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R Recensione

8/10

The Beatles

Magical Mystery Tour

Ad ascoltare quest’album senza inserirlo in alcun contesto, si potrebbe dire che è il migliore dei Beatles senza peccare di eresia. Contiene infatti non meno di quattro, cinque, forse sei loro capolavori assoluti. Non essendo però un progetto organico del quartetto, bensì la colonna sonora di uno dei loro filmetti (il più debole e dilettantesco) addizionata, per iniziativa della casa discografica d’oltreoceano, con brani di prima qualità che in quell’anno (il loro migliore!) erano preventivamente usciti come singoli, è il caso forse di soprassedere da un simile giudizio.  

La storia ha consacrato la versione “americana” del disco come l’unica a restare sul mercato. L’originale doppio EP (Extended Playing, formato tipicamente britannico presto caduto in disuso) voluto dai Beatles e comprendente le prime sei canzoni, ovvero quelle effettivamente usate per il film, è da tempo cimelio per antiquariato musicale. Il valore aggiunto costituito da quattro delle restanti cinque canzoni, posticce quanto si vuole, ma di mirabolante qualità, è inestimabile e artefice della sopravvivenza di questo “long playing” spurio rispetto all’originale progetto.  

Cominciamo allora dalla prima di queste perle aggiunte: “Hello Goodbye” è una di quelle vette McCartneyane che sprigiona intatta solarità, carica melodica, personalità, enfasi vocale ad ogni ascolto. Su una pianistica, discendente progressione d’accordi delle sue, l’allora venticinquenne talento di Liverpool innesta una linea vocale degna delle sue migliori caratteristiche, cioè ben estesa nella scala tonale e semplicemente geniale nel posizionamento sulle battute (non conta solo la bellezza della melodia, ma anche i suoi intervalli di silenzio, che la danno respiro e definiscono il suo contributo ritmico: sotto questo profilo questa canzone è magistrale). Unico difetto, una “coda” leggermente posticcia, con cori vagamente hawaiani e Ringo che picchia convinto sui tom, ai quali viene concesso per l’occasione un supplemento d’eco.  

Che dire poi della celeberrima “Strawberry Fields Forever”, canzone che avrebbe funzionato mirabilmente anche lasciata semplice semplice, voce e chitarra di Lennon. Ma quelli erano tempi psichedelici, di grandi esperimenti sui nastri dello studio e su nuove strumentazioni, nonché di accesa, (ancora) costruttiva rivalità fra i due galletti del pollaio Beatles… Come noto a molti, la versione definitiva e consegnata alla storia del brano è costituita dalla “cucitura”, molto ben fatta dati i tempi (oggi con l’ausilio dei computer sarebbe di relativa facilità), di due versioni sensibilmente differenti: la prima è più onirica e nebbiosa, con il flautato mellotron e la voce di John rilassata ed evocativa, la seconda più sanguigna e intensa, con la batteria di Starr che prorompe (per quelli a cui può interessare, allorché il lettore segna 0’58”) e rulla animosamente, gli stacchi delle chitarre elettriche ed il canto più asciutto e perentorio del Beatle.

"Penny Lane” era uscita mesi prima insieme a “Strawberry Fields Forever” in un 45 giri che deve probabilmente essere considerato il più “forte” di carriera, apice assoluto di qualità e popolarità. Escluse inopinatamente entrambe dall’album “Sgt. Pepper”, comunque destinato a gloria imperitura anche senza di loro, eccole una dopo l’altra su quella che era la seconda facciata di questo disco. Che dire ancora di questa sommamente famosa celebrazione di un angolo di Liverpool, visto che la conoscono anche i sassi? Ad esempio che è basata su di un’inedita stratificazione di quattro differenti pianoforti, voluta e trovata da McCartney per dare al brano un innovativo, sonorissimo, espanso andamento in battere. Che i cori d’alto pregio, metà pieni e metà in falsetto, sono fra le cose più infettive e abbaglianti del pop. Che le immagini testuali del quartiere d’infanzia, un poco nostalgiche e vere ma per lo più ruffiane e inventate, condite da qualche effetto speciale (campane ecc.) oggi suonano banali ma allora erano avanguardia (pop). Che l’agile assolo centrale di cornetta, ispirato a Bach, riesce esso stesso ad infettarsi della solarità e della letizia della canzone.  

