V Video

R Recensione

7/10

The Radio Dept.

Clinging to a Scheme

Prima di qualsiasi presentazione dei Radio Dept. (se dopo quel capolavoro che era “Lesser Matters” ne serve ancora una), un consiglio: fate partire, qua sopra, il non-video di “Never Follow Suit”. Foste voi a casa, in biblioteca, in ufficio, in un bar, in Giappone, dai nonni, in convalescenza, innamorati, in attesa dell’estate, vi si spiegherebbe comunque davanti agli occhi e dentro le orecchie una canzone pop semplicemente perfetta, che è quanto i due svedesi Johan Duncanson e Martin Larsson sanno fare, quando sono in forma, da ormai 10 anni. Vi accoglie un’intro tutta drums, poi un basso sinuoso in sincro con una tastiera dreamy sottopelle, e finalmente un piano balearico che ricrea un crepuscolo estivo ovunque voi siate. Il synth che riproduce gli ’80 sopra i primi colorati ’90, una linea vocale deliziosa, un sample black che cala la cultura urbana dei graffiti nell’odore di sabbia: tutto porta verso una piccola summa pop da archiviare negli annali. E da ascoltarsi in loop.

L’indie-pop sporcato e sfocato dei Radio Dept. ha sempre avuto un altissimo grado di evocatività, anche in quel disco meno ispirato che fu “Pet Grief”. Nel concetto, è quanto il recente movimento glo-fi ha portato agli estremi: si velano di leggere annebbiature suoni e melodie cristallini (come quando si sporca, su un foglio, il segno di una matita), dando loro una nuova consistenza, sognante, profonda, quasi sempre nostalgica, anche dove le basi elettroniche spingono più verso il dancefloor. Eredi di una certa tradizione electro-pop inglese volutamente introversa (non a caso da qualche mese nel myspace della band campeggia una foto d’annata di Chris Lowe, Pet Shop Boys), i Radio Dept. splendono nel regno delle anime candide, mescolando la naïveté scandinava più radiosa a una certa autistica timidezza («you want, you wanted to, but never dared to», dicono in “Never Follow Suit”: roba così, etica della rinuncia morrisseyana come se piovesse).

In questo “Clinging To A Scheme” le due attitudini coesistono, tra puntatine danceable più aperte rispetto agli esordi, vera novità del disco (“David”, “Heaven’s On Fire”, la “Never Follow Suit” di cui sopra), e momenti introflessi al limite dell’ipnotico (“A Token Of Gratitude”, il dolce finale di “You Stopped Making Sense”), del krauto (“Four Months In The Shade”, quasi certi Lali Puna strumentali) o dell’acustico à la Kings Of Convenience (“Domestic Scene”). A livello complessivo siamo, direi, a metà tra i due dischi precedenti, anche se qualche picco esige amore immediato: “Heaven’s On Fire”, ad esempio, sfoggia una solarità pop irresistibile, con intarsi marinareschi chitarra/piano e un finale in cui gli strati di strumenti diventano labirintici. Meno killerThis Time Around” e “The Video Dept.” (la più fedele al verbo shoegaze-pop), mentre piacciono i lievi disturbi distonici che accompagnano sullo sfondo la delicata “Memory Loss”, con una chiusa ‘so New Order’ e una scrittura pop da leccarsi i baffi.

Ora, il consiglio è di ascoltarsi tutto il resto del disco, a partire magari da quella “David” (già in un Ep del 2009) che trovate sempre qui sopra, e in particolare dalla sua strofa su due accordi che fa già capire da sola quanto dinamismo in più abbiano aggiunto gli svedesi rispetto al passato. E quanto poco altro pop di questo livello si senta in giro. Non goderne è peccato.

C Commenti

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salvatore (ha votato 8 questo disco) alle 10:58 del 9 aprile 2010 ha scritto:

Bravo Francesco! Bella recensione: breve ed incisiva, essenziale ed esaustiva, timidamente sentimentale... proprio come la musica del gruppo!

