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R Recensione

8/10

The Black Keys

Brothers

Osservando il volto barbuto e pallido di Dan Auerbach viene subito da pensare ad uno dei tanti invasati fuoriusciti da una qualsivoglia band metal scandinava dispersa nella tundra gelida.

Eppure, a scapito delle apparenze, il suo cuore è sempre arso di un fuoco blues incandescente scintillante di Funk e Soul. In un solo aggettivo, Dan è un personaggio “roots” nell’accezione più stretta e “statunitense” del termine. Vale a dire legato alle radici di un popolo, di una cultura e di tutto il mondo Rock. Sotto il suo viso pallido si nasconde un cuore nero pece denso di catrame, vischioso e grezzo come i primi album a nome Black Keys, poi discioltosi sotto il raggi bollenti del Soul/Funk di Attack&Release, battezzato nelle acque torbide della black music e dell’hip hop con il progetto Blakroc (un “white man” nell’impero dei “nigger”) e penetrato sottopelle, ostruendone i pori in Brothers.

Accompagnato dal fidato compagno Patrick Carney che continua imperterrito a sciorinare stomp secchi e precisi da metronomo umano, intrecciandosi perfettamente con le scorribande blues della sei corde di Dan, Brothers è il settimo parto discografico del duo di Akron, ed a conti fatti il più completo.

Risultato di una crescita musicale all’interno della black music (dal Blues all’Hip Hop), Brothers è il perfetto compendio di tutte le sfaccettature che i Black Keys hanno esplorato e sperimentato in quasi dieci anni di carriera, mantenendo il Blues come elemento base, e aggiungendo mano a mano nuovi ingredienti con la pazienza certosina di un topo da laboratorio, senza mai perdere di vista l’obiettivo primario: Sradicare le fondamenta della tradizione americana per nutrirsi delle sue radici irte e corpose.

Vero e proprio fulcro compositivo di questa sublimazione black/garage è il singolo apripista Tighten Up, lamento blues disperatamente sensuale (“I wanted love/I needed love”) scandito dalle ritmiche sculettanti del Funk che rallentano affogando inesorabilmente nel blues paludoso (unica traccia del lotto in cui c’è lo zampino di Dangermouse, come a dire “Firmo la presenza,  faccio il mio sporco lavoretto e me ne vado”).

Non sono da meno il blues sensuale di Next Girl, lo stomp trascinante di Howlin’ For You o la fanghiglia blues di She’s Long Gone che scorre lenta ed impetuosa lasciando spazio all’hard blues notturno Black Mud, ed alla fioca luce notturna screziata dall’hammond di The Only One. Passando lungo le sudice strade dismesse del Blues, il duo si incammina nei dolci sentieri della Motown in Never Give You Up e nei solchi curvilinei di Ten Cent Pistol vibrante di classe swing illuminata dalla luna. Stesse coordinate fanno vibrare le corde di clavicembalo della melodrammatica Too Afraid To Love You e il soul à la Isaac Hayes di The Go Getter impreziosita da guizzi di chitarra fuzz in levare.

A dare il colpo di grazia sono due gemme folk rock di rara bellezza come Unknown Brother e These Days di chiara ispirazione Youngiana, la prima immersa in una atmosfera blues elettrica e ballata folk d’altri tempi, e la seconda splendente di folk agreste da tramonto nelle praterie solitarie, immersa nel caldo abbraccio delle pareti lignee di una casa antica e dal sentore di erba fresca che accarezza l’anima in un soffio di pace.

Un altro capitolo della saga Black Keys, un altro grandissimo album.

 

C Commenti

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brian (ha votato 5 questo disco) alle 10:56 del 24 maggio 2010 ha scritto:

secondo me si rabattano come possono, ma come musicisti, oltre che "compositori", lasciano a desiderare.

tarantula (ha votato 6 questo disco) alle 11:20 del 24 maggio 2010 ha scritto:

Album sicuramente valido ma troppo proteso a cercare il motivetto "catchy". Una maggior complessità nella ricerca sonora avrebbe sicuramente giovato .