Dopo simil terzetto, la quarta canzone aggiunta “Baby, You’re A Rich Man” fa la figura del riempitivo. Lennon fornisce la strofa, lo strimpellamento di clavioline (un antenato del sintetizzatore), nonché la voglia di mettere alla berlina, nel testo, il manager Brian Epstein. McCartney provvede a titolo e ritornello, per una decente ma non memorabile pagina di carriera, buona giusto come lato B del ficcante singolo subito a seguire, ed a chiudere l’album.  

Con la Lennoniana “All You Need Is Love” i Beatles toccano un’altra acme di carriera: lanciata in grande stile da una trasmissione in diretta e in mondovisione, evento al tempo proponibile giusto per Olimpiadi, Concili Ecumenici e sbarchi sulla Luna e poco altro, è dotata di semplice, poppistico, trapanante ritornello, nonché di testo in realtà buonistico ma al dunque (ritornello) immortale nella sua essenzialità, e ancora delle tipiche fanfare di ottoni che quell’anno infestavano più o meno tutte le cose dei Beatles. Geniale l’andamento greve e “dispari” delle strofe, perfetto per caricare alla grande i ritornelli, così sonori e potenti. In pratica, la prima canzone “da arena” della storia del pop e del rock, con dentro un’apertura all’assoluta facilità di canto ed alla gloriosità, cui di seguito si innalzeranno parimenti poche altre opere, tipo la famigerata “We Are the Champions” dei Queen od anche la “In the Name of Love” degli U2. Un inno insomma, niente di meno.  

Fra le sei canzoni restanti, vera e propria colonna sonora del film “Magical Mystery Tour”, è facile scovare un altro, ennesimo brano epocale. Diversa da qualsiasi altra cosa musicale fino a quel momento concepita “I Am the Walrus” è una zuppa incredibile dello stordito e disinibito Lennon in acido, messa insieme dal suo alter ego, il compìto, lucido, efficiente, equilibrato e professionale produttore/arrangiatore George Martin, dotato evidentemente, e particolarmente in questa occasione, di tonnellate di apertura mentale, disponibilità, persino coraggio nel razionalizzare in quattro minuti abbondanti gli sprazzi di genio di un capellone strafatto ma talentuoso. L’operina si dipana tra accordi in discesa ed archi in crescendo, voce distorta, inserti d’opera captati dalla radio, parole non-sense montate insieme un po’ per gioco (nei momenti di lucidità), un po’ no, e ai posteri il piacere di scavarci dentro. Non si può infine sottacere che intere fortunate carriere (Electric Light Orchestra?) hanno pescato esattamente da qui.  

L’esordio dell’album, con la canzone omonima, mostra l’iniziale spinta di McCartney verso un progetto molto simile all’ancor fresco “Sgt. Pepper”. I due dischi infatti sono entrambi aperti da una canzone enfatica e squillante, a preannunciare allegri e fantomatici eventi ed un unico, entusiasmante concetto che poi si stempera e svanisce dato che i brani risultano essere disomogenei e slegati l’uno dall’altro, ciascuno con la propria storia (salvo “Strawberry…” e “Penny Lane”, entrambi a celebrare cose di Liverpool).  

Meglio, molto meglio la seconda canzone, ancora del bassista. “The Fool on the Hill” è uno dei gioiellini non certo nascosti (cosa c’è di nascosto nel repertorio dei Beatles?), ma certo un poco defilati, che aiutano a non stancarsi mai nell’ascolto delle loro opere. La suggestiva e nobile idea di canto nello stile esteso, disinibito e convinto di questo ineguagliabile melodista (nella sua fase giovanile…), è per l’occasione farcita in ogni dove di bucolici flauti (uno dei quali, quello suonato dall’autore… piuttosto sullo stonato) nella solita, riuscita ricerca di affrancamento dalla situazione strumentale da complessino pop, chitarre basso e batteria.  

Sia lo strumentale “Flying”, debole jam session di studio arricchita (almeno nelle intenzioni) da nastri preregistrati, che il contributo di George Harrison “Blue Jay Way”, composta e suonata all’organo, fanno parte della porzione trascurabile del lascito dei Beatles. Non così è per “Your Mother Should Know”, ottima e con l’unico difetto di essere copia, inevitabilmente minore, dell’ineguagliabile “Penny Lane”: il piano ribattuto di McCartney viaggia anche qui alla grande e crea del pop di alta qualità.  

Mezza colonna sonora e mezza raccolta, “Magical Mystery Tour” è dunque concettualmente né carne né pesce, ma è impossibile fare a meno di questo disco se si vuole possedere il meglio dei Beatles. La disorganicità toglie fascino all’opera, ma non è giusto farle compromettere il valore delle singole canzoni. Da avere, dunque.      

