V Video

R Recensione

7,5/10

R.e.m.

Monster

Dopo avere raggiunto il successo planetario con il pop spensierato di Out of Time e gli umori acustici e teneramente malinconici di Automatic for the People, nel 1994 Stipe & soci si resero conto che, per rimanere a galla nell’immenso e confuso calderone musicale degli anni novanta, avrebbero avuto bisogno di seguire l’esempio di altri due dinosauri del decennio passato, U2 e Depeche Mode, contaminando il proprio sound con i generi che più rappresentassero le giovani generazioni di allora. Mentre i colleghi europei videro la soluzione in una sorta di rock elettronico con influenze industrial e trip hop, i R.E.M. scelsero di strizzare l’occhio all’ormai incancrenita scena di Seattle, distorcendo al massimo le chitarre, inasprendo le melodie e rinforzando le ritmiche. Ciò che ne è venuto fuori è il controverso Monster, un’opera aliena nella discografia dei quattro georgiani, un album crudo, discontinuo, per certi versi claustrofobico e se vogliamo anche un po’ kitsch (esempio: King of Comedy), ma che vede in questo il proprio punto di forza, abbandonando le epiche ballate alla Man on the Moon e le sonorità jingle-jangle degli esordi. Anche Stipe prende le distanze dalle liriche criptiche e intimiste o dai moniti ambientalisti dei quali ormai aveva fatto il proprio marchio di fabbrica, trasfigurandosi in personaggi psicologicamente e sessualmente deviati, che contribuiscono all’effetto straniante dell’ascolto di Monster e a renderlo una mosca bianca rispetto alle produzioni precedenti e successive.

Il meglio del disco si concentra nelle prime cinque tracce, fra le quali spiccano il travolgente intro, nonché singolo apripista, What’s the Frequency, Kenneth?, probabilmente uno dei migliori pezzi dell’intera carriera dei R.E.M., e la “gemella” Crush With Eyeliner, peculiare per il cantato-parlato di Stipe. Degne di nota sono anche I Don’t Sleep, I Dream, grazie all’arpeggio ipnotico di Peter Buck nelle strofe e al timbro acuto del cantante nel ritornello, e Star 69, un simil-punk anomalo per il gruppo, con le parole del cantante rese quasi incomprensibili da un volutamente eccessivo effetto eco.

Della seconda parte dell’album gli episodi validi sono la lullaby erotica Tongue, nella quale Stipe sfoggia un insolito falsetto, il requiem di Let Me In, dedicata all’amico Kurt Cobain nonché a River Phoenix, quasi interamente basata sulla sola voce del cantante accompagnata dalla chitarra distorta, con batteria e tastiere che intervengono solo alla fine, e il pezzo conclusivo You.

La seconda parte, tuttavia, è anche quella che più scricchiola: si concentrano infatti qui gli episodi che rendono Monster un esperimento non del tutto riuscito. È proprio quando il gruppo cerca di essere se stesso che fallisce, finendo solamente per produrre due sbiadite copie delle canzoni di maggior successo: Strange Currencies non è nient’altro che una Everybody Hurts in do maggiore, Bang and Blame una Losing My Religion elettrica. Ma i momenti peggiori sono l’orrenda I Took Your Name, resa ancora più noiosa da uno Stipe monotono e soporifero, e l’inutile Circus Envy, che con quel ritornello vagamente sixties forse non avrebbe sfigurato come brano minore su Tiny Music degli Stone Temple Pilots (1996).

Monster fece discutere all’epoca dell’uscita e ancora oggi è oggetto di dibattito fra gli appassionati, con giudizi che spaziano dall’acclamazione alla stroncatura. Nonostante il successo ottenuto allora, il disco ha poi sofferto col passare del tempo di un processo di oblio, soprattutto per via della decisione della band, negli anni duemila, di ritornare sui propri passi, vanificando ciò che di fatto è stato, coi suoi pregi e i suoi difetti, un sincero tentativo di rinascita artistica e di combattere l’inevitabile rischio di cadere nell’autoreferenzialità.

A seguito della pubblicazione di Monster, i R.E.M., ritrovato lo spirito di rock band, intraprenderanno il primo tour dopo ben sei anni, costellato tuttavia da una serie di eventi sfortunati, culminati con l’aneurisma cerebrale che colpì il batterista Bill Berry, che due anni dopo abbandonerà definitivamente la band.

