R Recensione

7/10

Buffalo Tom

Three Easy Pieces

Di questo passo il 2007 rischia di diventare un’appendice del rock targato 90s. Dopo aver assistito al ritorno degli Smashing Pumpkins i Buffalo Tom tornano nel giro che conta nella scia dei loro padri putativi, i Dinosaur Jr, tornati anch’essi pochi mesi fa con un disco (Beyond) sorprendente per freschezza e compattezza.

In effetti non si capiva bene la situazione del gruppo: ufficialmente mai sciolti ma il cui ultimo disco risale al lontano 1998. Non siamo al livello dei Guns’n’Roses per carità, rimane però un silenzio lungo e per certi versi inspiegabile, almeno quanto l’inatteso improvviso ritorno. Diciamolo subito però che alla notizia del nuovo disco dei Buffalo Tom gli aficionados come il sottoscritto non sono riusciti a trattenere un motivo di contentezza, che dischi come Birdbrain (1990) e Let me come over (1992) hanno fatto storia e non si trovano tutti i giorni. E anche quell’ultimo Smitten (1998) con cui si erano provvisoriamente congedati non sembrava così limitato da obbligare il gruppo a una "pausa di riflessione". Ben venga allora questo Three easy pieces e il suo indie-rock scanzonato, magari poco originale (specie a distanza di quasi un ventennio dall’esordio), ma sempre di pregevole fattura. Questi naturalmente non sono altro che i giri mentali che il sottoscritto si è fatto prima di ascoltare il suddetto disco. E in effetti non riesco a mettermi in testa che prima di formulare il minimo giudizio bisogna avere un minimo di esperienza per poter parlare. Così quella che voleva essere e stava diventando una recensione smaccatamente celebrativa per un gruppo cult viene parzialmente stonata da un ascolto meditato e ragionato che riesce a produrre qualche crepa nelle mura granitiche dell’edificio Buffalotomiano. Già perché il problema di Three easy pieces è, paradossalmente, che suona “troppo” Buffalo Tom, nel senso che ascoltando l’inizio di ogni brano si sa già come proseguirà e terminerà la struttura della canzone. Three easy pieces è esattamente quello che ci si aspettava dai Buffalo Tom. L’aver azzeccato per filo e per segno ogni dettaglio lascia un po’ l’amaro in bocca per la mancanza di ogni minima novità. In questo sembra di ritrovare lo stesso difetto dell'ultimo disco dei Manic Street Preachers (Send away the tigers). Forse il problema è che un gruppo dopo un certo numero di dischi dovrebbe avere il coraggio di appendere la chitarra al chiodo se non ha nulla di nuovo da dire. Altrimenti si va a finire tutti come i Rolling Stones.

Nonostante queste riflessioni personali assolutamente inutili bisogna dire che il disco c’è, è bello e fatto molto bene, soprattutto ci sono le canzoni. Come vuole tradizione Bill Janovitz e soci alternano sapientemente splendide ballate e brani più tirati barcollanti tra il power-pop alla Replacements (la spigliata Good girl, la vibrante Bottom of the rain) o alla Lemonheads (September shirt, Three easy pieces) e un country-rock dal sapore nordico (Gravity) assieme all’appiglio più solido per i Buffalo: il rock possente dei Dinosaur Jr (CC and Callas, Renovating) che però si sentono soprattutto nei lenti che di fatto sono i punti più toccanti del disco. In ordine di apparizione troviamo Bad phone call, languida e romantica ma un po’ monotona nel coretto vocale. You’ll never catch him è un semi-acustico molto più emozionante con l’ottimo giro di basso di Chris Colbourne lo splendido cantato passionale di Janovitz. Lost downtown non riesce a raggiungere lo stesso livello emotivo, cosa che riesce invece alla splendida accoppiata pianoforte-voce di Pendleton, uno dei gioielli del disco. Hearts of palm puzza di deserto e sudore e probabilmente i Pearl Jam farebbero di tutto per poterla rubare a Janovitz. Thrown ha anch’essa il sapore di un southern-rock (nonostante i Buffalo Tom siano di Boston) accennante alla tradizione Uncle Tupelo-Wilco. Cosa rimane da dire? Forse i Buffalo Tom non sono usciti con un capolavoro, ma con un album intenso, onesto e frutta di una adeguata ispirazione. Coi tempi che corrono non è cosa da poco. Per le novità preferiamo indirizzare verso il nuovo disco dei Liars.

V Voti

Voto degli utenti: 7/10 in media su 1 voto.
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