C Commenti

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Cas (ha votato 8 questo disco) alle 10:08 del 19 maggio 2010 ha scritto:

la tua intro mi trova parecchio d'accordo. complimenti per l'attenta disanima!

hiperwlt (ha votato 9 questo disco) alle 13:03 del 19 maggio 2010 ha scritto:

sì Per Paolo, "the fool on the hill" è uno di quei capolavori "minori", un po' trascurati, della discografia dei beatles; e in questo discorso farei rientrare (discutibilmente, sia chiaro) anche "two of us" di let it be o "love you to" e "i'm only sleeping" di revolver (solo per citarne qualcuno): sono proprio questo tipo di brani che determinano la loro "assoluta" eccellenza, secondo me. prescindendo da "strawberry fields forever" e "penny lane", capolavori inviolabili, e appunto "the fool on the hill", impazzisco letteralmente per: "i am the walrus", burlesco e acido pezzo a firma Lennon; (soprattutto) per lo stacco iniziale di "you mother should know" (anche se il resto della canzone è davvero buono)...geniale!; per l'Harrison della sperimentale "blue jay way" (il lavoro in fase produzione è stato quanto meno bizzarro!). per la serie saltiamola, in "magical mystery tour", rientra a pieno merito "flying", la strumentale, concepita a quanto pare già in quel di amburgo. complimenti Pier Paolo!

loson (ha votato 8 questo disco) alle 13:48 del 19 maggio 2010 ha scritto:

Embè? Non sono ancora atterrati gli scaruffiani a dire peste e corna dei bitols? Svegliaaaaa!!! XD

simone coacci alle 14:41 del 19 maggio 2010 ha scritto:

RE:

Charlie Manson, dal carcere, fa sapere che se sente volare mezza mosca sull'argomento, Piero farà la fine di quell'avvocato che aveva cercato di far dichiarare non colpevole una delle sue ragazze.

Dr.Paul (ha votato 9 questo disco) alle 15:01 del 19 maggio 2010 ha scritto:

vabbe dai fool on the hill è trascurata solo da chi non conosce bene i beatles!! io rivaluterei alla grande your mother should know, quella si!! piu che una copia di penny lane è il macca che attinge dal vaudeville (la sua passione nascosta)....i divine comedy ancora ringraziano!! )

loson (ha votato 8 questo disco) alle 15:06 del 19 maggio 2010 ha scritto:

RE:

"io rivaluterei alla grande your mother should know, quella si!! piu che una copia di penny lane è il macca che attinge dal vaudeville (la sua passione nascosta)....i divine comedy ancora ringraziano!! )" ---> Quant'è vero... Nemmeno "Blue Jay Way" mi schifa, se devo essere sincero. "Baby You're A Rich Man", invece, nun se pò sentì.

Dr.Paul (ha votato 9 questo disco) alle 15:14 del 19 maggio 2010 ha scritto:

sisisi blue jay way e flying sono belle!

DucaViola (ha votato 9 questo disco) alle 15:16 del 19 maggio 2010 ha scritto:

Il film omonimo lo trovo, a differenza di ciò che si dice nella recensione, molto interessante, sicuramente più dei multi-finanziati "hard days night" e "help" (help sicuramente più bellino di hard days night). Il film porta avanti il concetto dell'autoproduzione con trovate bizzarre ed in perfetta linea con un certo cinema sperimentale dell'epoca.

Il disco è molto bello, non il mio preferito dei beatles ma decisamente un gran lavoro... per ora mi fermerei, accentuando il fatto che potrebbe essere il secondo volume del sergente peppe grazie a quell'aria strampalata e psichedelica che ancora si respira. Attendo con ansia i vari demolitori scaruffiani... hanno nuovo materiale su cui mettere i denti

loson (ha votato 8 questo disco) alle 15:19 del 19 maggio 2010 ha scritto:

RE:

Duca, sulla faccenda dei demolitori ti ho anticipato, eheheh

DucaViola (ha votato 9 questo disco) alle 15:25 del 19 maggio 2010 ha scritto:

RE: RE:

sì lo so... mi volevo accodare al richiamo

target (ha votato 8 questo disco) alle 15:22 del 19 maggio 2010 ha scritto:

Vabbeh, dai, "the foot on the hill" non è un pezzo in ombra; d'accordo con paul. E lo dico io che non sono di certo un fino conoscitore.

target (ha votato 8 questo disco) alle 15:24 del 19 maggio 2010 ha scritto:

Ah, "fino". Fine, ovviamente. Di certo non fini. Paul, non hai votato: è perché il 10 è scontato?