Luca Minutolo, autore, alle 11:34 del 24 maggio 2010 ha scritto:

Sicuramente non si discostano molto dalle sonorità classiche, ma la particolarità di Brothers risiede nelle atmosfere soul e motown maneggiate in maniera sapiente e molto orecchiabile...

Ivor the engine driver (ha votato 7 questo disco) alle 16:37 del 24 maggio 2010 ha scritto:

L'ho ascoltato anche se oramai avevo perso speranze sui BK (da Magic Potion in poi non mi era piaciuto quasi niente)....e invece sono riuscito a superare l'impatto terribile dei nuovi suoni che hanno (dove cappero è finito il riverbero da studio casalingo della batteria?), e mi sta piaciucchiando. E secondo me l'aver prodotto tutto da soli senza aiuti come su Attack e release ha giovato. Però 16 pezzi so un po troppi secondo me.

simone coacci (ha votato 8 questo disco) alle 17:01 del 24 maggio 2010 ha scritto:

L'esperienza nei Blakroc ha giovato. La metrica dell'hip-hop analogico e strumentale si fa sentire nella struttura di diversa pezzi. E il blues abrasivo e stilizzato degli esordi fa la ruota con il soul ("Never Give Up" sa di Stax come poche), il funk ("The Only One" è superba), tocchi folk e west-coast ("These Days"). Il tutto percorso da una vena sorprendentemente morbida, sensuale, quasi ballabile. Per me una grande svolta.

Ivor the engine driver (ha votato 7 questo disco) alle 17:05 del 24 maggio 2010 ha scritto:

sono d'accordo che era l'unico modo per non suonare sempre uguali a se stessi, però rimpiango un po' Thickfreakness e Rubber Factory. Pazienza

Alessandro Pascale (ha votato 7 questo disco) alle 11:06 del 28 maggio 2010 ha scritto:

eh rimpiango un pò anch'io gli esordi duri e puri. Questo è un album di gran classe, molto soulful e bluesettaro, vero, però mi manca un pò di grinta per i miei gusti. Giudizio comunque positivo dai

synth_charmer (ha votato 6 questo disco) alle 18:48 del 19 giugno 2010 ha scritto:

mm li sto ascoltando adesso, da ignorante. Ma spiegatemi un po': starebbero cercando di rispolverare i Rolling Stones? Cosa hanno di nuovo da dire oggi, cosa ci trovo in loro che non posso trovare negli Stones? Sono solo derivativi, o c'è qualcos'altro? Parlo da uno che ci capisce poco eh

rubens (ha votato 9 questo disco) alle 15:00 del 20 giugno 2010 ha scritto:

RE:

Capisco avessi detto, che so, i Dirtbombs, ma gli Stones: insomma, Carlo, mi pare che qui giochi un pò fuori casa E' come se ti chiedessi: oh, ma a cosa servono gli LFO ? Non c'erano già i Kraftwerk ?

synth_charmer (ha votato 6 questo disco) alle 15:27 del 20 giugno 2010 ha scritto:

il concetto era: in questo disco sento un'amalgama blues-rock (cosa che esiste da 40 anni) e poco altro. Al di là dei riferimenti migliorabili (si, gioco fuori casa , cos'altro offrono i Black Keys? Insomma, li trovo un po' fiacchi e retrodatati, cosa mi sfugge?

rubens (ha votato 9 questo disco) alle 19:12 del 20 giugno 2010 ha scritto:

RE:

Ho capito, ma come si fa a rispondere alla tua domanda se parte da presupposto sbagliato ? Blues rock è un termine generico quanto IDM: è come dire: questi fanno "solo" IDM: è un contenitore troppo grosso. Il blues rock lo si distingue per le sfumature, cosa dovrebbero fare, ibridarlo con la salsa per essere più originali ?

synth_charmer (ha votato 6 questo disco) alle 19:15 del 20 giugno 2010 ha scritto:

RE: RE:

sì sì, tutte le precisazioni che vuoi ma ancora nessuno mi chiarisce queste "sfumature" che caratterizzano i Black Keys rispetto agli altri

Lezabeth Scott alle 19:25 del 20 giugno 2010 ha scritto:

Sminuire tutti i dischi che non rientrano nel tuo orticello privato e pressurizzato è un pratica tanto infantile quanto diffusa. Mi meraviglio che ancora qualcuno ti risponda.

synth_charmer (ha votato 6 questo disco) alle 19:30 del 20 giugno 2010 ha scritto:

RE:

spiacente lez, hai sbagliato soggetto a cui rivolgere quest'accusa una cosa è la passione personale, ma mi piace ascoltare ogni genere. Io ora sto parlando di Brothers (" il nome di quest'album è Brothers", hai presente?) e ho perplessità su quest'album, mica sul genere. Io trovo più infantile fare i saccenti o i superiori con chi, in tutta umiltà, sa di essere poco competente su certi generi e parla da puro ascoltatore (o esistono dei requisiti anche per ascoltare?). Via, smettiamola di dire sciocchezze

rubens (ha votato 9 questo disco) alle 20:00 del 20 giugno 2010 ha scritto:

Si, ma tu mica hai detto che non ti piace, hai detto che non dice niente di nuovo: di un genere di cui evidentemente non conosci le evoluzioni dai Rolling Stones (ehm): è evidente che nel tuo ragionamento c'è un controsenso grande come una casa.

synth_charmer (ha votato 6 questo disco) alle 20:08 del 20 giugno 2010 ha scritto:

RE:

rubens, rileggi i miei commenti. Io non ho "detto" niente, ho solo fatto domande per approfondire e comunicato le mie prime impressioni. Punto. Non è il caso di trascinare ancora questa sterile conversazione. C'è qualcuno che mi parla dei Black Keys, di grazia?

synth_charmer (ha votato 6 questo disco) alle 9:52 del 21 giugno 2010 ha scritto:

"la particolarità di Brothers risiede nelle atmosfere soul e motown maneggiate in maniera sapiente e molto orecchiabile" --> ecco, questo commento mi è sembrato più incisivo della recensione (a volte le cose vanno dette in maniera semplice e diretta . E' proprio la chiave di lettura di questo album, la mossa giocata rispetto ai loro precedenti lavori. Tuttavia non mi è sembrata una mossa così decisiva per poterlo considerare un grande disco. Non si sono mai discostati molto dalle radici, cosa che può piacere ad alcuni,ma che a me suona come ripetitività. Luca, ma ora dovrò subire la tua ritorsione con una insufficienza in qualche mia recensione?

Luca Minutolo, autore, alle 10:02 del 21 giugno 2010 ha scritto:

No non preoccuparti, non sono un tipo vendicativo...Vengo solamente a prenderti sotto casa!! Scherzo ovviamente

REBBY (ha votato 7 questo disco) alle 8:38 del primo luglio 2010 ha scritto:

"Ebbbasta con sti 80, qui ci si da dentro con i 60

massimo 70. Qualche pepita soul, qualche pepita

rock blues e ...rythm & blues brothers, oh yeah.

Da ra ra ta, da ra ra ta, I'm not the one, I'm the

only one, I love you, I'm too afraid to love you,

da ra ra ta, da ra ra ta." Questo si che è un duo

(eheh). Niente di nuovo d'accordo e neanche la mia

tazza di musica quotidiana, ma un'onesta, sincera,

alternativa contemporanea ai classici del genere.

Un ascolto gradevole, orecchiabile (si) e rispettoso della tradizione. Una piacevole sorpresa anche per me! Certo poi concordo, con Ivor, che ci sono almeno 4 brani in più (che non

mi garban proprio), ma questo oramai è quasi un

mal comune e senza gaudio.

