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R Recensione

8/10

Danger Mouse & Daniele Luppi

Rome

Il progetto “Rome” nasce cinque anni fa dalle menti di Danger Mouse (Gnarls Barkley) e del compositore italiano Daniele Luppi. I due si conoscono da tempo, Luppi aveva suonato le parti di pianoforte nel primo album degli Gnarls Barkley, e la collaborazione era proseguita nel progetto “Dark Night of The Soul” dell’anno scorso. Poichè di Danger Mouse sappiamo tutto, sarà bene presentare Luppi, che è un personaggio curioso (a proposito, come al solito quelli bravi li facciamo scappare): grande studioso e appassionato di musica per il cinema, ha composto numerose colonne sonore per documentari e film indipendenti (si ricorda, uno a caso, “Inside Deep Throat”) e un omaggio ai grandi compositori italiani (Piccioni, Morricone) intitolato “An Italian Story”. Italia nel mondo, si diceva una volta, e andate a scoprire chi dovrebbe ringraziare tale Mike Patton per la brillante riuscita del suo “Mondo Cane”.  

Fermi lì perché ce n’è ancora. Per la realizzazione di “Rome” i due hanno chiamato a raccolta gran parte dei musicisti che collaborarono con Ennio Morricone negli anni ’60 e ’70 (Gegé Munari, Antonello Vannucchi, Gilda Buttà, i Cantori Moderni di Alessandro Alessandroni), hanno scelto due voci soliste d’eccezione (Jack White e Norah Jones) e deciso di suonare tutto con strumenti vintage dell’epoca (il basso di Fabio Pignatelli dei Goblin!) e registrarlo direttamente su nastro nel noto “Studio Forum” di Roma (fondato da Morricone, Piccioni, Trovajoli e Bacalov).  

Sebbene non possa esprimere interamente il potenziale fornito da tale premesse (ma d’altronde, come potrebbe?), “Rome” è davvero un disco in grado di trascendere i limiti imposti dal sistema di fruizione musicale moderno, fatto di brani singoli, apprendimento veloce e altrettanto veloce oblio. “Rome” riesce, in poco più di mezz’ora, a prendersi il tempo necessario per mettere in opera il suo affascinante proposito: conciliare le ariose e ricche ambientazioni morriconiane con le pretese di modernità dei suoi protagonisti (Danger Mouse, Jack White e Norah Jones) creando una fusione tanto complessa sulla carta quanto naturale nella resa finale.  

Un disco del 2011 che inizia presentando il proprio “tema” è una rarità: “Theme of Rome” è puro e totale “spaghetti western”, basso portante, polvere a chili e la voce di – udite udite – Edda dell’Orso. La successiva “The Rose With the Broken Neck” è il pezzo migliore del disco (e dell’anno in corso): cinematica nell’incedere, con un tema cantato in coppia da Norah Jones e Jack White e "doppiato" dal glockenspiel. L’effetto è lo stesso creato dai pochi artisti (Portishead, Air) che sono stati capaci, spesso con alterni risultati, di attualizzare l’immensa lezione del Maestro italiano.  

La presenza di Morricone è ingombrante (com’è ovvio che sia), soprattutto negli intermezzi strumentali che riproducono la struttura usata dal compositore per la creazione delle sue storiche colonne sonore: così, si alternano tra i brani malinconici carillon (“Morning Fog (interlude)”), diversivi vagamente orientali (“Her Hollow Ways (interlude)”), liquidi frammenti ambient (“The World (interlude)”) e sfide western (“The Matador Has Fallen”). Ma la sostanza è da tutt’altra parte: “Roman Blue” è uno “strumentale” imponente ancora ricco di richiami alla settima arte, ma “Two Against One” (vero e proprio “pezzo di bravura” di Jack White), “Black” (Norah Jones in salsa simil-Air), “Problem Queen” (ancora la Jones, questa volta virata pop alla maniera di Feist) e “The World” (epica cavalcata – perdonatemi – “indie-western”) sono canzoni in senso stretto. E che canzoni.  

Ben lontano dall’essere un semplice omaggio alla musica del passato, questo è un disco che – quasi senza volerlo - assolve una funzione importante: ricordare al mondo che l’Italia non è fatta solo di ladri e pagliacci.

 

V Voti

Voto degli utenti: 7,1/10 in media su 14 voti.