Sarà proprio durante questa tournée che verrà registrata la maggior parte dell’album successivo, New Adventures in Hi-Fi, una specie di summa fra Monster e tutta la produzione precedente, nonché testamento artistico della band, la quale dopo l’addio di Berry non sarà più la stessa.

V Voti

Voto degli utenti: 7,3/10 in media su 12 voti.
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zagor 7/10
PehTer 7,5/10
luca.r 5/10
Wonderful 8,5/10

C Commenti

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nebraska82 (ha votato 7,5 questo disco) alle 21:31 del 23 novembre 2016 ha scritto:

In Monster i REM Si sono guardati un po' intorno ("What's the frequency Kenneth" e "Crush With Eyliner" ammiccano bene al grunge e all'alt-rock di quegli anni, "king of comedy" ricorda gli U2 di "Zooropa") ma il succo dello stile dei georgiani è rimasto intatto: soltanto la scrittura zoppica un po' nella seconda parte. "Let me in " la mia preferita.

zagor (ha votato 7 questo disco) alle 12:14 del 26 novembre 2016 ha scritto:

c'è pure thurston moore ospite in un brano se non ricordo male, e si sente,....un buon disco, si vedeva che dopo i toni un po' lagnosi e crepuscolari dei lavori precedenti volevano tornare a suonare dal vivo con un repertorio piu' grezzo e immediato.

Paolo Nuzzi (ha votato 7 questo disco) alle 8:48 del primo dicembre 2016 ha scritto:

Buon disco, di sicuro minore tra la discografia eccellente di Stipe e soci, perché discontinuo ma anche coraggioso in alcuni punti. Concordo su I took your name che su disco suona scialba, ma dal vivo è spaventosa e potente. Volevano rimettersi in pista e suonare live, ha ragione Zagor. Comunque una band straordinaria che è entrata nella storia, anche per la maniera dignitosa con la quale ne è uscita.

Paolo Nuzzi (ha votato 7 questo disco) alle 8:49 del primo dicembre 2016 ha scritto:

Volevo dire all'interno della discografia anziché tra la discografia, va bene, il concetto si è capito, spero

zagor (ha votato 7 questo disco) alle 13:26 del primo dicembre 2016 ha scritto:

si, il loro ultimo tour era stato quello di Green, poi si erano rinchiusi in studio per i due album della consacrazione planetaria. Tra l'altro all'epoca ci fu chi maligno' e parlo' di AIDS per spiegare la latitanza di Stipe, il bassista dei Manic Street Preachers aggiunse "spero proprio che Stipe faccia la fine di Freddie Mercury" LOL...poi tutto risolto e dopo MOnster tornarono a fare concerti.

benoitbrisefer (ha votato 6,5 questo disco) alle 22:28 del 14 dicembre 2016 ha scritto:

Fin da subito non mi piacque (certo sono i REM e qualcosa di buono c'è sempre...) e per quanto periodicamente lo abbia riascoltato, magari con l'inconscia speranza che invecchiando, come un buon whisky, avrebbe acquisito un altro sapore, ne sono sempre rimasto alquanto deluso. Certo non ha aiutato il fatto che il successivo New Adventures in Hi-Fi sia quasi un capolavoro. Ora grazie all'ottima recensione, che introduce le ragioni di un cambiamento che allora fu piuttosto spiazzante, mi riaccingo ad affrontarlo per l'ennesima volta e chissà.... Per il momento ovviamente voto sospeso; all'epoca del primo ascolto sarebbe stato o "6 politico" o "6 per la carriera", il risultato non cambia.

luca.r (ha votato 5 questo disco) alle 11:05 del 21 marzo 2017 ha scritto:

disco a dir poco noioso... coraggioso, ma noioso

baronedeki (ha votato 7,5 questo disco) alle 17:23 del 21 marzo 2017 ha scritto:

Anche le prime cinque sono noiose?

zagor (ha votato 7 questo disco) alle 19:20 del 21 marzo 2017 ha scritto:

la doppietta iniziale è bella scoppiettante infatti, tra le loro cose migliori di sempre con riff memorabili e distorsioni a mille:peccato che il resto del disco non sia cosi.

baronedeki (ha votato 7,5 questo disco) alle 19:38 del 21 marzo 2017 ha scritto:

Ne poteva nascere un Ep grandioso . Peccato che in quel periodo (fine 93 inizio 94) Cobain diede buca un paio di volte a Buck e Stipe mi sarebbe piaciuto ascoltarlo in versione Lanegan esordio o secondo album .