L'album (c'è bisogno che lo dica?) mi piace Aspettarsi un altro capolavoro, però, visto il talento di questi genietti, era lecito... Sono d'accordo con te sul fatto che Clinging vada a piazzarsi a metà strada tra i suoi predecessori. Grande disco dunque, con una buona dose di canzoni memorabili (Never follow suit, Memory loss, David, A token of gratitude, Four months in the shade, Heaven's on fire, e mi fermo che altrimenti le cito quasi tutte). Con la CERTEZZA che un altro CAPOLAVORO sia solo rimandato...

Dr.Paul (ha votato 7 questo disco) alle 16:29 del 15 aprile 2010 ha scritto:

non piu di 7

lev (ha votato 6 questo disco) alle 23:09 del 7 agosto 2010 ha scritto:

6,5

REBBY (ha votato 8 questo disco) alle 10:10 del 18 agosto 2010 ha scritto:

Ieri, per la prima volta, mi sono ascoltato Lesser

matters e questo di filato assieme. Riconfermo

ancor oggi che l'esordio merita per me il massimo

dei voti, in quanto senza dubbio tra i miei dischi

preferiti di questo nuovo millenio. Per il mio

gusto non ha punti deboli e lo ascolto senza cali

di godimento: un unico flusso sonoro che mi

provoca medesimo grande piacere, senza interruzioni e preferenze smaccate (son tutte figlie mie ste canzoni eheh). Clinging to a scheme

arriva otto anni dopo aggiungendo poco, solo altre

dieci canzoni, di cui almeno la metà della

medesima levatura (ossia non sfigurerebbero nel

disco d'esordio) e le altre poco sotto (massimo

un paio di tacche eheh). E' un album per amanti

fedeli, che sanno apprezzare anche le inevitabili

rughe che il tempo, senza pietà, regala.

4AS (ha votato 7 questo disco) alle 12:50 del 31 agosto 2010 ha scritto:

RE:

Rughe del tempo?? Ma sono solo al 3° disco! Cmq lo trovo gradevole, anche se potrebbero fare di meglio (essendo SOLO al 3° disco). D'accordo con te che l'esordio rimane insuperato. Deliziosa "Memory loss". La batteria elettronica però comincia a stancarmi...

REBBY (ha votato 8 questo disco) alle 17:36 del 31 agosto 2010 ha scritto:

Si solo 3 lp in 15 anni di carriera (ma anche una

quindicina tra ep, 7 pollici e singoli). Magari

qualche segno il tempo lo ha anche lasciato, in

particolare magari il genere non è oggi così

fresco e la batteria elettronica a qualcuno può

cominciare a stancare (eheh), ma certo per me resta sempre una gran bella band. E' ancora un

bel sentire, anche se siamo d'accordo che si

potrebbe far sempre meglio (ma non che sia così

facile visto che razza di album d'esordio sono stati in grado di realizzare).

salvatore (ha votato 8 questo disco) alle 19:58 del 31 agosto 2010 ha scritto:

RE:

Ti quoto in pieno Rebby, al 100%!

E consiglio a quanti non lo avessero già fatto, di recuperarsi i primi ep perchè sono una cosa straordinaria, a cominciare da "Pulling our weight".

salvatore (ha votato 8 questo disco) alle 11:42 del 11 gennaio 2011 ha scritto:

Bellissimo il video ufficiale di Never Follow Suit, una delle canzoni più belle dell'album:

target, autore, alle 11:49 del 11 gennaio 2011 ha scritto:

LA più bella dell'album! Tra i 'miei' pezzi del 2010. (E grazie del link: caricato).

salvatore (ha votato 8 questo disco) alle 20:32 del 11 gennaio 2011 ha scritto:

RE:

e di che?

4AS (ha votato 7 questo disco) alle 17:08 del 14 febbraio 2011 ha scritto:

23.03.10 concerto RADIO DEPT. + EVERYTHING EVERYTHING al circolo degli artisti di Roma.

Hexenductionhour (ha votato 7 questo disco) alle 19:40 del 13 marzo 2011 ha scritto:

bello

Bel disco,musica leggera e piacevole...si lascia ascoltare in qualsiasi situazione,senza "impegno".

L'unica pecca forse è il suono della batteria elettronica,avrei preferito qualcosa di più "acustico" o comunque un suono più umano e meno elettronico appunto,ma va bene così,altrimenti non sarebbero stati i Radio Dept...