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R Recensione

8/10

Ulan Bator

Rodeo Massacre

Rodeo Massacre ha avuto l’arduo compito, nelle intenzioni di Amaury Cambuzat (leader/chitarrista e fondatore della formazione, nata in Francia ma cresciuta in Italia), di condensare tutte le esperienze dei primi dieci anni di vita della band, cercando di catturare in un'unica fotografia le radici del passato e i rami possenti del presente.

Gli Ulan Bator si ri-presentano in trio (Manuel Fabbro al basso, Matteo Dainese alla batteria) e accompagnati da una folta schiera di amici: da segnalare l’ex Massimo Volume Emidio Clementi alla voce nella tagliente e corrosiva La femme cannibale mentre il violino di Massimo Gattei caratterizza l’alterata bellezza di Tom Passion, nello stesso modo in cui i sassofoni e i vibrafoni segnano l’ingresso di Torture tra i migliori brani di sempre del combo franco-italiano.

Il disco non “parte” subito: la sua valenza la si capisce solo dopo diversi ascolti, anche perché, ve ne renderete conto, Rodeo Massacre ha davvero nella sua parte centrale un cuore oscuro che palpita, coincidente proprio con le canzoni appena citate. Souvenir chiude invece il lavoro spostando l’attenzione sul pianoforte e lasciando completamente a riposo la chitarra, attraverso una jazz-song così come lo concepirebbe David Sylvian. Il math-rock che gli UB ci propongono è molto di più che un mero esercizio di stile: pertanto oltre a ricordarci i “padri americani” Don Caballero o i June Of 44 molte sono le influenze melodiche derivanti dai “math-rockers” ante litteram, i King Crimson (annate ’73 e ’74) o schegge di follia originate dai Can. Rodeo Massacre ha una foggia più compiuta e risoluta rispetto al precedente Nouvel Air (2003), nel quale gli UB hanno cercato di mettere a fuoco il proprio significato di “forma-canzone”: oggi questo concetto viene ulteriormente approfondito senza però smussare troppo gli spigoli.

Le oblique canzoni, imperniate come sempre attorno alla chitarra di Cambuzat, sanno colorarsi di tinte maggiormente dense e sanno fondere, in una pozione alchemica più riuscita, sobria psichedelia e una dissonanza che aspira a farsi melodia. 

[Recensione originariamente apparsa sul magazine Wonderous Stories]

V Voti

Voto degli utenti: 8/10 in media su 1 voto.
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C Commenti

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fabfabfab (ha votato 8 questo disco) alle 11:29 del primo marzo 2010 ha scritto:

Tra i miei preferiti (italiani e non) di sempre. Il trittico composto da "Ego:echo", "Nouvel Air" e questo "Rodeo Massacre" ha una media superiore all'otto.