cars e Blondie. Certo, Marquee Moon dei Television per me rimane il top sotto tutti i punti di vista!!! Chi non ne ha una copia è matto ghghghg… e grazie per i complimenti (finali)

bonnell (ha votato 10 questo disco) alle 10:50 del 13 giugno 2011 ha scritto:

disco da isola deserta! il passepartout della modernità e la recensione ne coglie appieno i meriti! otto brani uno migliore dell'altro!

dalvans (ha votato 5 questo disco) alle 16:52 del 23 settembre 2011 ha scritto:

Tedioso

Mediocre

dalvans (ha votato 5 questo disco) alle 17:33 del 5 novembre 2011 ha scritto:

Rivalutato

Discreto

Utente non più registrat (ha votato 8 questo disco) alle 14:28 del 24 marzo 2018 ha scritto:

Prova a ri-rivalutarlo allora

benoitbrisefer (ha votato 10 questo disco) alle 14:51 del 24 marzo 2018 ha scritto:

Sì hai proprio ragione Giorgio, o altra rivalutazione oppure per Dalvans vale il monito morettiano "continuiamo così, facciamoci del male"

Utente non più registrato alle 21:22 del 4 luglio 2012 ha scritto:

Il rock ormai stava uscendo dalla sua "età dell'oro"...ma qui siamo ancora nei pressi dell'eccellenza...

Molto bella anche Little Johnny Jewel (Parts 1&2), una delle bonus della ristampa.

braian-ino (ha votato 10 questo disco) alle 20:47 del 9 gennaio 2013 ha scritto:

Il Disco che ogni persona dovrebbe avere in casa.

alekk (ha votato 10 questo disco) alle 19:52 del 9 luglio 2013 ha scritto:

Straordinario. Con Remain in Light dei Talking Heads,con Modern Dance dei Pere Ubu e con l'esordio dei Suicide il più grande disco new wave di tutti i tempi! E non ci sono storie! Marquee Moon (canzone) è da leggenda

benoitbrisefer (ha votato 10 questo disco) alle 14:21 del 23 settembre 2013 ha scritto:

Uno di quei 3/4 dischi che a cavallo fra lo spegnersi dei '70s e gli albori del decennio successivo mi hanno cambiato la vita. Catartico!!

benoitbrisefer (ha votato 10 questo disco) alle 14:22 del 23 settembre 2013 ha scritto:

A pensarci bene in quegli anni forse sono stati anche 7/8 i dischi capaci di rimescolare la percezione dell'esistenza.....