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R Recensione

7/10

Tv On The Radio

Nine Types Of Light

Partiamo dalla fine, come nei blockbuster artificiosi del paraculo Nolan. “Caffeinated Consciousness” è un ibrido art-rock di riff reiterati e lussuoso rivestimento in pelle nera pop-soul: “Once In A Lifetime” nelle mani di Vernon Reid a occhio e croce suonerebbe così. Ecco, in quella dicotomia tra istinto black e bianco pop alternativo c’è tutta la peculiarità dei Tv On The Radio, punta di diamante della scena newyorkese anni Duemila in una ideale staffetta con il verbo new-wave e bravi a sporcarsi le mani nella modernità di un wall of sound indietronico. Una cosa rara, perché un conto è fare i pappagalli con qualche cartuccia da sparare subito dentro il caricatore revival-rocche (ogni riferimento a Strokes e Interpol è ovviamente voluto), un altro se il suono dei Television o del Bowie berlinese non è il fine ma un mezzo proiettato nel presente e, forse, nel futuro. Bisogna avere idee chiare e unità d’intenti se vuoi distinguerti dal mediocre mare magnum contemporaneo, qualità che fin dai germi di “Ok Calculator” non hanno mai fatto difetto alla dinamica band multirazziale del producer David Sitek.

Bene, chiarita l’alta considerazione nei confronti dell’omaccione soul Tunde Adebimpe e compagni credo che stavolta nessuno si straccerà le vesti per “Nine Types Of Light”. Quest’ennesimo esempio di prototipo post-wave dal parsimonioso motore di sorniona negritudine pop-rock e soundscapes digitali, che faranno la felicità dei broker col cravattino stretto in cerca del nuovo “Let’s Dance”, è una conferma dell’ambizioso progetto TVOTR (allargato ai Maximum Balloon dell’uomo-tuttofare David e all’esordio solista di Kyp Malone) e un preciso step di assestamento. I ragazzi mantengono la posizione, insomma, consapevoli che la melodia piaciona e vagamente trip-hop del singolo “Will Do” possono scriverla rilassati e col pilota automatico di “Airplane!” durante un barbecue. Idem i substrati di computer-programming, strumenti e fiati della danzereccia “Second Song” (i Massive Attack a un afterhour con il nano di Minneapolis), i richiami techno-messianici agli U2 di “Zooropa” dell’atmosferico mid-tempo “You” e il regale crescendo à la “Hurt” dell’intima “Keep Your Heart”, uggiosa ballad urbana avviluppata intorno al vertiginoso falsetto di Tunde.

La levigata produzione ha smussato ogni spigolosità in un minimale e confortevole soul cibernetico ed è quasi scomparso il tipico eco riverberato delle chitarre di Sitek e del barbuto Kyp, ormai un ricordo sporadico tra i synth spacconi del funk in doppiopetto “New Cannonball Blues” e le sfumature electro di un David Byrne funkadelico (“No Future Shock”). In una scaletta di dieci episodi-potenziali hit eppure priva del vero colpo da K.O. che tramortiva nel recente passato (non c’è una “Province”, ma nemmeno il discorso sulla dance “progressiva” e riformatrice di “Dear Science”) fanno un figurone i sei minuti di “Killer Crane”, un meditativo madrigale prog-folk (!) con i cori ipnotici di Adebimpe e Malone nel nome di San Peter Gabriel. “Nine Types Of Light” demarca il copyright della Tivù Radiofonica senza strabilianti effetti speciali, resta comunque prerogativa di pochi riuscire a smuoverti fondoschiena e cervello con la classe di questi esteti del ritmo. A volte “scendere è l’unico modo per risalire”. Capitava anche a quei personaggi nevrotici intrappolati nella mente di un regista sopravvalutato.

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Teo 7/10
REBBY 8/10

C Commenti

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rdegioann452 (ha votato 7 questo disco) alle 12:39 del 20 aprile 2011 ha scritto:

7 e mezzo

ottimo album. io l'ho comprato quasi a scatola chiusa, anche se già li conoscevo e avevo ascoltato qualche pezzetto qua e là. più lo ascolti più ti piace. promossi.

hiperwlt (ha votato 7 questo disco) alle 19:20 del 29 aprile 2011 ha scritto:

sì, il disco si mostra più pulito e easy-listening rispetto alle produzioni precedenti: anche senza pezzi miracolosi, le sole "caffeinated consciousness", "second song", "killer crane" e "future shock" bastano - e avanzano- per rendere "nine type of light", a suo modo (senza sfigurare al confronto) esaltante. Gerard Smith R.I.P.

hiperwlt (ha votato 7 questo disco) alle 19:31 del 29 aprile 2011 ha scritto:

ah,

rdegioann452 (ha votato 7 questo disco) alle 22:17 del 29 aprile 2011 ha scritto:

d'accordissimo e grazie per il link. tuttavia la definizione di "pezzo miracoloso" direi è introvabile.

REBBY (ha votato 8 questo disco) alle 16:27 del 8 novembre 2011 ha scritto:

In sostanza concordo anch'io con recensore e (pochi) intervenuti. E' un disco "più pulito ed easy listening rispetto alle produzioni precedenti", in cui "la levigata produzione ha smussato ogni spigolosità" trasformando la loro proposta musicale "in un minimale e confortevole soul cibernetico". A dire il vero questo "addomesticamento" era già iniziato con Dear science, ma qui viene portato a compimento. Resta comunque un buon album, immediatamente riconoscibile e "più lo ascolti (o) più ti (mi) piace" eheh

bill_carson (ha votato 8 questo disco) alle 12:41 del 17 marzo 2012 ha scritto:

band di cui mi innamoro, mi dimentico e mi re-innamoro

arrivatomi ieri l'altro Nine Types of Light: trovo sia la conferma del talento di questi negracci nerd .

forse, manca un po' di ritmo, ma suppongo che il disco sia stato proprio concepito in questo modo. Nine Types of Light ti fa venire voglia di guidare nella notte, ecco. Will Do scalda il cuore, Second Song e Caffeineted Consciousness fanno fanno smuovere e il culo e saltare, Second Song si rivela, ascolto dopo ascolto, brano d'autentica classe e Killer Crane è un perla assoluta, tenera e ammaliante, arrangiata magistralmente. bravi. Gerard Smith r.i.p.