Petronius (ha votato 9 questo disco) alle 22:26 del 28 marzo 2017 ha scritto:

ho sempre diffidato dei critici musicali, e la recensione di questo album mi conferma questa diffidenza. Visto che si ritiene Monster, album a metà, forse perchè non si accetta che una band possa provare vie nuove e percorrerle in maniera diversa, originale ed anche convincente. La "perla" della recensione, "i momenti peggiori sono l’orrenda I Took Your Name, resa ancora più noiosa da uno Stipe monotono e soporifero": si vede che non ha mai assistito ad un concerto dei R.E.M., questa canzone è sempre presente.

K.O.P. alle 22:50 del 28 marzo 2017 ha scritto:

Premetto che sono iscritto da poco e che dei R.E.M., conosco soltanto Losing My Religion per il momento e presto ascolterò la loro discografia, ma penso che qui non ci sono tutti critici musicali ma soprattutto dei grandi appassionati di musica. Spero di essermi fatto un'idea giusta ahahah

PehTer, autore, (ha votato 7,5 questo disco) alle 22:55 del 28 marzo 2017 ha scritto:

Mi spiace deluderti, non sono assolutamente un critico musicale, ma un universitario sbarbato appassionato che ogni tanto ha voglia di dire la sua, e questo sito me lo permette. Sull'"accettare il nuovo percorso" e tutta l'arringa che hai fatto dopo, ti rispondo che evidentemente non hai letto bene la recensione, visto che ho più volte elogiato la svolta elettrica, anzi affermando che il successivo New Adventures è un grandissimo disco nel quale i nostri hanno centrato appieno l'obiettivo. Per quanto riguarda il "disco a metà", è quello che penso, mi dispiace che questo ti faccia arrabbiare, ma trovo grandi solo 2 pezzi, 6 buoni e i restanti 4 proprio non li digerisco. D'altronde, ebbene sì, in musica ognuno ha i suoi gusti. Anche quella che tu chiami "perla della recensione" è una semplice espressione dei miei gusti, e so bene che I Took Your Name era uno dei loro cavalli di battaglia dal vivo, ma purtroppo la detesto, sia in studio che live, e riconfermo ogni lettera di ciò che ho scritto. Alla prossima

K.O.P. alle 23:01 del 28 marzo 2017 ha scritto:

Visto che avevo ragione! Ahahah

Petronius (ha votato 9 questo disco) alle 18:01 del 29 marzo 2017 ha scritto:

Il mondo è bello perchè è vario, come i gusti musicali. Che spesso seguono la tendenza o la maggioranza: ecco che un album in controtendenza rispetto ai precedenti, deve essere oggetto per forza di qualche critica. Forse si sarebbe preferito un disco che ricopiasse Authomatic For The People, o magari qualcuno precedente. Magari, con questa logica sarebbero pure da criticare, che so, i Beatles di Revolver, per la decisa svolta musicale ... Tornando a Monster, a quanto vedo nessuno nota una cosa, è album del 1994, anno della morte di Kurt Cobain, c'è pure la canzone a lui dedicata, ma anche la volontà di interpretare, in maniera originale, quella tendenza musicale che aveva visto nei Nirvana uno degli elementi fondamentali. E quindi non si nota che una band è grande anche quando "invade" altri campi. E' questo che rende notevole questo album, l'essere in pratica un "unicum" nella produzione musicale dei R.E.M., che dimostra come i quattro fossero anche eccellenti nell'andare "oltre" il loro campo.

PehTer, autore, (ha votato 7,5 questo disco) alle 18:11 del 29 marzo 2017 ha scritto:

Ok, dopo questo commento si capisce che tu della recensione non hai proprio capito nulla ahahah. Fra l'altro fosse stata una stroncatura, qui su SdM 7,5 corrisponde al giudizio di "ottimo", anche se capisco che un fan ottuso vorrebbe vedere tutti 10 per i propri idoli e solo parole di elogio sterile. Comunque ti consiglio di spostarti su un forum dedicato ai 4 georgiani, almeno lì puoi trovare gente per il quale non nutrire diffidenza.

