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R Recensione

6/10

Nova 76

Serpenti sul tavolo

C’è molto dei Verdena nei Nova 76. Forse troppo.

 

Basterebbe tale asserzione per evidenziarne pregi e difetti, ma visto che i Nova 76 sono un gruppo rispettabile che avrà dedicato non poche risorse alla realizzazione del disco, è giusto ed opportuno spendere qualche parola in più.

 

Attivi da diversi anni e provenienti (guarda caso) dalla primissima provincia bergamasca, i Nova 76 sono al secolo Alberto Ubbiali in veste di chitarrista, cantante e mente del progetto, Emanuele Giambellini al basso e Matteo Nervi alla batteria. A partire dal 2005 danno alla luce un paio di demo e, dopo l’EP del 2008 (L'uomo uccide la sua Era), eccoli oggi con il nuovissimo Serpenti sul tavolo, adornato da un accattivante e stuzzicante artwork.

 

Dalle primissime note il parallelo con i Verdena appare palese, ma non i Verdena sofisticati e ampollosi dell’ultimo album, ne quelli giovani e sfacciati dell’esordio, bensì quelli ariosi ed onirici del riuscitissimo Il Suicidio dei Samurai. Basterebbe questo per spiegare il sound dei Nova 76, la cui idea di musica si traduce in un rock alternativo italico robusto e diretto, tendente al grunge, pur con una forte componente melodica. Il cantato (quasi) interamente in italiano permette di apprezzare testi interessanti e spesso ermetici, come da consolidata tradizione del genere.

 

Serpenti sul tavolo si snoda lungo nove tracce immediate ed energiche che regalano si qualche spunto interessante (Due dottori e un paziente, Il grande inquisitore, Yesterday) ma che, seppur non si registrino veri passaggi a vuoto, trova le sue lacune nell’assenza di un reale spunto creativo che conferisca all'album un’anima più palpitante. Immediatezza e melodia appaiono le armi più affilate del trio bergamasco, mentre Il difetto principe rimane la mancanza di una reale identità artistica, perché a fronte di canzoni piacevoli e ben suonate, la dipendenza dai pluricitati Verdena si fa a tratti imbarazzante (Credere nell’aria, Periodi ipotetici, Io ti aspetto) anche perché i Nova 76, ammettiamolo, non hanno il talento artistico e tecnico dei Ferrari brothers, ne la loro schiva sfrontatezza, ne tantomeno la ricercata audacia dei vari Marlene Kuntz e Afterhours.

 

In conclusione Serpenti sul tavolo non è affatto un brutto disco, tutt’altro, ma l’Io dei Nova 76 deve assolutamente essere sgrezzato e modellato al fine di ottenere un prodotto finito di qualità perché, sia chiaro, il materiale di partenza non è certo scadente. Tornando alla considerazione/domanda iniziale: c’è troppo dei Verdena nella musica dei Nova 76 ? assolutamente si ma, paradossalmente, non abbastanza.

 

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