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REBBY (ha votato 6 questo disco) alle 12:04 del 13 maggio 2011 ha scritto:

Ma l'Italia è fatta anche di inguaribili romantici, talvolta insospettabili (che è Fabio, sei innamorato? eheh). Ascoltato in streaming tutta mattina (m'ha fatto da colonna sonora della mia mattinata lavorativa sic), in maniera distratta certo, ma non così distratta da non sentire che in The rose with the broken neck c'è anche (soprattutto) Norah Jones a cantare (doppiano il tema Jack White e il glockenspiel).

fabfabfab, autore, alle 12:08 del 13 maggio 2011 ha scritto:

(doppiano il tema Jack White e il glockenspiel).

... perchè non ho scritto così? ... ooops!

fabfabfab, autore, alle 12:22 del 13 maggio 2011 ha scritto:

Corretto

grazie Reb!

Dr.Paul (ha votato 8 questo disco) alle 14:23 del 13 maggio 2011 ha scritto:

i tre pezzi ascoltati ora mi sembrano splendidi! fabio, io ci sento tanto tanto tanto di the good the bad and the queen o sbaglio? danger mouse giustappunto è stato il produttore del disco di albarn-allen-simonon-tong. porca miseria che flash!!!

fabfabfab, autore, alle 14:45 del 13 maggio 2011 ha scritto:

RE: @Paul

fabfabfab, autore, alle 14:46 del 13 maggio 2011 ha scritto:

RE: RE: @Paul

Sì sì, hai ragione, si sente eccome. Tra l'altro Luppi aveva già arrangiato per Danger Mouse gli archi nel disco dei Broken Bells.. e si sente anche quello...

target alle 14:28 del 13 maggio 2011 ha scritto:

Non sentivo Fabio così preso da un disco non africano e Paul così euforico da eoni! Il primo pezzo qua sopra, in effetti, con quella sua scia (primi) Portishead, mi piace assai. A presto l'ascolto completo!

bill_carson (ha votato 6 questo disco) alle 15:46 del 13 maggio 2011 ha scritto:

uhm...

era disco del mese anche sul Mucchio, ora ne parlate bene pure voi...toccherà ascoltarlo

bill_carson (ha votato 6 questo disco) alle 10:18 del 15 maggio 2011 ha scritto:

mah...

non mi pare sta gran cosa.

synth_charmer (ha votato 7 questo disco) alle 19:51 del 20 maggio 2011 ha scritto:

bel disco è un bel disco, senza dubbio. È che forse con questi presupposti doveva essere un disco SPLENDIDO (l'ho approcciato convinto che lo avrei amato), invece mi lascia un po' con dell'appetito residuo. Uffa, uffa!

fabfabfab, autore, alle 10:37 del 21 maggio 2011 ha scritto:

RE:

Eh sì questo è vero. Con quell'armamentario poteva venir fuori qualcosa di epocale. Il fatto è che dovendo registrare tutto "in presa diretta" senza possibilità quindi di scambiarsi files o di effettuare sovraincisioni "a distanza" hanno avuto molti problemi a conciliare la disponibilità di tutti, quindi penso che alla fine abbiano dovuto rinunciare a qualcosa...

REBBY (ha votato 6 questo disco) alle 15:37 del primo giugno 2011 ha scritto:

Pur conoscendo l'importanza storica ed il valore acclarato di Morricone, non mi è mai interessato ascoltare la sua opera al di fuori dal contesto cinematografico. Sono anche consapevole che egli ha influenzato intere generazioni di musicisti, di cui alcuni da me molto amati (ad esempio Stan Ridgway), ma ciò non ha lo stesso fatto scattare in me la voglia di comprare un suo disco. Possiedo pochissime colonne sonore nella mia collezione ed è evidente che raramente mi hanno soddisfatto come "semplice album musicale" (tant'è vero che ho rivenduto o scambiato quasi tutte quelle che ho acquistato). Quest'opera, come ben spiega la bella recensione di Fabio, è dichiaratamente morriconiana fino al midollo. Di più, potrebbe sembrare una sua nuova (ed al passo coi tempi) colonna sonora preparata dall'aldilà. Indubbiamente un lavoro ben fatto e per quanto mi riguarda piacevole da conoscere, ma ho paura che, nonostante le raccomandazioni del recensore, a parte i due brani che preferisco (The rose with broken neck e Two against one), finirà presto nel mio personale "scaffale dell'oblio". O-O

stefabeca666 (ha votato 8 questo disco) alle 12:55 del primo ottobre 2011 ha scritto:

Madonna santa che atmosfere. C'è quasi tutto in questo disco, quasi tutto quello che cerco io.