Petronius (ha votato 9 questo disco) alle 19:30 del 29 marzo 2017 ha scritto:

non posso che inchinarmi al pensiero del tuttologo musicale PehTer, che adesso fa pure l'esegeta del pensiero altrui. Farai carriera, possibilmente in politica.

PehTer, autore, (ha votato 7,5 questo disco) alle 20:11 del 29 marzo 2017 ha scritto:

Mai aspirato al titolo di tuttologo musicale, e ho intrapreso una strada ben diversa dalla politica, anche se comunque spero di fare carriera nel mio ambito. L'unico ad avere fatto l'esegesi del mio pensiero, fino a prova contraria, sei stato tu, che dal nulla te ne sei venuto fuori accusandomi di:

- non accettare che una band possa provare vie nuove ecc.

- non avere mai guardato un concerto dei REM perché non mi piace I Took Your Name

- avere dei gusti musicali che seguono la tendenza

- non avere compreso le intenzioni della band

- non notare che una band è grande quando "invade" altri campi

Infine, privo di argomentazioni, intervieni con questo "simpaticissimo" commento, e spero vivamente che questa sia la mia ultima replica.

zagor (ha votato 7 questo disco) alle 21:54 del 29 marzo 2017 ha scritto:

il voto medio dato dagli utenti è 7.2, in sostanza identico a quello del recensore...ed è il giudizio che generalmente si da' di "Monster", un buon disco non del tutto riuscito e che non spicca particolarmente nella loro carriera. Ci sono due-tre brani di auto riciclo ( strange currencies, bang and blame) e altri 2-3 poco riusciti. Altri 5-6 invece sono tranquillamente da annoverare tra le loro cose migliori ( anche il soul di "Tongue"). Quindi la media è 7 o 7 e mezzo, che per me ai tempi del liceo era un signor voto. Stacce.

Petronius (ha votato 9 questo disco) alle 23:42 del 29 marzo 2017 ha scritto:

della serie, siccome la maggioranza la pensa così, devi pensarla pure tu come la maggioranza. Ne prendo atto.

zagor (ha votato 7 questo disco) alle 9:24 del 30 marzo 2017 ha scritto:

puoi sempre andare su www.michaelstipe.com, li vedrai che la media sarà 9.1 LOL

Petronius (ha votato 9 questo disco) alle 10:40 del 30 marzo 2017 ha scritto:

cioè vi fate i compari, se uno è in difficoltà o non sa cosa dire, c'è l'altro che interviene e fa io gioco dello specchio.

PehTer, autore, (ha votato 7,5 questo disco) alle 11:34 del 30 marzo 2017 ha scritto:

Mai stato in difficoltà e ho sempre saputo cosa dire, dato che ho risposto ad ogni tuo commento (o meglio, a ogni tua provocazione). Semplicemente questo sito è popolato, per fortuna, soprattutto da utenti dotati di buonsenso e spirito critico, che ascoltano musica con passione senza venerazione verso qualche idolo. Non ho invece tuttora capito lo scopo della tua utenza, ti sei iscritto l'altroieri solamente perché ti sei indignato che un disco della tua band preferita possa non essere considerato un capolavoro da qualcun altro? Se avessi fatto una recensione mettendo 10 al disco scrivendo solamente lodi su lodi ti saresti sentito più realizzato? A questo punto ti auguro di non visitare mai DeBaser, altrimenti scateneresti la più grande crociata della storia.

zagor (ha votato 7 questo disco) alle 13:14 del 30 marzo 2017 ha scritto:

Trovo semplicemente ridicolo frignare per un 7,5, abbi pazienza. Ho capito che sei un super fan dei georgiani ( hai appena messo 10 a AFTP), ma devi capire che c'è anche chi ha un approccio diverso.

zagor (ha votato 7 questo disco) alle 14:33 del 29 marzo 2017 ha scritto:

peggio dei critici musicali ci sono solo i fanboy infatti LOL...battute a parte, la tua recensione è perfetta ed equilibrata, poi è chiaro che non piaccia a chi metterebbe 9 a tutti i dischi dei georgiani ( i quali comunque in questo sito vantano diversi 9, quindi non si è certo prevenuti nei loro confronti). E non a caso tutti i loro dischi di quegli anni vengono generalmente considerati migliori, sia dai critici che dalla maggior parte dei fan.