Dr.Paul (ha votato 9 questo disco) alle 15:27 del 19 maggio 2010 ha scritto:

targ, ma foot on the hill cos'è un outtake raro che hai solo tu? ghghgh voto voto, ma il 10 qui non lo possiamo garantire a nessuno giusto? ))

loson (ha votato 8 questo disco) alle 15:29 del 19 maggio 2010 ha scritto:

RE:

Oggi fratello Targ ha esagerato col grappino, mi sa... ;DDD

salvatore (ha votato 8 questo disco) alle 15:32 del 19 maggio 2010 ha scritto:

Io trovo che "the food on the hill" sia uno dei pezzi più belli dei beatles!

Dr.Paul (ha votato 9 questo disco) alle 15:34 del 19 maggio 2010 ha scritto:

the targ on the hill sees the sun going down...

target (ha votato 8 questo disco) alle 16:16 del 19 maggio 2010 ha scritto:

Minchia, pure foot! Più che sulla collina vado alla lavagna a riscrivere l'alfabeto!... Los, quand'è che vieni a trovarmi, così la grappa la finiamo in due?

loson (ha votato 8 questo disco) alle 16:30 del 19 maggio 2010 ha scritto:

RE:

Sono in un gabbio, Targ... A fine giugno termina il massacro. Dopo avrò un sacco di tempo libero per bere, mi sa, ghghghgh... O_o

hiperwlt (ha votato 9 questo disco) alle 16:34 del 19 maggio 2010 ha scritto:

certo Target, non dico che sia una canzone in ombra, ma il piano su cui intendevo parlarne è quello della risonanza-esposizione mediatica e verso chi sommariamente conosce i Beatles; non certo della critica musicale o di un, anche discreto, conoscitore dei beatles. magical mystery tour è un album che contiene canzoni uscite anche come singoli e tra queste c'è, ad esempio, un capolavoro come strawberry fields forever (lato a con Penny lane), che semplicemente sono stati più esposti, più conosciuti,e poi elevati a mito ecc. poi posso sbagliarmi, per carità. comunque giusto Paul, si parla dei Beatles: anche se intendevo tutto ciò, "trascurato" forse non è il termine più adatto

target (ha votato 8 questo disco) alle 16:50 del 19 maggio 2010 ha scritto:

Sì, ok, diciamo che non ha avuto la sovresposizione di una "All you need is love" (grazie, Alberto Castagna).

hiperwlt (ha votato 9 questo disco) alle 16:56 del 19 maggio 2010 ha scritto:

ahahah! sì, ma all you need è diventata un incubo per un sacco di gente in Italia, credo (e non è nemmeno una delle migliori, per me).

Happiness Stan (ha votato 9 questo disco) alle 17:18 del 19 maggio 2010 ha scritto:

E'il disco dei B. che ascolto di più.

Mi unisco al coro di adoratori di Fool on the Hill della prima ora. Per me è in assoluto LA CANZONE, da circa 30 anni nessun'altro pezzo è riuscito a scalzarla dal primo posto della mia personale classifica (se non sbaglio addirittura Alice ne fece una cover). Tra questi pezzi bitolsiani sottostimati, se gli scaruffidi mi consentono il termine, metterei anche Martha my dear dell'album bianco.

loson (ha votato 8 questo disco) alle 18:26 del 19 maggio 2010 ha scritto:

RE: Martha my dear

Cavolo, Stan, che pezzo! Strabiliante a dir poco, con quell'accelerazione centrale da far accapponare la pelle (al tempo stesso incredibilmente malinconica, non trovi?). Una delle mie preferite di McCartney.

swansong (ha votato 8 questo disco) alle 15:59 del 20 maggio 2010 ha scritto:

RE: RE: Martha my dear

Senz'altro! Oltretutto (sarà una coincidenza?) sul White Album, che non considero "complessivamente" il loro migliore, ci sono le 3 canzoni dei Fab4 che preferisco in assoluto: oltre alla già citata Martha, non sottovaluterei l'innovativa "Happiness is a warm gun" (meno di 3 minuti e pare un'opera rock!) e la rockettara "While my guitar gently weeps"...

