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R Recensione

7/10

The Divine Comedy

Victory for the Comic Muse

Neil Hannon nasce a Londonderry - Northern Ireland, sognatore introverso, ultimo dei romantici, innamorato dell'Italia, sceglie il nome della sua band quasi per caso pizzicando nella libreria dei genitori il titolo dell'epico poema di Dante, the Divine Comedy.

Inizia a scrivere canzoni e con un po' di fortuna a pubblicare dischi per l'etichetta Setanta Records nel 1990; ispirato dalle letture di William Wordsworth, dalla visione di old movies, (tra le sue manie anche il film Camera con vista, "A room with a view", incentrato sul viaggio in Italia della protagonista). Ossessionato dalla lezione dei Maestri Nino Rota ed Ennio Morricone, fa sua anche l'eredità della scuola chansonnier francese, tenendosi sempre fieramente alla larga dalle mode del momento (madchester sound, brit pop, crossover, neo folk) produce del finissimo pop, spesso arricchito da partiture orchestrali, emozionanti ballads mai retoriche, movimentati jingle easy listening di spessore, echi di Bacharach, Beatles, Kinks.

Con il nuovo album Victory for the Comic Muse nulla di nuovo sul piatto, quasi un riassunto delle puntate precedenti, tuttavia le tracce scorrono senza passi falsi: la voce impostata di Hannon (spesso accostato a Jarvis Cocker) riesce sempre a scuotere l'ascoltatore, dal catchy pop del singolo Diva Lady a To Die a Virgin, passando per la magniloquenza melodica di A Lady of a Certain Age (terzo singolo estratto), sino all'imprevedibile cover Party Fears Two degli indimenticati Associates di Billy Mackenzie. Gli archi drammatici di The Plough e la rassegnazione nostalgica di Snowball in Negative, a chiudere con grande brillantezza l'ennesima fatica in studio. L'impressione è che Neil Hannon pur avendo esaurito l'effetto sorpresa che per un certo periodo ha contraddistinto il suo repertorio, abbia ancora molto da dire. L'album gode di una freschezza di espressività notevole, qualità rara per una band intenta a procedere lungo orme già tracciate, un lavoro decisamente ed ampiamente sopra la sufficienza, come del resto tutta la discografia dei Divine Comedy (in una categoria a parte stanno, ovviamente, i capolavori). Questo Victory for the Comic Muse potrebbe essere l'ideale iniziazione per chi ancora dovesse avvicinarsi alla band, un compendio tra il maestoso predecessore Absent Friends e gli introvabili (causa fallimento della Setanta Records) Casanova (1996), A Short Album About Love (1997) o Fin de Siècle (1998) oramai classici indiscussi del pop orchestrale.

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Voto degli utenti: 7,2/10 in media su 5 voti.
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loson 8/10
gramsci 7,5/10

C Commenti

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REBBY alle 19:05 del 17 dicembre 2008 ha scritto:

Avete visto cosa ha scritto Loson sui Divine Commedy

(OR)? E' un mostro! 12 pagine fitte fitte scritte

con il suo solito stile: da rilegare e tener da conto!