PehTer, autore, (ha votato 7,5 questo disco) alle 16:14 del 29 marzo 2017 ha scritto:

Grazie del supporto ahaha, a questo punto non oso immaginare la reazione del nostro Petronius qualora dovesse incappare nella recensione di Around the Sun col suo bel 2

baronedeki (ha votato 7,5 questo disco) alle 16:06 del 29 marzo 2017 ha scritto:

Premesso che nessun album dei R.e.m. è da 9 (forse Murmur Document e Automatic si ci avvicina) il problema dei R.e.m. è sempre stato lo stesso quello di non riuscire a mantenere il livello alto dalla prima a l'ultima canzone di un album .

baronedeki (ha votato 7,5 questo disco) alle 19:56 del 29 marzo 2017 ha scritto:

Non capisco dove sta' il problema 7,5 non è una stroncatura anzi ma dove sta' tutto sto. coraggio di cambiare quando il cambiamento è puro interesse commerciale nell'accodarsi alla moda del momento (Cobain e soci). Come bene detto da Zagor l'uno due iniziale è superlativo poi non vedo altro o meglio troppa differenza col resto.

benoitbrisefer (ha votato 6,5 questo disco) alle 14:08 del 30 marzo 2017 ha scritto:

Date le roventi polemiche in corso è con un po' di soggezione che intervengo nuovamente, come promesso, per un giudizio che partisse da un ascolto sgombro dalle impressioni personali non positive all'epoca dell'uscita del disco. Sono passati anni, i gusti inevitabilmente mutano e comunque si fanno più complessi e oltre alla pancia anche la testa vuole dire la sua; eppure continuo a pensare che sia uno dei momenti meno felici dei REM, ad eccezione della coppia di brani iniziale il resto o non mi dice nulla o, in qualche caso non mi piace proprio come il falsetto invasivo di Tongue. Il voto resta sufficiente perché sono i REM e ci metto un mezzo voto in più per la doppietta iniziale, am oltre proprio non riesco ad andare. E assicuro che sono uno che i REM gli ama (guardate i voti ad altri dischi della band) che li segue fin dall'uscita di Murmur (non sono di quelli che gli hanno scoperti all'epoca di losing my religion) ed ha avuto occasione di vederli dal vivo, ma sottoscrivo chi ha detto che poteva venirne fuori un ottimo EP e niente più.

zagor (ha votato 7 questo disco) alle 14:24 del 30 marzo 2017 ha scritto:

Nemmeno "Let me In" te gusta? Io la trovo grandiosa, all'altezza della doppietta iniziale. Forse appena appesantita da troppa distorsione, ma affascinante comunque.

benoitbrisefer (ha votato 6,5 questo disco) alle 14:16 del 30 marzo 2017 ha scritto:

Sarei anche curioso, e lo dico senza alcuna volontà polemica, anche di un giudizio di Petronius (ma non solo sdi lui) su Reckoning che viene snobbato nelle varie recensioni dei REM presenti sul sito e che personalmente trovo uno degli album più riusciti e intensi della band di Athens

zagor (ha votato 7 questo disco) alle 14:21 del 30 marzo 2017 ha scritto:

eccomi! a me piace molto "reckoning" pero' l'ho sempre trovato un "Murmur 2" ( vedi "so.central rain" che inizia come "talk about the passion", con quell'attacco da "indie-byrds" che ha fatto scuola). Preferisco "fables of the reconstruction", che, anche grazie alla produzione di Joe Boyd, si distacca da quel canovaccio.

PehTer, autore, (ha votato 7,5 questo disco) alle 16:20 del 30 marzo 2017 ha scritto:

Come dice zagor, Reckoning è una sorta di Murmur 2, nel senso che ne ricalca la stessa formula, ma comunque il livello qualitativo è lo stesso, soprattutto grazie a Camera, che mi mette i brividi, compensando Don't Go Back to Rockville per la quale invece non mi strappo i capelli. Diciamo che io considero da 9 tutti i dischi da Murmur a Green, eccezion fatta per Document (8,5).

baronedeki (ha votato 7,5 questo disco) alle 19:30 del 30 marzo 2017 ha scritto:

Petronius ti posso dare un consiglio sperando di non essere insultato. Chiedi scusa e prendi esempio da Benoitbrisefer che carinamente chiede anche a te un giudizio su Reckoning. Anche a me è capitato di non pensarla come la maggior parte ma questo non ti.autorizza gli insulti che non sono altro che mancanza di argomenti. Scontrarsi in modo educato arricchisce .