DucaViola (ha votato 9 questo disco) alle 20:58 del 19 maggio 2010 ha scritto:

RE:

sono segnato sul forum da un po' di tempo e sicuramente non per farmi pubblicità... ma questa mi è stata offerta su un piatto di argento... stò registrando il mio nuovo album e fool on the hill è la cover dell'album... ben 13 tracce originali, con fool 14. Spero di essere stato all'altezza, ci sono andato in punta di piedi pur cambiando l'arrangiamento.

Happiness Stan (ha votato 9 questo disco) alle 17:21 del 19 maggio 2010 ha scritto:

Ho dimenticato una cosa: è il disco con la copertina più brutta di tutti i sixty!!!

galassiagon (ha votato 8 questo disco) alle 18:22 del 19 maggio 2010 ha scritto:

Non capisco come si possano ascoltare i dischi dei Beatles in Cd. Un insulto.

Non c'è nulla meglio registrato di un disco come questo , ma è su vinile che si apprezza ciò.

benoitbrisefer (ha votato 8 questo disco) alle 19:20 del 19 maggio 2010 ha scritto:

Recensione impeccabile e giudizi sui brani (quasi) del tutto condivisibili... ma proprio All You Need Is Love non riesco a mandarla giù! E neppure nella versione di Echo and the Bunnymen!!!

'Nuff said...

Roberto Maniglio (ha votato 8 questo disco) alle 23:05 del 19 maggio 2010 ha scritto:

dopo abbey road e sgt pepper è il disco che mi piace di più dei beatles

SamJack alle 14:21 del 20 maggio 2010 ha scritto:

grandissimo album dei mitici fab four..............

Happiness Stan (ha votato 9 questo disco) alle 12:20 del 21 maggio 2010 ha scritto:

Altro grande pezzo rimasto nell'ombra: For no one. Non dura neanche 2 minuti, ma, porca miseria....una perla assoluta!

hiperwlt (ha votato 9 questo disco) alle 12:43 del 21 maggio 2010 ha scritto:

for no one

sì, solo due minuti, ma sublimi come pochi! oltre ad essere anche per me tra le loro migliori, trovo che il testo sia particolarmente ispirato, sicuramente tra i più emozionanti (se non il più).

sarah (ha votato 9 questo disco) alle 23:20 del 21 maggio 2010 ha scritto:

Concordo, "Fool on the hill" e' uno dei vertici del Macca....

BeckChurry (ha votato 6 questo disco) alle 14:27 del 12 novembre 2010 ha scritto:

Un lavoro riuscito a metà che però contiene 3-4 pezzi che possono essere considerati tra i migliori della loro carriera.

salvatore (ha votato 8 questo disco) alle 15:10 del 12 novembre 2010 ha scritto:

Non sapevo di Alice. Comunque anche Mina ha fatto una cover (prescindibilissima) di "the fool on the hill"...

ThirdEye (ha votato 8 questo disco) alle 0:28 del 4 aprile 2012 ha scritto:

Sono l'unico a ritenerlo superiore al tanto idolatrato Sgt. Pepper's? Per me, insieme al White Album, è il loro più bello. E sicuramente si tratta del loro lavoro più psichedelico, altro che Pepper, che di psichedelico a mio avviso ha poco o niente, a parte la fama.

ThirdEye (ha votato 8 questo disco) alle 0:30 del 4 aprile 2012 ha scritto:

RE:

mezza stella in più

ThirdEye (ha votato 8 questo disco) alle 0:29 del 4 aprile 2012 ha scritto:

Ho sbagliato il voto..

DucaViola (ha votato 9 questo disco) alle 7:40 del 4 aprile 2012 ha scritto:

Sì Third, peccato non sia un originale a tutti gli effetti ma per metà una raccolta, e questo, per come la vedo io, ne "limita" i meriti anche se lo trovo grandioso sotto molti punti di vista. Sgt Pepper è un opera, anche se meno lisergica, sicuramente più compatta e convincente da un punto di vista discorsivo. Non credo che il fatto che uno sia più "psichedelico" dell'altro ne sancisca alla fine la superiorità. Comunque trovo sgt appastanza visionario (Mr Kite, Day in the Life, lucy in the sky) ed è stato il primo reale cambiamento dei Beatles anche se ovviamente numerose avvisaglie si erano già sentite in album precedenti, ma mai con l'apporto tanto massiccio di altri strumenti se non in sporadiche tracce.

