Guillemots
Through the Windowpane
Da molte parti salutato, alla sua uscita, come disco dellanno ed entrato tra i finalisti del prestigioso Mercury Prize, lalbum desordio dei Guillemots è, al di là delle facili etichette, uno tra quelli che meglio hanno saputo conciliare la qualità artistica con le naturali esigenze discografiche di una band al suo debutto.
Una formazione geograficamente eterogenea (inglese il front-man Fyfe Dangerfield, brasiliano il chitarrista Magrao, rispettivamente canadese e scozzese, il bassista ed il percussionista) sembra poter in parte spiegare labbondanza di influenze e lampio spettro di orizzonti musicali che è possibile ritrovare in questo lavoro.
Con Through the Windowpane i Guillemots si inseriscono appieno in quel ramo della new wave che ha trovato nuova linfa nellincontro con la world music e riprendono, con rinnovata vitalità, il discorso iniziato anni orsono da artisti come David Sylvian e Talk Talk. Indubbiamente la musica dei Guillemots rivela una natura assai più mainstream rispetto a quella degli illustri predecessori citati, ma ciò non necessariamente le toglie spessore, né limita la portata dei percorsi sonori che emergono da una album come questo.
Stupisce soprattutto, per un opera prima, la ricchezza e la ricercatezza degli arrangiamenti proposti, a partire dallapertura semi-strumentale di Little Bear, passando per i fiati di Trains to Brazil e le orchestrazioni enfatiche di Redwings solo per citare alcuni momenti. Attitudini più tipicamente pop emergono nel primo singolo Made up Love Song #43 mentre Were Here suona come i migliori Mercury Rev in cui il falsetto di Donahue è stato sostituito da un baritenore alla Chris Martin. E a conquistarsi spesso la ribalta è proprio la splendida voce di Fyfe Dangerfield, tra le più virtuose ed eclettiche che si è potute ascoltare negli ultimi anni, in grado di passare dallintensità di ballate cariche di pathos come If the World Ends, alle vertiginose altitudini di Through the Windowpane.
Posta in chiusura, San Paolo è forse il momento più alto di tutta lopera, capace di sviscerare, lungo i dodici minuti della sua durata, lintero universo musicale dei Guillemots, fatto di aperture strumentali ed intensi momenti melodici intervallati da strofe dilatate, per terminare in un baccanale sonoro che mischia ritmi dal forte sapore etnico ad improvvise fughe orchestrali.
I Guillemots riescono con Through the Windowpane a liberarsi dall'etichetta di future promesse che i tre EP precedenti gli avevano cucito addosso e a confermarsi come artisti la cui fervida ispirazione già convive con una invidiabile maturità.
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