ThirdEye (ha votato 8 questo disco) alle 14:11 del 12 aprile 2017 ha scritto:

L'ho sempre amato sto disco. D'accordissimo poi su 'New Adventures In Hi-Fi' , l'ultimo grande album firmato R.E.M. ... "Up" bello a metà. Poi, la discesa verso il nadir (aka 'Around the Sun'). "Accelerate" era carino però.

Utente non più registrat alle 10:26 del 12 marzo 2019 ha scritto:

Rivolto ai fan dei R.E.M.: vorrei conoscere bene questa celebre e brava band, secondo voi può bastare se prendo due raccolte? Pensavo a e a "The Best of R.E.M." del '91 e a "In Time: The Best of R.E.M. 1988-2003", che coprono immagino gran parte del loro repertorio migliore. Che ne dite?

zagor (ha votato 7 questo disco) alle 10:40 del 12 marzo 2019 ha scritto:

come introduzione possono andare bene, anche se, come in ogni raccolta, ci sono spesso i brani piu' famosi e di maggiore presa rispetto a quelli migliori....tipo in "In time" ci sta quella cagatella ruffiana di "stand" ma non il capolavoro "world leader pretend" e manca "country feedback" che da tutti i fan è considerato uno dei loro apici.

Utente non più registrat alle 12:40 del 12 marzo 2019 ha scritto:

Il punto però è questo: i R.E.M. hanno fatto un grande numero di canzoni notevoli, ma non album una serie di album-capolavoro, o almeno questo mi sembra di afferrare. Quindi invece di comperare tipo 5 album buoni ma non ottimi, credo che valga più la pena di comprare un paio di belle raccolte: a tuo parere quale paio di raccolte potrebbe essere il "miglior paio"? (Per gli Abba c'è Abba Gold, ma i R.E.M. ne hanno fatte tante di raccolte!)

zagor (ha votato 7 questo disco) alle 14:39 del 12 marzo 2019 ha scritto:

banalmente, fai una immersione nella loro discografia per via digitale e vedi cosa ti piace...per me loro sono una band che ha scientificamente usato questo metodo per durare a lungo, inanellando una serie di buoni/ottimi dischi in cui c'era sempre qualche imperfezione invece di sparare subito tutte le cartucce buone facendo 2-3 capolavori ( come i loro coevi Replacements, ad esempio).

PehTer, autore, (ha votato 7,5 questo disco) alle 15:03 del 12 marzo 2019 ha scritto:

Secondo me no, né la raccolta che citi tu né "Part truth ecc." che teoricamente dovrebbe essere la loro antologia possono bastare, più che altro non condivido la "selezione" che hanno fatto. Secondo me ti conviene ascoltare per intero tutta la loro discografia fino a "New Adventures in Hi-Fi" tramite Spotify o cose simili, poi se vuoi avere il supporto fisico compra quelli che ti sono piaciuti di più (io li ho tutti fino a New Adventures). Da "Up" in poi puoi, a mio parere, tranquillamente tralasciarli

PehTer, autore, (ha votato 7,5 questo disco) alle 15:10 del 12 marzo 2019 ha scritto:

P.S. non condivido la considerazione sugli album-capolavoro, secondo me Murmur e Automatic sono album-capolavoro a tutti gli effetti (e in generale, sempre per i miei gusti, a parte Out of Time fino al 92 nessun loro disco scende sotto l'8,5)

benoitbrisefer (ha votato 6,5 questo disco) alle 12:19 del 15 marzo 2019 ha scritto:

Condivido le indicazioni di PehTer e aggiungo fra i capolavori anche "Reckoning" che, come già sostenevo tempo fa in questa discussione, è uno dei vertici della discografia dei R.E.M. Buona ricerca a Giorgio: è una discografia ampia ma vedrai che sguazzarci dentro sarà soddisfacente...