ThirdEye (ha votato 8 questo disco) alle 0:11 del 5 aprile 2012 ha scritto:

RE:

Assolutamente no. Il fatto che si tratti di una mezza raccolta è un aggravante per Sgt. Pepper's! E non parlo di psichedelia, è superiore proprio a livello di songwriting per me, ha canzoni proprio superiori questa raccolta! Sul fattore "psichedelia" poi, volevo intendere che è molto più "acido" questo lavoro che Pepper, tanto osannato come album psichedelico dei Beatles! Tutto qui : )

tramblogy alle 12:57 del 5 aprile 2012 ha scritto:

Heeee?!!?

DucaViola (ha votato 9 questo disco) alle 15:27 del 5 aprile 2012 ha scritto:

Third, ognuno ha i suoi gusti e i suoi parametri di misura.

ThirdEye (ha votato 8 questo disco) alle 16:28 del 5 aprile 2012 ha scritto:

RE:

Logico. con questo non voglio dire che Sgt. Pepper's sia mediocre o altro, bada! resta pur sempre un disco della madonna. Aloha.

tramblogy alle 13:28 del 26 dicembre 2012 ha scritto:

Per nulla d'accordo con l'anteprima. Non mi sento obbligato ad inserirlo in nessun contesto, ma solo ascoltarlo, e non difetta per nulla aver inserito alcuni singoli che non appartenevano in nessun album , metterli successivamente per rendere un ep (bello comunque) un vero lp...tra l' altro non parliamo di distanze periodiche lontane , considerando che 6 mesi prima era uscito pepper. Dovrebbe influenzarmi l ascolto questa operazione di accorpamento o il fatto che i pezzi siano collegati ad un esperimento documentaristico riuscito male?sinceramente a me, personalmente non presente in quel periodo, non so se possa essere questa la vera giustificazione, cioe quella di trovarmi già un lp cosi, piuttosto di aver vissuto direttamente sia l 'ep che l esperimento, Booo?non esiste un pezzo brutto (un po' inferiore baby..). Anzi, ritengo pepper sopravalutato, sarà, dal punto di vista musicale l album piu lineare, ma dentro ci sono pezzi che non dicono nulla, o quasi, mentre magical anticipa una raccolta completa di singoli involontari che faranno parte di storiche, ennesime raccolte future.

loson (ha votato 8 questo disco) alle 0:10 del 27 dicembre 2012 ha scritto:

Ma infatti... Le circostanze che possono aver portato a questa compilazione, il motivo di questo accorpamento, mi lasciano del tutto indifferente... La scaletta è quella che è, e basta scorrerla per capire che qui ci stanno quasi solo pezzi da novanta.

Giuseppe Ienopoli (ha votato 8,5 questo disco) alle 17:58 del 27 dicembre 2012 ha scritto:

... magical tour in magic year ... solo bella musica nell'anno di grazia 1967!

alekk (ha votato 9 questo disco) alle 11:47 del 21 maggio 2013 ha scritto:

come canzoni presenti forse davvero il migliore dei Beatles(Abbey Road a parte). La prima parte brilla per The fool on the hill e I am The Walrus..,mentre la seconda parte è impeccabile,una canzone perfetta dietro l'altra. Una serie di delle massime composizioni Beatles di sempre. Hello Goodbye-Strawberry Fields Forever-Penny Lane!

Giuseppe Ienopoli (ha votato 8,5 questo disco) alle 13:46 del 21 novembre 2018 ha scritto:

... bruttino proprio non direi ... diciamo simpaticuccio ... I don’t know why you say goodbye, I say hello!!

RobertS alle 10:24 del 23 febbraio 2019 ha scritto:

Per me la title track è dinamite pura!

victor (ha votato 9 questo disco) alle 16:53 del 5 febbraio 2020 ha scritto:

ho votato 9 ma qui ci stava pure un 10 , anche solo per "I am the walrus" e il suo arrangiamento davvero unico nella storia della musica.

RobertS alle 11:02 del 22 giugno 2020 ha scritto:

[...]thought it was great. The LP of the same name was even better, because they filled it out with their recent amazing singles. The most magical and mysterious piece on the record though, for me, was Flying' which essentially seems to consist of a twelve-bar blues, except that all the chords are major, and the singing 'white'. So white actually, that it sounds like the 'Volga Boat Song', part two.

The effect is um what can I say oh you know the usual string of misleading, inadequate adjectives, um, how about 'this record is very nice so I like it'. P.S. I though the Beatles much more daring and inventive than most of us 'progressive' groups of the late sixties (apart from the Pink Floyd). Something to do with endless studio time replacing endless live gigs, I should think.

Robert Wyatt (1975)