R.e.m.
Monster
Dopo avere raggiunto il successo planetario con il pop spensierato di Out of Time e gli umori acustici e teneramente malinconici di Automatic for the People, nel 1994 Stipe & soci si resero conto che, per rimanere a galla nellimmenso e confuso calderone musicale degli anni novanta, avrebbero avuto bisogno di seguire lesempio di altri due dinosauri del decennio passato, U2 e Depeche Mode, contaminando il proprio sound con i generi che più rappresentassero le giovani generazioni di allora. Mentre i colleghi europei videro la soluzione in una sorta di rock elettronico con influenze industrial e trip hop, i R.E.M. scelsero di strizzare locchio allormai incancrenita scena di Seattle, distorcendo al massimo le chitarre, inasprendo le melodie e rinforzando le ritmiche. Ciò che ne è venuto fuori è il controverso Monster, unopera aliena nella discografia dei quattro georgiani, un album crudo, discontinuo, per certi versi claustrofobico e se vogliamo anche un po kitsch (esempio: King of Comedy), ma che vede in questo il proprio punto di forza, abbandonando le epiche ballate alla Man on the Moon e le sonorità jingle-jangle degli esordi. Anche Stipe prende le distanze dalle liriche criptiche e intimiste o dai moniti ambientalisti dei quali ormai aveva fatto il proprio marchio di fabbrica, trasfigurandosi in personaggi psicologicamente e sessualmente deviati, che contribuiscono alleffetto straniante dellascolto di Monster e a renderlo una mosca bianca rispetto alle produzioni precedenti e successive.
Il meglio del disco si concentra nelle prime cinque tracce, fra le quali spiccano il travolgente intro, nonché singolo apripista, Whats the Frequency, Kenneth?, probabilmente uno dei migliori pezzi dellintera carriera dei R.E.M., e la gemella Crush With Eyeliner, peculiare per il cantato-parlato di Stipe. Degne di nota sono anche I Dont Sleep, I Dream, grazie allarpeggio ipnotico di Peter Buck nelle strofe e al timbro acuto del cantante nel ritornello, e Star 69, un simil-punk anomalo per il gruppo, con le parole del cantante rese quasi incomprensibili da un volutamente eccessivo effetto eco.
Della seconda parte dellalbum gli episodi validi sono la lullaby erotica Tongue, nella quale Stipe sfoggia un insolito falsetto, il requiem di Let Me In, dedicata allamico Kurt Cobain nonché a River Phoenix, quasi interamente basata sulla sola voce del cantante accompagnata dalla chitarra distorta, con batteria e tastiere che intervengono solo alla fine, e il pezzo conclusivo You.
La seconda parte, tuttavia, è anche quella che più scricchiola: si concentrano infatti qui gli episodi che rendono Monster un esperimento non del tutto riuscito. È proprio quando il gruppo cerca di essere se stesso che fallisce, finendo solamente per produrre due sbiadite copie delle canzoni di maggior successo: Strange Currencies non è nientaltro che una Everybody Hurts in do maggiore, Bang and Blame una Losing My Religion elettrica. Ma i momenti peggiori sono lorrenda I Took Your Name, resa ancora più noiosa da uno Stipe monotono e soporifero, e linutile Circus Envy, che con quel ritornello vagamente sixties forse non avrebbe sfigurato come brano minore su Tiny Music degli Stone Temple Pilots (1996).
Monster fece discutere allepoca delluscita e ancora oggi è oggetto di dibattito fra gli appassionati, con giudizi che spaziano dallacclamazione alla stroncatura. Nonostante il successo ottenuto allora, il disco ha poi sofferto col passare del tempo di un processo di oblio, soprattutto per via della decisione della band, negli anni duemila, di ritornare sui propri passi, vanificando ciò che di fatto è stato, coi suoi pregi e i suoi difetti, un sincero tentativo di rinascita artistica e di combattere linevitabile rischio di cadere nellautoreferenzialità.
A seguito della pubblicazione di Monster, i R.E.M., ritrovato lo spirito di rock band, intraprenderanno il primo tour dopo ben sei anni, costellato tuttavia da una serie di eventi sfortunati, culminati con laneurisma cerebrale che colpì il batterista Bill Berry, che due anni dopo abbandonerà definitivamente la band.
Sarà proprio durante questa tournée che verrà registrata la maggior parte dellalbum successivo, New Adventures in Hi-Fi, una specie di summa fra Monster e tutta la produzione precedente, nonché testamento artistico della band, la quale dopo laddio di Berry non sarà più la stessa.
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