Ivor the engine driver (ha votato 7 questo disco) alle 12:26 del 2 luglio 2010 ha scritto:

cazzo, finalmente sto disco è venuto allo scoperto, ed è un gran disco. Riesce a non far rimpiangermi le cose vecchie, perchè è proprio un'altra cosa. Fino alla 10 ottimo, soprattutto da Tighten Up a il girone di basso ultra funk di Sinister Kid. Fossero solo queste le tracce sarebbe il disco dell'anno. Bello, alzerei di mezzo voto e me lo godo nel torrido weekend!

REBBY (ha votato 7 questo disco) alle 8:44 del 13 luglio 2010 ha scritto:

Quasi quasi la pensiamo uguale su questo disco Ivor. Il meglio per me lo danno da Tighten up a Ten cent pistol e le mie preferite sono The only one e Too afraid love you.

Alvyn (ha votato 7 questo disco) alle 20:05 del 25 luglio 2010 ha scritto:

Io Brothers lo promuovo ma solo in parte, in diverse canzoni ci sono troppi fronzoli che secondo me non si addicono allo stile dei BK, canzoni come Tighten up e Next Girl mi piacciono un sacco, curiosa anche la canzone iniziale Every Lasting Light che però sembra non centrare nulla con il resto dell'album... Inutile dire che rimpianco il sound grezzo e aggresivo dei primi album...

avalon73 (ha votato 9 questo disco) alle 21:03 del 15 ottobre 2010 ha scritto:

appena scoperti....FANTASTICO DISCO in cui c'è il meglio per un'anima tormentata come la mia in questo momento rock,rock-blues,blues,soul....adesso vado nel mio viaggio

NathanAdler77 (ha votato 8 questo disco) alle 15:12 del 18 ottobre 2010 ha scritto:

Baby, I'm Howlin' For You...

Auerbach e l'allampanato compare Carney sono due marpioni, in grado come pochi di rimescolare le carte in ambito blues\garage\soul. "Brothers" a tratti è irresistibile ("Everlasting Light", "Next Girl", "Sinister Kid", "Howlin' For You", "These Days"): anche Jake\Belushi approverebbe. Nella mia Top Ten dell'anno.

SamJack (ha votato 8 questo disco) alle 13:33 del 6 dicembre 2010 ha scritto:

Una delle migliori uscite di questo 2010...melodico senza scadere nella banalità, rivisitazione del blues (ma non solo) assolutamente valida...

bargeld (ha votato 8 questo disco) alle 13:40 del 14 dicembre 2010 ha scritto:

E' anche nella mia top10 dell'anno. Già solo per il funkysauro Frank.

raskolnikov (ha votato 9 questo disco) alle 15:29 del 7 aprile 2011 ha scritto:

spaccano!

Alfredo Cota alle 21:28 del 23 novembre 2011 ha scritto:

"Too afraid to love you" è sublime.

hiperwlt (ha votato 8 questo disco) alle 12:26 del 28 dicembre 2011 ha scritto:

mi unisco agli entusiasmi: mai avrei pensato che un disco blues rock (ma dal taglio così pop) mi potesse rapire in questo modo. i cold war kids, se voglio rientrare sui binari giusti, seguano un po' il loro esempio ! "everlasting girl", "tighten up", "too afreaid to love" e "next girl" in loop!

hiperwlt (ha votato 8 questo disco) alle 12:29 del 28 dicembre 2011 ha scritto:

* vogliono ** "everlasting light" *** "too afraid to love you"... ok, lasciamo perdere oggi

Franz Bungaro (ha votato 9 questo disco) alle 9:37 del 28 giugno 2013 ha scritto:

Il capolavoro dei Black Keys. Nella mia top ten personale dei migliori dischi degli anni 2000.

FrancescoB (ha votato 7,5 questo disco) alle 18:32 del 28 giugno 2013 ha scritto:

Il disco è incantevole e tremendamente rock, ma nel modo giusto: musica che ti prende per le palle dal primo all'ultimo accordo. Cazzona ma a suo modo raffinata, sempre trascinante.